Classe Grisha (corvetta)
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Grisha-I | |
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![]() Corvetta classe Grisha-I in navigazione |
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Descrizione generale | |
Tipo | corvetta |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 830 t, a pieno carico 990 t |
Lunghezza | fuori tutta: 71,2 linea di galleggiamento 66,9 m |
Larghezza | 10,15 m |
Pescaggio | 3,4 m |
Propulsione | 1 turbina a gas da 18.000 CV 2 motori diesel da 10.000 CV 3 , 2 assi |
Velocità | 34knts. nodi (63 km/h) |
Autonomia | 4.000 mn a 10 nodi (7.400 km a 19 km/h) |
Equipaggio | 60 |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | Radar:1 navigazione 'Don-2', 1 Strut Curve ricerca aerea/superficie, 1 controllo missili SA-N 4 'Pop Group', 1 controllo cannoni 'Muff Cob' per la torre AK-257 Sonar:1 sonar a scafo a bassa frequieza 'Bull Nose ', 1 a profondità varabile (VDS) a meida frequenza 'Elk Tail' |
Armamento |
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Il nome Grisha è il codice identificativo, in ambito NATO, corrispondente alla classe di corvette sovietiche Progetto 1124 Albatross, prolifica e moderna classe costruita dall'Unione Sovietica tra gli anni 70' ed il decennio successivo.
Una classe di navi molto simili (la classe Parchim) venne varate nella GDR (Germania Est) e si differenziava più che altro per il fatto che i missili SAN-8 Gecko erano sostituiti dagli SAN-7 Grail, molto meno potenti (la versione navale degli SA-7), con lanciatori quadrinati.
Indice |
[modifica] Progetto
Nate per rimpiazzare la moltitudine di navi sovietiche da pattugliamento costiero realizzate nei decenni precedenti, ed integrare a basso costo le navi coeve di maggiore tollellaggio (come le Krivak), le Albatross/'Grisha' sono state progettate con alcune, significative innovazioni.
Esse dovevano garantire l'espletamento delle loro missioni di pattugliamento ASW e di scorta costiera, resistendo al cattivo tempo, con un'armamento sufficiente per la caccia anitsommergibili ma anche per difendersi dagli attacchi aerei e missilistici durante tali missioni. Naturalmente, dato il limitato dislocamento disponibile non era seriamente ipotizzabile la presenza di un'elicottero di bordo, nè quella di sistemi missilistici pesanti e complessi.
Lo scafo è di struttura molto robusta, con un'alto bordo libero e un'altezza aggiuntiva di un ponte a mezza nave.
Le sovrastrutture sono molto basse e raccolte, e nell'insieme appare chiaro che il progetto è stato concepito con in mente la tenuta al mare in condizioni estreme, come quelle del Mare di Barents o del nord Pacifico. L'impressione generale è di una grande solidità e 'forza'.
Pur perdendo un poco in grazia ed eleganza rispetto ad unità quali le 'Mirka', non cè dubbio che la struttura ,simile a quella di una baleniera, si sia dimostrata molto funzionale, come dimostra anche la prolificità della classe, chiaramente considerata, nei suoi limiti di dislocamento, efficiente.
Le alette antirollio sono state un'importante aggiunta, per rendere stabile la nave con moto ondoso molto rilevante, e migliorare il rendimento dei sensori (e dell'equpaggio). Se si considera che sono state prese fotografie delle navi letteralmente con la prua sollevata sull'acqua per effetto delle onde, si può capire come l'impiego su mari ed oceani sia una sfida per simili, piccole imbarcazioni, e quindi le soluzioni tecniche non sono mai eccessive per preservarne l'integrità, specie se si deve correre ad alta velocità nel tentativo di inseguire gli SSN, o di sfuggire ai pattugliamenti aerei.
L'equipaggio, 60 uomini, è ridotto rispetto alla mole della corvetta.
L' apparato propulsivo è decisamente innovativo rispetto ad altre unità navali. Si tratta infatti di una delle primissime -se non la prima- applicazioni del concetto CODAG, ovvero la combinazione Diesel/turbine a gas.
I primi servono per la navigazione in crociera, a velocità economiche (max. forse 20 nodi) e con consumi ridotti, la turbina da 18000hp. serve invece per la propulsione ad alta velocità, tale da consentire di superare abbondatemente i 30 nodi e di inseguire anche gli SSN più veloci (mare permettendo, chiaramente: per i sottomarini lo stato del mare non è una variabile importante, per le navi sì).
Mettendo nello stesso scafo le turbine (ideali, leggere e potenti come sono, per le alte velocità) e diesel (affidabili, bassi consumi specie alle velocità di crociera) si è realizzato un buon livello di compromesso tra leggerezza, velocità, autonomia. Non è facile come sembra, perché spesso i diesel tendono ad appesantire una nave, costringendola ad andare a velocità troppo basse, oppure ad usare le turbine per raggiungere una velocità accetabile, ma queste causano un consumo elevato, a maggior ragione se vengono impiegate a basso regime, dove sono poco efficienti.
Ma se il CODAG viene realizzato ,allora è la migliore combinazione possibile. Oltretutto, in tale caso non si tratta di CODOG (Diesel 'or' gas), ovvero tutti i motori possone essere azionati in simultanea. Pare che la turbina sia abbinata ad un'unico asse. La velocità e l'autonomia che ne derivano sono, nel complesso, certamente soddisfacenti per le missioni attribuite alle corvette Albatross.
L'armamento e i sensori sono adeguati alle esigenze, essenzialmente legate alla caccia ASW, all'autodifesa da missili e aerei durante i pattugliamenti e eventualmente, alla scorta a naviglio vario.
Tutte le navi hanno 2 sistemi d'arma principali, con 1 postazione a pua e 1 a poppa. In genere per l'arma di prua si tratta di un lanciamissili SA-N 4 'Gecko', ovvero il sistema Osa/Romb dell'esercito (noto come SA-8) navalizzato, ed entrato in servizio probabilmente proprio con queste navi.
Esso ha una guida a comando radio, una portata di 10-15km e capacità d'ingaggio su bersagli di velocità fino a 500m/s. Il peso è di circa 200kg, molto per un missile radioguidato, tanto che vari analisti avevano supposto che esso avesse cercatori semiattivi o simili. La rampa di lancio è particolarissima: per proteggerla dalle onde e dal gelo, essa è retrattile, con una caratteristica e visibile piattaforma rotonda che si apre e richiude a metà. Sotto vi è una rampa binata molto snella e leggera, con un lanciatore da 18 colpi e carica automatica. La rampa è stata per anni una specie di chimera per l'intelligence occidentale, essendo totalmente diversa dall'installazione dell'esercito. Le foto che la ritraggono sono a tutt'oggi rarissime, proprio per via del fatto che normalmente è tenuta sottocoperta.
Pare che il missile sia utilizzabile anche contro bersagli navali ,caratteristica non da poco per una corvetta che non ha missili dedicati allo scopo.
La torre AK257 è binata, con 2 armi da 57mm e cadenza di 240c.min., ed è un'arma dal disegno assai moderno, con una cupola metallica che protegge i cannoni e un radar di tiro a poppa dedicato. Dopo le prime unità si è giunti alla AK-176 con u ncannone da 76mm, che offre spolette di prossimità, molto più efficaci nel ruolo antimissile (strano ma vero, i 57mm sovietici vennero lasciati senza spolette d iqeusto tipo). Il raggi utile di tiro è di 6 km antiaerei, 12-15 anitsuperficie per proiettili ad alta velocità da 2,8kg (6 col 76mm.).
I CIWS eventualmente presenti sono gli ADG-630 da 5000c.min., calibro 30mm., molto efficaci contro missili antinave ed altri bersagli entro i 2-3000 metri.
I lanciasiluri sono per armi pesanti autoguidate da 533mm., essenzialmente ASW, ma esistono forse anche modalità di ricerca antinave.
I lanciarazzi sono i RBU-6000, a caricamento automatico, capaci di essere usati contro sottomarini e persino in funzione antisiluro, entro i 6000 metri. Essi sono l'ultimo e più efficace dei numerosi lanciarazzi navali sovietici, e le loro armi da 120kg. (21 per la testata) e 250mm. di calibro sono efficaci ordigni contro sottomarini di ogni genere, anche perché ,molto più veloci di un siluro e praticamente insensibli alle contromisure, con la loro spoletta ad impatto o di prossimità. 120 ordigni sono disponibili (5 ricarcihe) nel deposito sottostante, e sono ricaricabili sul lanciatore a ferro di cavallo, con 12 tubi, automaticamente.
I sensori ASW sono anch'essi di tutto rispetto, con un sonar a scafo a bassa frequenza, e uno a profondità variabile a media. Esso è importante, perché nelle condizioni di mare agitato e/o ad alte velocità la portata utile dei sonar a scafo si riduce quasi a zero, differentemente da quelli rimorchiati, che possono anche guardare sotto gli strati d'acqua, che hanno la caratteristica, se d indifferente salinità e temperatura, di riflettere le onde in maniera anomala, cancellando spesso i sottomarini anche quando si potrebbero avvistare.
La dotazione elettronica in generale appare ragionevolmente adeguata alel esigenze, ma almeno all'inizio il settore della difesa elettronica era troppo scarso, limitandosi ad un 'Watch dog'.
Infine, le 'Grisha' hanno anche rotaie per alcune decine di mine. Essendo veloci e ben armate, esse sono state considerate, come quasi tutte le navi sovietiche medio-picole, vettori ideali per depositare mine. L'URSS aveva non meno di 500.000 ordigni di vario tipo, in genere da 500 o 1000kg, tanto da costituire con essi una minaccia tra le più gravi per le marine NATO, specialmente per quella USA che è sempre stata carente quanto a capacità antimine (come si vide anche nella guerra del 1991).
[modifica] Evoluzione
Le Albatorss/risha, sostanzialmente l'estrema evoluzione delle corvette del periodo bellico come le 'Gabbiano' o le 'Hunt' inglesi, hanno dato luogo ad almeno 5 sottoclassi:
[modifica] Grisha-I
Numero di progetto russo: 1124
La classe Albatros (linguaggio russo: Альбатрос), nome in codice NATO: Grisha-I) fu una serie di 12 grandi corvette antisomergibile costruite dall'Unione Sovietica tra il 1970 e il 1974. Queste navi avevano un'autonomia realtivamente limitata e potevano essere usate solo in acque costiere. Erano armate con un cannone binato poppiero da 57 mm, un lanciatore prodiero per il missile superficie-aria SA-N-4, due tubi lanciasiluri binati da 533 mm e due lanciarazzi RBU-6000.
Tutte furono equipaggiate con alette di stabilizzazione retraibili. La designazione della marina sovietica fu Malyy Protivolodochnyy Korabl ("piccole navi antisommergibile").
Furono costruite in totale 16 unità. Fino al 1997 erano ancora in servizio sette unità, ma per il 1999 erano state tutte ritirate.
[modifica] Grisha-II
Numero di progetto russo: 1124P
La classe Grisha-II venne costruita come pattugliatore costiero per il KGB. Il sistema lanciamissili SAN-4 venne sostituito con un cannone da 57mm., più utile per navi di pattugliamento anticlandestini. Vennero costruite 12 navi negli anni settanta. Due vennero costruite alla marina Ucraina e circa dieci sono ancora in servizio per la Russia.
[modifica] Grisha-III
Numero di progetto russo: 1124M
La classe Grisha-III furono costruite alla fine degli anni settanta, inizio anni ottanta, queste incorporavano diverse piccole modifiche e una nuova elettronica. La torretta poppiera da 57mm fu sostituita con un cannone da 76mm, questo e il CIWS AK-630, gatling da 30mm, incrementavano la capacità antimissili, ma anche quella antisuperficie. Furono prodotte almeno 32 navi di questa classe, 20 rimangono in servizio per la Russia.
[modifica] Grisha-IV
Numero di progetto russo: 1124K
Venne prodotta una singola nave della classe Grisha-IV. Questa fu una nave prova per il sistema missilistico di SAN-9
[modifica] Grisha-V
Numero di progetto russo: 1124 ME
Le navi della classe Grisha-V vennero costruite tra il 1985 e il 1994. Queste incorpovano ulteriore modifiche. Circa 28 navi rimangono in servizio per la Russia. Almeno 32 navi vennero prodotte.Molte delle quali sono ancora in servizio, o almeno in riserva.