Encyclopédie

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Frontespizio della prima edizione dell'Encyclopédie

L'Encyclopédie era un progetto culturale intorno a cui si radunarono i migliori intellettuali francesi, tra cui Diderot, d'Alembert e il barone Paul Henri Thiry d'Holbach. Ostacolata dalla censura e dai ripetuti attacchi della chiesa cattolica, l'opera, intrapresa nel 1747, trovò infine compimento nel 1772.

L'opera ebbe origine da un contratto sottoscritto da Diderot nel 1747 per la traduzione della Cyclopaedia o Universal Dictionary of Arts and Sciences, pubblicata a Londra da Ephraim Chambers nel 1728.

L'Encyclopédie, chiamata anche "Dizionario ragionato delle arti e dei mestieri" fu la più grande realizzazione culturale dell'Illuminismo. La sua storia fu molto travagliata, in particolare a causa dell'intervento delle autorità politiche e religiose; per un'opera di tale portata, infatti, si era reso necessario il "privilegio", ovvero l'autorizzazione delle autorità, la cui concessione, dapprima avvenuta, fu poi ritirata in seguito alle polemiche suscitate dagli ambienti più bigotti e tradizionalisti. Nonostante un decreto regio della monarchia francese del 1752 vietasse la pubblicazione di quest'opera(suggerendo un possibile incarico simile, affidato però ai gesuiti), fra il 1751 e il 1765 uscirono 17 volumi di testo, a cui seguirono, nel 1772, 11 volumi di tavole. Per via delle numerose battaglie combattute per la sua pubblicazione contro la censura e l'ostilità di certi ambienti culturali, l'Encyclopédie fu considerata come espressione di un vero e proprio "partito filosofico".

Il principale curatore di questo grandioso lavoro fu Denis Diderot, vivace intellettuale, scrittore e filosofo.

Fine dell'opera era il compendio dell'intero stato delle conoscenze dell'epoca. Secondo le parole dello stesso Diderot:

«L'Enciclopedia non poteva essere che il tentativo di un secolo filosofico. Ho detto questo, perché una tale opera richiede in ogni campo più ardire di quanto non se ne abbia nei secoli pusillanimi. Bisogna tutto esaminare, tutto rimuovere, senza eccezione e senza riguardo; osar vedere, come ora cominciamo a convincercene...Bisogna spazzar via le vecchie puerilità, rovesciare le barriere che la ragione ha elevate, rendere alle scienze e alle arti una libertà che è ad esse preziosa.»

Non c'era materia troppo prosaica né troppo aulica da non essere trattata. Diderot assegnò un ampio posto alle scienze ed alle "arti meccaniche". In particolare, incontrò direttamente gli artigiani al fine di descrivere il loro lavoro nel modo più veritiero possibile e riprodurre fedelmente le macchine di fatto impiegate.

La struttura dell'opera rispecchiava una precisa ripartizione del sapere, distinto in conoscenza "diretta", che insieme alla memoria costituisce la storia; conoscenza "riflessa", ovvero mediata dalla ragione, cui consegue la filosofia e la scienza; e immaginazione, che da' luogo alle varie arti. Le linee direttrici dell'Enciclopedia facevano capo alle teorie filosofiche e scientifiche di John Locke, Francesco Bacone, Cartesio, Isaac Newton.

Parteciparono alla stesura dell'opera tutti i maggiori intellettuali francesi dell'epoca. Diderot fu affiancato dal matematico d'Alembert, che scrisse il "Discorso preliminare". D'Alembert tuttavia abbandonò la collaborazione, quando nel 1758 l'opera venne condannata dal Parlamento di Parigi, condanna cui fece seguito quella del papa Clemente XIII, nel 1759. Diderot pertanto proseguì la redazione delle varie voci insieme a un numero ristretto di collaboratori, ed egli stesso giunse a redarre circa 1000 voci dell'enciclopedia.

Fra gli altri collaboratori, oltre a Diderot e D'Alembert, si annoverano anche il barone de Holbach, Jean-Jacques Rousseau, che collaborò con articoli di argomento musicale e redasse la voce "Economia politica", Voltaire, che redasse la voce "Storia", Montesquieu, gli economisti (teorici della fisiocrazia) Quiesnay e Turgot, e altri ancora.

L'Encyclopédie ebbe un largo successo all'epoca, all'inizio verso i ceti più ricchi, visto l'elevato prezzo dell'edizione completa, ma in seguito, con la pubblicazione di volumi più maneggevoli e meno costosi, si diffuse presso tutte le classi sociali.