Discussione:Eurocomunismo
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[modifica] Ultimo edit di Imperia
Ciao. Vedo che hai sostituito l'incipit:
L' eurocomunismo fu un tentativo che vari partiti comunisti europei fecero negli anni 70 per ampliare il proprio consenso popolare nei confronti soprattutto dei lavoratori appartenenti al ceto medio ed occupati nel pubblico impiego, dei nuovi movimenti sociali, come il femminismo ed il movimento di liberazione gay. Alla base delle idee eurocomuniste c'era il rifiuto del ruolo egemonico dell' Unione Sovietica ed una chiara ed esplicita professione di fedeltà alle istituzioni democratiche.
con questa nuova formulazione:
Il progetto "euro-comunista" fu un tentativo che il Partito comunista italiano, il Partito comunista francese, il Partito comunista spagnolo ed altri piccoli partiti comunisti europei fecero tra il 1975 ed il 1979 per differire il loro progetto politico dalla realta' sovietica. Alla base delle idee euro comuniste c'era il rifiuto del ruolo egemonico dell' Unione Sovietica ed una chiara ed esplicita professione di fedeltà alle istituzioni democratiche.
In pratica hai tolto le righe:
per ampliare il proprio consenso popolare nei confronti soprattutto dei lavoratori appartenenti al ceto medio ed occupati nel pubblico impiego, dei nuovi movimenti sociali, come il femminismo ed il movimento di liberazione gay.
lasciando immutato il resto, salvo piccoli rimaneggiamenti formali. C'è qualche motivo particolare per cui i riferimenti tolti non ti sembravano pertinenti? Attendo tua risposta prima di rimaneggiare il testo -- @ 09:54, 30 apr 2006 (CEST)
[modifica] Euro-com, PCE e PSUC
C'è un passaggio che non mi trova affatto d'accordo:
"Il Partito Comunista di Spagna e il suo affiliato catalano, il Partito Socialista Unificato della Catalogna, avevano già manifestato tendenze politiche liberali all'interno del Fronte Popolare durante la Guerra Civile Spagnola, ed emersero dal periodo franchista seguendo una linea essenzialmente eurocomunista."
Il PCE non aveva affatto "tendenze politiche liberali" nel Fronte Popolare, anche se, ad una prima, superficiale analisi, sembrerebbe così. Il fatto che il PCE si oppose agli "eccessi" di anarchici e trotzkisti, che, già con il governo Caballero, si opposero alle occupazioni, che bloccarono ogni istanza rivoluzionaria, era in realtà una mossa puramente tattica, che rientrava nella strategia frontista del Comintern e di Stalin e nella famosa, successiva formula del "socialismo in un solo paese".
Inoltre, il mutamento di paradigma si ebbe solo negli ultimi anni della dittatura di Franco e, anzi, fu osteggiato da una forte minoranza nel partito, tanto che, dimessosi Carrillo, la stretegia euro-comunista divenne oggetti di una durissima critica e, sostanzialmente, abbandonata. Solo qualche anno dopo, il PCE intraprese una linea più "moderata".
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