Epopea slava
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Grazie al miliardario americano Charles R. Crane, Mucha crea, sul finire della sua carriera, il ciclo pittorico dell’Epopea slava, testimonianza dell’impegno culturale e politico in favore della causa slava.
Fra il 1910 e il 1928 il pittore realizza nel castello Zbirov venti grandi tele (6 x 8 metri), che raccontano i principali avvenimenti della storia slava fra il III e il XX secolo.
Fin dall’inizio questa serie è destinata quale dono alla città di Praga, ma a causa delle dimensioni gigantesche, l’Epopea all’inizio viene esposta solo parzialmente nel Palazzo dell’industria, poi in una scuola di Praga.
Nascosto dai patrioti cecoslovacchi durante l’occupazione nazista, l’intero ciclo si trova oggi nel castello di Moravsky Krumlov.
Durante i suoi viaggi, Mucha trasse numerose fotografie e disegni del popolo slavo, che tuttavia ai suoi occhi appariva arretrato, ignorante e superstizioso. Questa tela [?], intrisa di un forte simbolismo, si riferisce all’abolizione della servitù della gleba in Russia ottenuta nel 1861. L’idea originaria di Mucha di una celebrazione gioiosa dell’evento, si trasforma nella realistica rappresentazione di una folla indifferente, divisa in piccoli gruppi, di fronte all’imponente mole della cattedrale di San Basilio, a conferma della reale incomprensione del popolo nei confronti dell’importanza dell’editto.