Dramma satiresco
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Il dramma satiresco era una delle forme, insieme alla tragedia, alla commedia e al mimo, in cui si articolava la poesia drammatica greca.
Riconducibile nella sfera del culto del dio Dioniso, si caratterizzava per una struttura abbastanza semplice in cui il coro era costituto da elementi travestiti da satiri caprini che si muovevano sulla scena al vivace ritmo della danza chiamata sìkinnis. In una felice simbiosi, presentava la struttura della tragedia e il colorito farsesco della commedia.
[modifica] Dramma satiresco e tragedia
Esso rappresenterebbe, seguendo la teoria aristotelica esplicata nella Poetica, lo stadio intermedio nel processo che dal ditirambo conduce alla tragedia; in pratica dal coro che inneggiava al dio si sarebbe staccato un elemento, il corifeo, per interagire dialogicamente col coro stesso. Dunque ci si troverebbe dinanzi a una forma poetica più remota rispetto alla tragedia stando alla testimonianza di Aristotele che nella Poetica parla di satyrikòn alludendo non tanto al dramma satiresco perfezionato e assurto a piena dignità letteraria solo con Pratina, bensì ad antecedenti satireschi della tragedia vera e propria che li fagocitò destinandoli all’oblio se non fosse intervenuto il suddetto Pratina di Fliunte (500 a.C.)- a cui il lessico Suda assegna ben 32 di questi drammi-, l’ “inventore” del dramma satiresco secondo gli eruditi alessandrini, che così intendevano l’etimologia della parola tragedia come “canto per il sacrificio del capro” o come “canto per il capro” inteso come premio per il vincitore (cfr. Orazio Ars Poetica v. 220: Carmine qui tragico uilem certauit ob hircum),secondo gli alessandrini dunque il dramma satiresco sarebbe posteriore alla tragedia.
Nei concorsi, ciascuno dei tre poeti tragici presentava una tetralogia comprensiva di tre tragedie più un dramma satiresco il cui compito era quello di rinfrancare l’animo degli spettatori rattristati dagli episodi luttuosi delle tragedie. La materia trattata era desunta dall’ epos e dal mito. Una produzione percepita come “inferiore” rispetto alla tragedia, come dimostra il caso di Euripide che nel concorso del 438 a.C. in cui riportò il 2° premio presentò, dopo la trilogia Le Cretesi, Alcmeone a Psofide, Telefo, al posto del dramma satiresco, la tragedia Alcesti che contiene alcune scene comiche legate alla raffigurazione di Eracle ebbro e gozzovigliatore .
[modifica] Drammi pervenuti
A noi è pervenuto un solo dramma satiresco integro, ossia il Ciclope di Euripide. Abbiamo però anche parte di due drammi satireschi di Eschilo (i Pescatori con la rete e gli Spettatori o atleti ai giochi istmici) e di uno di Sofocle (i Cercatori di tracce), oltre a vari frammenti.
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