Cultura giovanile
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Le culture giovanili sono i modi che una parte minoritaria di giovani e adolescenti sceglie per differenziarsi dalla cultura generale della società in cui vivono. Per questo motivo, in sociologia e antropologia tali atteggiamenti vengono definiti subculture.
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[modifica] Le radici vittimistiche
Le culture giovanili si sono imposte della seconda parte del XX secolo, successivamente alla Seconda guerra mondiale. Eric Gans ha mostrato come la cultura postbellica o postmoderna sia una cultura in cui le vittime sono privilegiate in quanto tali. Questo è all'origine dell'affermazione di gruppi umani come vittime di questo o di quello, ricevendo così consenso sociale e valorizzazione. Nella cultura postbellica lo stigma di vittima, in buon sostanza, conferisce valore e significato.
Il fenomeno più vistoso del dopoguerra è l'emergere della cultura giovanile come dominante nella società: essa nasce da una identificazione dei giovani occidentali con i gruppi individuati come vittime, anzitutto con i neri d'America, dapprima nella musica jazz, poi in quella rock, infine in quella hip hop. È però interessante notare come questo atteggiamento, che dovrebbe essere riportato alla reazione morale alla shoah, non abbia comportato nelle masse giovanili alcuna identificazione con gli ebrei, e ciò probabilmente a causa di Israele e degli Stati Uniti, percepiti come stati vittimizzatori per eccellenza. Al tempo stesso, l'identificazione primaria, avvenuta con i neri d'America, è una controprova del ruolo guida e dell'attrazione esercitata dall'America sui giovani.
L'autoidentificazione di un gruppo come vittima può avvenire però, all'interno di una società complessa, solo se la società stessa è disposta a riconoscere questo status. È avvenuto con i giovani. La youth culture è un fatto tipicamente occidentale e trans-nazionale all'interno di questo gruppo di paesi. Tutti i sistemi scolastici ne sono stati influenzati, eppure la cultura giovanile continua a rimanere sostanzialmente estranea alla scuola.
[modifica] Cenni storici
Precedentemente la seconda guerra mondiale, i giovani nel mondo occidentale avevano scarsa libertà ed influenza. Con il cosiddetto Baby boom negli Stati Uniti del dopoguerra, i giovani iniziarono ad assumere importanza e soprattutto potere d'acquisto. Attorno agli anni 1950, il crescente numero di giovani negli Stati Uniti ed in Europa iniziò ad influenzare masicciamente la musica, la televisione ed il cinema, spronati dall'esplosione del rock nei tardi anni 50, dalla maturazione della cultura giovanile a metà anni 1960, dipartita in sottoculture come i mod, i rocker, gli hippy.
Lo spirito di avventura e ricerca che ha contraddistinto la cultura giovanile di questi decenni ha mutato il significato della parola "confine": non più indicazione di un limite esclusivo, ma meta necessaria per la crescita e il superamento di sé stessi. Le zone di confine, ritenute marginali dalla cultura prevalente, sono però quelle da cui provengono non di rado gli stimoli più fecondi per la vita artistica e intellettuale, come la svolta commerciale del rock e i rapporti con la musica leggera, l'abuso di droghe, la loro mitizzazione nella musica pop, o il già citato hip hop.
I gusti dei giovani, in questi decenni, iniziarono a guidare la moda e persino la letteratura, e molti produttori di beni di consumo svilupparono strategie per incrementare le vendite in questa crescente fascia di mercato. I giovani diventarono più aperti alle sfide ed ai cambiamenti, la tecnologia divenne più semplice, la moda più rapida nel mutare. La leva del baby boom entrò nel mondo del lavoro negli anni 1970, esercitando grande influenza, aiutando ad esempio la rivoluzione informatica, che sarebbe definitivamente esplosa nella generazione successiva.
[modifica] Le più influenti culture giovanili
Molte delle culture giovanili più diffuse provengono dagli Stati Uniti, che negli ultimi decenni hanno veicolato queste mode grazie anche alle innovazioni nel campo della comunicazione. Tra queste possiamo citare le due più emblematiche ed importanti per questo tipo di subculture: Internet ed MTV.
Le culture giovanili spesso fanno uso di particolari stereotipi che riguardano la musica, il tipo di vestiario, i rapporti interpersonali e lo stile di vita. Molti di questi sono peggiorativi, e va comunque ricordato che le culture giovanili sono un argomento particolarmente magmatico ed in rapida evoluzione, risulta quindi difficile ottenere una fedele fotografia. Tra gli stereotipi più utilizzati citiamo:
- Angst (dal tedesco, ansia, paura)
- Ambivalenza
- Apatia
- La cricca, quello che in inglese viene definito Clique, ovvero una ristretta cerchia con interessi comuni
- Ribellione
- Cinismo
- Quirkness
Di seguito una lista delle principali subculture sviluppate a partire dagli anni 50:
- Casual
- Culchie (Irlanda)
- Disco
- Edelweiss Pirates
- Electroclash kids
- Emo
- Flash mob
- Gamers
- Goth
- Grunge
- Hip hop
- Hipsters
- Hippy
- Indie
- Metallaro
- Mod
- Mosher
- Narver
- Paninaro
- Poser
- Preppy
- Punk
- Punkabbestia
- Raver
- Rock
- Rocker
- Scally/Chavs
- Surfer
- Scooter Boy
- SKATER
- Skinhead
- Straight edge
- Swing Kids
- Teddy Boy
- Rockabilly
- Greaser
- Townie
- Ultras
- Yuppie
[modifica] Culture giovanili a cavallo tra il XX ed il XXI secolo
[modifica] Il disimpegno politico
Secondo alcuni critici, la cultura giovanile incoraggia forme di apatia e di cinismo tra i giovani. Stiamo assistendo principalmente ad un processo in cui forme di cittadinanza tradizionali stanno cedendo il passo a forme nuove postmoderne. Queste ultime non si basano tanto sull'area geografica (il suolo patrio) quanto sulle nuove forme di comunità rese possibili dai mezzi elettronici.
I giovani, in realtà sono interessati alla politica, e sono in grado di mostrare una forma avanzata di consapevolezza, e di impegno, sui temi sociali e politici, ma quasi sempre con forme alternative a quelle della politica tradizionale. La partecipazione attiva sfocia solitamente in campagne monotematiche ed in movimenti ’fai da te’, invece che nei partiti politici tradizionali.
È anche inesatto trattare alla stessa stregua cinismo e apatia. Il fatto che i giovani si sentano estranei alle azioni dei politici non significa necessariamente che non si interessino di temi sociali, ciò vale anche per le culture giovanili, spesso additate come apolitiche, ma in realtà per una interna libertà di pensiero sull'argomento.
[modifica] Italia
Alcune delle cultura giovanili presenti in Italia nel periodo: L'elenco è altamente incompleto e non può prendere in considerazione le numerose sfumature
- Truzzi: il vocabolo si è diffuso a metà degli anni 1980 ed ancora oggi ha un valore spregiativo, solitamente indica giovani che come caratteristiche principali vestono marche informali ma all'ultima moda (es. inizio anni 2000 Lonsdale, Pickwick, Nike, Adidas, Essenza), hanno una certa maniacale cura dei capelli, possiedono scooter truccati. Ciò che li fa apparire come una vera e propria cultura giovanile è la preferenza per la musica house, techno e commerciale italiana, unita alla ricerca di uno sballo da weekend, assumendo alcol e droghe prevalentemente sintetiche; anche per questo motivo mostrano sovente una certa aggressività.
- Fighetti: le caratteristiche aggreganti sono molto poche, tra queste la preferenza per le discoteche e la musica house o dance. Amano vestire all'ultima moda, inseguendo un modello molto costoso (es. inizio anni 2000 Woolrich, Prada, Armani). I fighetti denotano una certa autocoscienza, anzi, spesso si vantano di essere fighetti, o addirittura si gareggia ad essere "superfighetti", neologismo entrato nella quotidianità per indicare gli eccessi di questa subcultura. Il termine "fighetto" viene spesso sostituito da termini locali che comunque assumono il medesimo significato, tre esempi: a Milano Sanca (dal Collegio San Carlo), a Roma Pariolini (dall'elegante quartiere Parioli), a Genova albarini (dall'elegante quartiere di Albaro)
- Gabber: cultura giovanile di origine olandese, i gabber ascoltano musica hardcore. Sono apartitici sebbene alcuni di essi siano legati a gruppi di estrema destra. La peculiarità del genere è che non ha pressoché alcuno stereotipo nel vestiario o nell'ideologia, ma si fonda prevalentemente su di una sorta di antitesi al modello culturale hippy.
- Hardcore Warriors: variante dei gabber di origine bresciana nata nella discoteca "Number One" di Cortefranca. Si contraddistinguono per il loro pogo, talvolta violento, che può sfociare in una piramide umana dove le persone salgono una sopra l'altra. Si differenziano inoltre per modo di ballare, vestire e per le stravaganti pettinature (principalmente creste o punte, talvolta colorate). Come per i gabber, non sono legati a particolari schieramenti politici.
- Metallari: portano vestiti in pelle, catene e anfibi ai piedi, vestono spesso scuro e portano magliette dei loro gruppi preferiti, es. Iron Maiden. Le attitudini musicali non si fermano al metal, ma spesso si allargano a tutto il rock. Non hanno orientamenti politici ufficiali. In Lombardia c'è una forte rivalità con i truzzi.
- Punks: hanno un look estremo composto da creste, borchie, giubbotti di pelle, anfibi,ecc.. molti di loro frequentano centri sociali e vengono messi in relazione con il mondo anarchico-noglobal, anche se il movimento si divide in due categorie:
- un modello, lo Street Punk, segue l'anarchia più che come un vero e proprio schieramento politico, solo come un pretesto per fare casino, ubriacarsi e seguire uno stile di vita "senza regole".
- l'altro modello, l'Anarcho Punk, al contrario è impegnato politicamente, tratta temi quali idee più profondamente anarchiche e pacifiste, sostemngono l'animalismo, il femminismo, il pacifismo, Vegetarismo e hanno posizioni anti capitaliste.
Spesso sono confusi con i "punkabbestia", che in realtà appartengono alla sottocultura Raver che non ha nulla a che fare con quella punk.
Citazione a parte per quello che viene definito poser, ovvero chi sfrutta un genere per mero estetismo o per moda alternativa, pur non conoscendone la cultura del movimento. L'estetismo spesso sfocia nell'autocelebrazione (autoscatti da far circolare in rete, siti personali).
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- F. Adinolfi, Suoni dal ghetto. La musica rap dalle strade alla hit parade, Genova, 1989
- Francesco Maria Battisti, Giovani e Utopia, Milano, 2002
- Diego Miscioscia, Miti affettivi e culture giovanili, Milano, 2000
- Herbert Marcuse, Der eindimensionale Mensch (L'uomo a una dimensione), 1964