Emilio Garroni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Emilio Garroni (Roma, 14 dicembre 1925 - Roma, 5 agosto 2005) è stato un filosofo italiano.

Inizia la sua attività in RAI come intervistatore e autore di trasmissioni su soggetti artistici. Affianca a questo lavoro l'opera intellettuale di critica e di riflessione sull'arte, grazie anche alla sua frequentazione del mondo artistico dell'epoca (anni '50), redigendo anche saggi per cataloghi di pittori come Sergio Vacchi, Alberto Burri, Bice Lazzari.

Dal 1951 è assistente volontario di Filosofia teoretica presso la cattedra di Ugo Spirito alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università La Sapienza di Roma. Pur essendosi tenuto fino a quel momento ai margini della vita accademica, con La crisi semantica delle arti{{}} (Officina) consegue nel 1964 la libera docenza diventando poi professore incaricato di Estetica dal 1964. Viene nominato ordinario di questa disciplina presso la medesima Facoltà nel 1973, dove ha insegnato fino al 1997. Dopo il libro d'esordio, gli studi di Garroni si sono dedicati alla semiotica, con una particolare attenzione per lo studio dei cosiddetti linguaggi non verbali. Del 1968 è il libro Semiotica ed estetica, del 1972 Progetto di semiotica': in entrambi questi volumi - pubblicati dall'editore Laterza e tradotti in varie lingue - emerge l’impostazione di un pensiero eterodosso rispetto alla corrente degli studi semiotici del tempo, soprattutto per il taglio filosofico che metteva in questione problemi teorici di ordine generale, e non solo settoriale, anticipando già le profonde critiche ricapitolate, più tardi, in Ricognizione della semiotica (1977, Officina). Al 1976 risale un testo di svolta nell’opera di Garroni: Estetica ed epistemologia (Bulzoni), primo di una serie di studi sulla Critica della facoltà di giudizio di Kant che avrebbero contribuito a rinnovare in modo decisivo l’interpretazione del testo fondativo dell’estetica occidentale e che sarebbero culminati in una nuova traduzione dell’opera (realizzata con Hansmichael Hohenegger, Einaudi 1999), oltre che in una vasta Introduzione poi ripubblicata nel volume L'arte e l'altro dall'arte. Saggi di estetica e di critica (Laterza 2003). A partire da quella svolta Emilio Garroni avrebbe via via definito l’orizzonte di una rinnovata filosofia critica che fa perno proprio su un’estetica intesa come «filosofia non-speciale»: non, dunque, una disciplina specializzata, che ha come oggetto l’arte, ma un’interrogazione sul senso dell’esperienza in genere che nell’arte trova, semmai, il suo referente esemplare, la sua più nitida occasione di pensiero. Dal consolidamento di questa prospettiva filosofica sarebbero nati alcuni dei suoi testi più importanti, come Senso e paradosso (Laterza 1983), Estetica. Uno sguardo-attraverso (Garzanti 1990), fino all’ultimo Immagine linguaggio figura: osservazioni e ipotesi (Laterza 2005).

L'interesse per l’arte non è mai stato ad ogni modo, per Emilio Garroni, solo di tipo filosofico. Fin dagli anni quaranta lo ha coltivato anche attraverso la pratica diretta della pittura e, dal decennio successivo, della scrittura narrativa, due attività alle quali ha tuttavia riservato destini differenti. Nel tempo, infatti, avrebbe dato alle stampe romanzi e racconti: nel 1962 uscì La macchia gialla (Lerici), nel 1963 I Tasmaniani (Bucciarelli), nel 1990 Dissonanzen-Quartett (Pratiche), nel 1992 Racconti morali (Editori Riuniti), nel 1994 Sulla morte e sull’arte (Pratiche). La pittura, invece, sarebbe rimasta per lui un esercizio privato, mai pensato per esposizioni pubbliche. Solo nell’ultimo testo preparato per la pubblicazione, la conversazione con Doriano Fasoli intitolata Il mestiere di capire (Edizioni Associate 2005), scelse alcuni dei suoi dipinti da riprodurre all’interno del volume. Un Autoritratto da lui realizzato fra il 1983 e il 1984, e concepito come un polittico suddiviso in tredici pannelli, è stato esposto per la prima volta a Roma (Sala Santa Rita) nel dicembre 2006.

[modifica] Il pensiero

Secondo Garroni l'estetica è una "filosofia non speciale" il cui compito non deve limitarsi allo studio delle espressioni artistiche ("il bello"), ma è finalizzato ad una visione e ad una "costruzione" del mondo fondata sull'esperienza del senso che comunque, per Garroni, continua ad avere nelle arti la sua manifestazione esemplare.

[modifica] Opere

Filosofiche

• La crisi semantica delle arti. Roma, Officina, 1964;
• Semiotica ed estetica. Bari, Laterza, 1968;
• Progetto di semiotica. Roma-Bari, Laterza, 1973;
• Pinocchio uno e bino. Roma-Bari, Laterza, 1975;
• Estetica ed epistemologia. Riflessioni sulla "Critica del Giudizio". Roma, Bulzoni, 1976;
• Ricognizione della semiotica. Roma, Officina Edizioni, 1977;
• Senso e paradosso. L'estetica, filosofia non speciale. Roma-Bari, Laterza, 1986;
• Conversaciones argentinas, Fantini Gráfica, Rosario, 1988;
• Estetica. Uno sguardo-attraverso. Milano, Garzanti, 1992;
• Osservazioni sul mentire e altre conferenze. Castrovillari, Teda, 1994
• L'estetica, filosofia non speciale. Roma-Bari, Laterza, 1995
• a cura di Emilio Garroni e Hansmichael Hohenegger. Immanuel Kant, Critica della facoltà di giudizio. Torino, Einaudi, 1999
• L'arte e l'altro dall'arte. Saggi di estetica e di critica. Roma-Bari, Laterza, 2003
• Immagine linguaggio figura: osservazioni e ipotesi. Roma-Bari, Laterza, 2005

Narrative

• La macchia gialla. Milano, Lerici, 1962
• I tasmaniani. Ancona, Bucciarelli, 1963
• Dissonanzen quartett. Una storia. Parma, Pratiche Editrice, 1990
• Racconti morali o Della vicinanza e della lontananza. Roma, Editori Riuniti, 1992
• Sulla morte e sull'arte. Nuovi racconti morali. Parma, Pratiche Editrice, 1994