Copertura ADSL in Italia
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I gestori di comunicazioni forniscono agli ISP connessioni xDSL solo su richiesta di almeno 1.000 utenti, che firmano un pre-contratto col gestore telefonico nel quale si impegnano a pagare il servizio ADSL; non sempre è presente una clausola che ne prevede lo scioglimento in caso di mancata attivazione del servizio (falso se si fanno richieste a Telecom per la sua ADSL si paga solo se questa viene attivata), per cui si paga un servizio che non si è ottenuto (falso per i motivi sopra). Forse questo spiega la scarsa diffusione dei pre-contratti.
La soglia dei 1.000 pre-contratti ADSL limita drasticamente la copertura. Degli 8100 comuni italiani, 5.800 (più della metà) hanno una popolazione (censita) con meno di 5.000 abitanti. Solo l'8% di questi è coperto da ADSL che dunque esclude non pochi dei 57 milioni di italiani.
Telecom dichiara che le centrali telefoniche, meglio dette stadio di linea coperte sono 3.000 delle 10.500 totali. Ogni comune è servito da una centrale telefonica (10.500 centraline per 8.100 comuni, in tutta Italia). Quelli che ne hanno più d'una, solitamente sono i centri di maggiori dimensioni. Il segnale che arriva alla centrale non giunge però in tutti i borghi, frazioni, etc. del comune; arriva a una certa distanza dalla centrale che non coincide né col confine del comune né col raggio d'azione di una centrale vicina. Per cui coprire un comune non vuol dire che sono coperti tutti gli abitanti, se la densità abitativa del comune è sotto una certa soglia, calcolabile come 15.000 abitanti per km quadrato.
Le zone in cui si realizza questa densità sono una piccola percentuale della superficie nazionale.
Teoricamente la banda decresce linearmente con la distanza. Al raddoppiare della distanza dallo stadio di linea (SL), la banda disponibile si dimezza. Nella realtà il segnale decade (perde qualità) più rapidamente.
Un segnale ADSL con banda da 24 megabit/s raggiunge 1 km di doppino in rame dalla centrale (ovvero il 30% delle utenze), da 20 megabit raggiunge 1,6 km (il 60% delle utenze), da 12 megabit raggiunge 2,5 km (l'85% delle utenze), da 8 megabit 3 km (88% delle utenze), da 4 megabit 3,9 km (93% delle utenze), da 2 megabit 4,7 km (il 96% delle utenze). Questi calcoli sono stati effettuati tenendo conto delle massime tecnologìe ADSL disponibili: nelle versioni da 12 mega e da 8 mega i risultati sono riferiti alla tecnologia ADSL 2+. Se vengono utilizzate tecnologìe ADSL 2 o ADSL tradizionali la distanza diminuisce ulteriormente. Da notare che dopo 5 km diventano numerosi gli errori di trasmissione e decade la banda disponibile.
Una ADSL da 640 kbit/s raggiungerebbe i 10 km di distanza dalla centrale. Per distanze superiori continua il dimezzamento, ma sotto i 640 non ha più senso parlare di banda larga (già la maggior parte dei provider commercializzano ADSL da un taglio minimo di 2 Mbit) e non vengono commercializzate ADSL di taglio inferiore.
Tenuto conto che quasi sempre un comune corrisponde ad una centrale, per i comuni con meno di 50000 abitanti (la maggioranza serviti da una sola centrale) servirebbe che la popolazione abitasse all'interno di un cerchio di raggio pari a 7 km.
Tenendo conto che l'area del quadrato circoscritto è 4×raggio2 (raggio di 7 km) e che l'area del cerchio è pi-greco×raggio2, il rapporto tra le due aree è 4/pi-greco che è 1,27. La densità abitativa (abitanti per km quadrato) si calcolerà rapportando la stessa popolazione del comune ad un'area del 27% più grande. La disponibilità di ADSL richiede l'installazione di vari apparati e la rimozione di altri che sono di impedimento, posti vent'anni fa quando la tecnologia era già commercializzata all'estero, mentre lo è da 10 anni in Italia.
A questo vincolo tecnico, uguale per tutti gli operatori, se ne aggiunge uno economico che dipende dalle scelte dell'operatore e richiede un minimo di utenze collegate per coprire una centrale. Nel caso di Telecom tale vincolo sulla densità è più stringente e prevale sul primo (tecnico). Telecom richiede o 1.200 pre-contratti certi indipendemente dagli abitanti del comune e utenze attive nella centrale, oppure ragiona in base a quante utenze richiedono ADSL fra le utenze attive (con Telecom o altri operatori, purché abbiano il telefono) e la popolazione. Il calcolo è simile poiché ormai quasi tutta la popolazione italiana ha il telefono ed è un'utenza attiva.
Se 1 utenza su 10 chiede ADSL (ovvero probabilità 0,10), Telecom chiederà 1.200×10=12.000 utenze con contratto telefonico attivo e non coprirà le centrali che hanno meno di questi abitanti.
Resta praticabile la via del pre-contratto per i centri esclusi, il pre-contratto però non ha una normativa precisa dietro e inoltre spesso non tutela i consumatori dalla mancata attivazione del generico servizio sottoscritto.
L'acquisto e installazione di un DSLAM è un costo marginale rispetto all'acquisto, scavo e posa di un mezzo (doppino in rame o fibra ottica) per il collegamento a banda larga delle centrali telefoniche.
Molte centrali telefoniche non dispongono di collegamento ADSL a causa di apparati quali MUX ed UCR, posti dalla vecchia SIP vent'anni fa, che dovrebbero essere rimossi, oppure per la mancanza di un collegamento in fibra ottica ad una centrale vicina all'interno di una rete di centrali collegati in fibra fino al centro Telecom più vicino. Queste sono fra le principali cause del digital divide, che rendono difficile l'ammodernamento della rete attuale e necessario by-passarla con una rete ex-novo meno costosa, come quella Wi-Fi.
Dal collegamento in fibra ottica alla rete Telecom sono escluse le centrali telefoniche che servono meno di 1.000 utenze (con la normale linea voce).
Secondo Infratel, società creata dallo Stato Italiano per abbattere il digital divide nel mezzogiorno e in parte esteso a tutt'Italia, da alcuni dati mostrati in un congresso del GARR tenutosi nel maggio 2006 si desume che la copertura sia al 42% dei comuni italiani (territorio) e a circa all'85÷86% della popolazione. Gli scoperti sarebbero, alla luce di questi dati, una popolazione di circa 8.230.000 senza contare coloro che sono sotto MUX o UCR che purtroppo vengono inclusi fra i coperti.
[modifica] Copertura Telecom Mini
Un altro sistema per "tentare" di colmare il digital divide è stato adottato a partire da settembre 2006 e prevede una copertura parziale delle centrali senza dslam adsl con un dslam di capacità minori, non richiedente necessariamente di fibra ottica in centrale.
Se lo Stadio di Linea non coperto da ADSL perché non arriva la fibra ottica è sufficientemente vicino ad un'altra centrale coperta da ADSL, il problema si puo' risolve senza onere eccessivo: viene tirato un cavo in rame dalla capacità di 2 Mbit/s dalla centrale scoperta da ADSL fino alla centrale vicina dove arriva la fibra ottica e viene allacciato al DSLAM. Nella centrale senza DSLAM viene installato una specie di DSLAM a capacità di 50 connessione di 640 kbit/s, usando il massimo overbooking consentito (4x). Nei centri in cui le 50 connessioni non sarebbero comunque sufficienti, vengono tirati due cavi in rame in modo da portare la capacità a 100 utenze.
In questo modo si passera da una copertura dell'80% della popolazione al 95% della popolazione. La restante parte non potrà mai avere una connessione ADSL in quanto si trova a piu' di 5 km di distanza dallo Stadio di Linea.
[modifica] Valore etico di queste coperture
A sei anni dal lancio del servizio queste coperture appartengono ad un flusso generazionale antico come possibilità di banda larga perché secondo molti questa soluzione tappa buchi risolve il digital divide del 56kb dando già i presupposti per il prossimo, in Italia, che storicamente come copertura a banda larga è molto meno densa rispetto ad altri paesi europei.