Claudio Lolli
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Claudio Lolli | ||
![]() Claudio Lolli nel 1972
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Nazionalità | Italia | |
Genere | cantautore | |
Periodo attività | 1972 - | |
Album pubblicati | 15 | |
Studio | 14 | |
Live | 1 | |
Sito ufficiale | [1] | |
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Claudio Lolli, nato a Bologna nel 1950, è un cantautore italiano.
Le sue prime esperienze musicali avvengono all'Osteria delle Dame di Bologna nei primi anni '70.
Il suo stile trae qualche moderato spunto da Francesco Guccini, ma presenta connotazioni originali. I testi delle canzoni tratteggiano squarci di vita ordinaria.
Si accompagna con la chitarra usando a volte una rudimentale tecnica fingerpicking; come è stata da lui stesso definita in "Autobiografia industriale" (un suo pezzo del 1977), la sua è "una voce da regno dei più o da festival del sottosuolo... così piena di granchi di stracci di ragni e altre cose un po' strane".
È appunto Guccini che lo porta alla EMI, che gli fa firmare un contratto e che pubblica i suoi primi 4 LP, dala 1972 al 1976: il primo disco, "Aspettando Godot", è arrangiato da Marcello Minerbi, leader dei Los Marcellos Ferial, che si rifà per le sonorità allo stesso Guccini, a De André e, in alcune canzoni ("Quello che mi resta" o "Quanto amore") ai cantautori francesi.
Pur con le ingenuità tipiche di ogni opera prima, emergono alcune tematiche caratteristiche dei dischi successivi di Lolli: l'impegno politico ("Borghesia" e "Quelli come noi"), il disagio esistenziale ("L'isola verde" o "Quanto amore"), la critica all'istituzione familiare ("Quando la morte avrà", dedicata al padre), l'anticlericalismo (ancora "Quelli come noi"), il senso della vita (la title track).
Il disco riesce nell'intento di far notare il giovane cantautore, ed alcune canzoni come "Michel" (dedicata ad un vecchio amico francese) o "Borghesia" vengono trasmesse spesso per radio, nel corso di trasmissioni come "Per Voi Giovani", creata da Renzo Arbore e condotta da Carlo Massarini, diventando dei classici della canzone d'autore italiana.
Il disco successivo, "Un uomo in crisi. Canzoni di morte. Canzoni di vita" (1973) ricalca il precedente: i momenti politici sono costituiti da "Quello lì (compagno Gramsci)", che racconta le vicende di Antonio Gramsci ancora studente a Torino, viste con gli occhi di un suo vicino di casa, "Morire di leva" descrive invece la piaga dei suicidi nelle caserme, "Hai mai visto una città" denuncia il disagio delle periferie.
I momenti personali, invece, sono "La guerra è finita" che, descrivendo una festa di compleanno di un ragazzo, critica i condizionamenti familiari e i disagi psicologici che possono provocare, e "Un uomo in crisi", tra le altre.
Musicalmente l'album vede la partecipazione di Andrea Carpi, Piero Guccini (il fratello di Francesco) e Stefan Grossman alle chitarre.
Il disco successivo, "Canzoni di rabbia", vede gli arrangiamenti di Ettore De Carolis, musicista colto e musicologo già noto negli anni '60 come membro del gruppo psichedelico Chetro & Co e in seguito collaboratore di Guccini, degli Alunni del Sole e di Alan Sorrenti tra gli altri.
De Carolis modifica gli arrangiamenti delle canzoni di Lolli, aggiungendo le percussioni di Giorgio Battistelli alle chitarre di Roberto Picchi e dello stesso Lolli; dal punto di vista compositivo le tematiche si ripetono, e se "Prima comunione" approfondisce la critica anticlericale e "Vent'anni" il disagio esistenziale, si approfondisce anche l'aspetto politico con "Al milite ignoto", amara riflessione antimilitarista, e "Dalle capre", una delle poche canzoni che descrivono la vita nelle carceri.
L'anno successivo viene pubblicato il suo album di maggior successo, anche grazie alle radio libere che stanno nascendo in tutta Italia proprio in quel periodo, ed allo stretto legame con l'attualità che ha questo disco, che descrive l'attentato all'Italicus e la reazione della sinistra italiana: "Ho visto anche degli zingari felici", disco che musicalmente nasce dalla collaborazione con il "Collettivo Autonomo Musicisti" di Bologna, composto da Adriano Pedini alla batteria, Roberto Costa al basso, Roberto Soldati alle chitarre e Danilo Tomasetta al sax e al flauto.
Come riportato nelle note di copertina, scritte dallo stesso Lolli, il titolo del disco (e dell'omonima canzone) è la citazione di un vecchio film jugoslavo, e nell'ultima parte vi sono quattro strofe, di tre versi ciascuna, liberamente rielaborate dal testo di Peter Weiss "Cantata del fantoccio lusitano".
Nonostante il successo, che porta Lolli tra l'altro ad effettuare un lungo tour con gli stessi musicisti del disco, il cantautore decide di non rinnovare il contratto con la EMI e di passare all'Ultima Spiaggia, casa discografica alternativa fondata due anni prima da Nanni Ricordi: e nel settembre del 1977 esce il disco successivo, "Disoccupate le strade dai sogni", anch'esso strettamente legato all'attualità, in particolar modo ai fatti di marzo a Bologna e alla morte di Francesco Lo Russo.
Il disco, forse perché musicalmente più difficile, forse perché non distribuito adeguatamente (i mezzi non erano certo quelli della Emi), non riscuote il successo del precedente; Lolli ipotizza la pubblicazione di un disco dal vivo, ma l'Ultima Spiaggia fallisce ed il progetto viene accantonato.
Lolli decide quindi di ritornare alla Emi, e nell'aprile 1980 viene pubblicato "Extranei", disco che raccoglie canzoni non strettamente legate all'attualità, e che è particolarmente interessante per gli arrangiamenti, curati da Bruno Mariani e Danilo Tomasetta (tranne la canzone "Il ponte" arrangiata da Roberto Costa.
Per il disco successivo, "Antipatici antipodi" (pubblicato a marzo del 1983), la Emi fa le cose in grande: la copertina è disegnata da Andrea Pazienza, e con una canzone, "Notte americana", Lolli partecipa alla trasmissione "Azzurro" sulla Rai, concorso di canzoni estive congegnato come una gara tra squadre di cantanti; oltre che per questo brano il disco è interessante per brani come "L'uomo a fumetti", "Villeneuve", dedicato al pilota che era morto da poco in quel periodo, "Formula uno", su testo di Roberto Roversi e "Non voglio mettermi il pigiama", con il testo scritto dallo scrittore Claudio Piersanti.
Il 1984 è l'anno della tournée con Gian Piero Alloisio, documentata da un bootleg, in cui i due oltre che eseguire i loro brani più celebri si scambiano due canzoni, ed interpretano insieme "Come un dio americano" di Lolli.
Il cantautore bolognese nel frattempo si è laureato in lettere, ed inizia la sua attivita di professore di liceo (come Guccini e Vecchioni): ma non abbandona la musica, e anzi scrive alcune belle canzoni per un album tematico sul cinema: "Keaton", "La fine del cinema muto", "Via col vento", "Ballando con una sconosciuta", progetto che viene poi accantonato.
Le canzoni vedono, però, tutte la luce (anche se in tempi diversi): la prima, "Keaton", viene pubblicata da Guccini nel 1986 in "Signora Bovary", con alcune modifiche al testo che consentono a Guccini di cofirmarla (anni dopo la inciderà anche Lolli), l'ultima la inciderà sempre Guccini nel disco "Quello che non..." nel 1990, e le altre due in un disco, "Claudio Lolli", che la Emi pubblica nel 1988, insieme ad altre canzoni come "Adriatico" e "Aspirine" caratterizzate da una maggiore leggerezza musicale; le note di questo disco sono opera di Stefano Benni.
Il disco, però, passa inosservato, e molti anzi pensano che Lolli si sia ritirato dalle scene musicali; negli anni '90 album come "Nove pezzi facili", "Intermittenze del cuore" e "Viaggio in Italia" lo riportano all'attenzione del grande pubblico.
Inizia a fare spettacoli in giro per l'Italia col solo accompagnamento del maestro Capodacqua alla chitarra classico-elettrificata, in cui spazia nel suo vastissimo repertorio alternando i pezzi più celebri ad altri meno noti.
Il 2000 è l'anno di Dalla parte del torto, forse uno dei dischi più significativi di questo periodo della sua carriera; il titolo nasce da una frase di Bertolt Brecht citata nell'interno della copertina ("...dato che tutti gli altri posti erano già occupati, ci siamo seduti dalla parte del torto"), ed il disco contiene canzoni nuove (come "Nessun uomo è un uomo qualunque", una delle più belle della sua produzione, la title track e "Il mondo è fatto a scale", dal ritmo orecchiabile e dal testo ironico) ed alcune canzoni vecchie riarrangiate.
Tra quest'ultime sicuramente da citare "Borghesia", proposta insieme ai Gang dei fratelli Severini, che viene anche completamente stravolta nel testo (così sostiene Lolli durante i concerti......): infatti gli ultimi due versi "vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia / pur piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via" vengono cambiati in "vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia / pur piccina che tu sia il vento un giorno forse ti spazzerà via" Nel 1998 ha ricevuto il Premio Piero Ciampi alla carriera.
Lolli è anche autore di di alcuni libri di narrativa: L'inseguitore Peter H. (Il lavoro editoriale, 1984), Giochi crudeli (Transeuropa, 1990), Nei sogni degli altri (Marsilio, 1995).
Nel 1998 la casa editrice City Lights Italia di Firenze ha pubblicato i testi delle sue canzoni in un volume intitolato Antipatici antipodi 1972-1997.
Nel 2004 esce invece per l'editore Nuovi equilibri il volume Rumore rosa (con CD audio allegato).
Tra il 2002 ed il 2005 gira l'Italia proponendo una rivisitazione del suo album "Ho visto anche degli Zingari Felici" assieme a "Il Parto delle Nuvole Pesanti (music band calabrese)".
Nel 2005 ha scritto una prefazione "Gli slittamenti del giovane Elle" al libro di Lauro Venturi "L'educazione sentimentale del manager", Guerini 2005, intervenendo dal vivo, insieme a Paolo Capodacqua e all'attore Ugo Dighero, all'adattamento teatrale del romanzo andato in scena nell'autunno del 2006, all'interno del congresso sulle tematiche formative "L'orto delle competenze". Attualmente insegna in un liceo scientifico di Casalecchio di Reno(Bo).
Nel 2006 è uscito il suo nuovo disco completamente di inediti, "La scoperta dell'America".
[modifica] Discografia
- Aspettando Godot (1972)
- Aspettando Godot - Borghesia - Michel - L'isola verde - Il tempo dell'illusione - Quelli come noi - Angoscia metropolitana - Quanto amore - Quello che mi resta - Quando la morte avrà
- Io ti racconto - La guerra è finita - Morire di leva (a un amico siciliano) - Hai mai visto una città - Un uomo in crisi - Un uomo nascosto - Quello lì (compagno Gramsci) - La giacca - Un bel mattino
- Canzoni di rabbia (1975)
- Viaggio - Prima comunione - Vent'anni - Viaggio di ritorno - Donna di fiume - Al milite ignoto - Dalle capre - Compagni a venire
- Ho visto anche degli zingari felici (1976)
- Ho visto anche degli zingari felici (introduzione) - Agosto - Piazza, bella piazza - Primo maggio di festa - La morte della mosca - Anna di Francia - Albana per Togliatti - Ho visto anche degli zingari felici (conclusione)
- Disoccupate le strade dai sogni (1977)
- Alba meccanica - Incubo numero zero - La socialdemocrazia - Analfabetizzazione - Attenzione - Canzone dell'amore o della precarietà - Canzone scritta su un muro - Autobiografia industriale - Da zero e dintorni - I giornali di marzo
- Extranei (1980)
- Come un dio americano - I musicisti - Double face - Il muto - Der Blaue Engel - La canzone del principe rospo - Non aprire mai - Il ponte
- Antipatici antipodi (1983)
- Antipatici antipodi - Notte americana - L'uomo a fumetti - Non voglio mettermi il pigiama - Torquato - Villeneuve - Formula Uno - Romantic ballad
- Claudio Lolli (1988)
- La fine del cinema muto - Aspirine - Adriatico - Tutte le lingue del mondo - La pioggia prima o poi - Tempo perso - Via col vento
- Nove pezzi facili (1992)
- Tien An Men - Vite artificiali - Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Incubo numero zero* (rifacimento rispetto all'originale) - Io ti racconto* (rifacimento rispetto all'originale) - Da zero a dintorni* (rifacimento rispetto all'originale) - Piazza bella piazza - Michel - Ho visto anche degli zingari felici
- Intermittenze del cuore (1997)
- Curva sud - Dita - Ignazio - Canzone di bassa lega - Ulisse - Io ti faccio del male - Il re dei piccioni - I musicisti di Ciampi - Il grande bluff - Come ho fatto a stare tanto senza te - Dita (remix)
- Viaggio in Italia (1998)
- L'amore ai tempi del fascismo - Ho visto anche degli zingari felici (nuova versione) - L'amore è una metamorfosi - Aspettando Godot (nuova versione) - Non conosco sorrisi (con Paolo Capodacqua) - Michel (nuova versione) - Vorrei farti vedere la mia vita - Keaton - L'isola verde (nuova versione) - Io ti faccio del male - Come Fred Astaire (con Paolo Capodacqua) - Viaggio (nuova versione)
- Dalla parte del torto (2000)
- Nessun uomo è un uomo qualunque - Folkstudio - Dalla parte del torto - Il mondo è fatto a scale - Riascoltando Gli zingari felici (Gianni D'Elia) - Analfabetizzazione (nuova versione) - Canzone dell'amore o della precarietà (nuova versione) - L'amore ai tempi del fascismo (nuova versione) - Borghesia (nuova versione)
- La terra, la luna e l'abbondanza (2002) - allegato al libro omonimo edito da Stampa Alternativa
- Curva sud - La fine del cinema muto - La ballata del Pinelli - Analfabetizzazione - Dita - Borghesia - Quando la morte avrà - Angoscia metropolitana - Adriatico Album dal vivo
- Ho visto anche degli zingari felici (2003)
- Ho visto anche degli zingari felici (introduzione) - Agosto - Piazza, bella piazza - Primo maggio di festa - La morte della mosca - Anna di Francia - Anna di Francia (non sarò) - Albana per Togliatti - Ho visto anche degli zingari felici (conclusione) Nuova versione dal vivo del disco del 1976, registrata durante i concerti tenuti tra settembre 2002 e febbraio 2003, affiancato dal chitarrista Paolo Capodacqua e da Il Parto delle Nuvole Pesanti (music band calabrese), che hanno curato anche gli arrangiamenti dei brani.
- La scoperta dell'America (2006)
- (Il grande poeta russo) Majakovskij e la scoperta dell'America - Bisogno orizzontale - Il secondo sogno - Le rose di Pantani (testo Gianni D'Elia) - Poco di Buono (testo e musica di Fabrizio Zanotti e Nicola Ricco) - L'eterno canto dell'uomo ( testo Ernesto dello Jacono e musica Claudio Lolli – Pasquale M. Morgante – Salvatore De Siena) - Nuovo carcere paradiso - Piccola storia di un dio (musica Paolo Capodacqua) - Medley con rumori rosa (musica Nicola Alesini - Paolo Capodacqua - Pasquale M. Morgante)
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