Fear (gruppo musicale)
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Fear | ||
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Nazionalità | Stati Uniti d'America | |
Genere | Punk 77, Hardcore Punk, L.A. Punk, American Punk | |
Periodo attività | 1977 - oggi | |
Album pubblicati | 5 | |
Studio | 4 | |
Live | 1 | |
Raccolte | 0 | |
Sito ufficiale | fearband.com | |
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I Fear sono un gruppo Punk 77/Hardcore Punk fomato nel 1977 a Los Angeles, California.
I Fear possono essere considerati come quelle "only one album band" capaci con una sola prova di rivoluzionare o inventare un genere come i: Sex Pistols, Germs, Adolescents, Mission of Burma, Squirrel Bait. Prima di arrivare al loro capolavoro, i losangelesi passarono un lungo periodo di gavetta: fin dal 1978 almeno. E gli ambienti che battevano erano i più degradati e squallidi che si possano immaginare.A differenza dei gruppi del periodo,i Fear,non appartenevano al mondo dell'opposizione o rivoluzione: i Fear non volevano cambiare le cose; ma, tramite tragico sarcasmo, defraudarle di importanza e peso e dunque sopportarle. Da qui la levità canzonatoria del jazz, di contro alla seriosità hardcore; e da qui anche un certo punk d'"evasione", quello cantilenato e consolatorio - come in alcuni brani dei Descendents o anche dei Misfits -. I Fear sono alienati e desolatamente tragici: hanno tuttavia una demenzialità che li ha salvati dall'autodistruzione: ed è questa la carta segreta del loro hardcore finto o mascherato.
Indice |
[modifica] L'album "Records"
L'album Record(Slash Records, 1982) è ritenuto il capolavoro della band, dura 27 minuti e contiene 14 pezzi. Nonostante la sua anzianità rimane tuttora un disco molto attuale e molto longevo.
[modifica] I Brani
"Let's have a war" esplode subito in un lisergico sferraglio sostenuto da una voce epicamente teppista, che alterna crescendo di borbottii a voli pindarici in quasi-falsetto.
"Beef boloney", dopo un demenziale e zappiano indugiare, attacca all'insegna di uno spedito hardcore-Germs cantilenato e relativamente fine a sé stesso; pur nobilitato da un'impressionante serie di distorsioni chitarristiche. La sezione ritmica è innovativa e fu paragonata a quella dei Rolling Stones.
"New York's alright if you like saxophones" sorvola a giri di sax sull'incivile vita civile metropolitana. Anche se il sound è considerato innovativo,si consuma in una certa retoricità.
"Gimme some action" è un minuto di missili Circle Jerks, tuttavia non catartici.
"We destroy the family", contrariamente al titolo, è il brano più "tenue" e sperimentale del disco:molto ritmico e jazzato appena, spronato dalla voce di Lee Ving.
"Disconnected" è il noise Velvet Underground alternato a ripartenze in velocità il cui monito è "fuck religion".
"We got to get out of this place" si svolge in una razionale demenzialità alla Captain Beefheart: appare proto-punk. Il passo compiuto in avanti dai Fear è tale proprio in quanto ritorna al proto-punk fine '60: saranno i Faith No More a traghettarlo definitivamente verso una non più implosione, ma esplosione che è il suono grunge anni '90.
"Getting the brush" indugia in un singhiozzare distorto e atutoreferenziale da collasso cardiaco, requiem o elettrocardiogramma piatto. "No more nothing" è il finale piccolo inno a un meditato nichilismo. La mielosa, profonda, potente e devastata voce di Lee Ving è al servizio di una cantilena conclusiva.
Veniamo ai brani più significativi. "Camarillo" è un hardcore mediolatino (spezzato da un giro di chitarra lusitana) che si sublima però in un attimo di metodicità a sua volta anticipata da un forte tambureggiare. Un minuto totale.
"I don't care about you (fuck you)" è il testamento spirituale dei Fear e vale per il sostentamento violentemente blues, a tratti con intervalli grunge, dato alla frase manifesto del titolo. "Foreing policy" è già un brano da piena era Faith No More: ha un suono più in avanti dei contemporanei, schema grunge. "I love live in the city" è un inno alla devastante vita metropolitana ("people die on the street and I love live in the city"); e questa volta riesce e perfettamente: toccata e fuga, poi Assolo di chitarra, infine il ruggito di Ving.
"Fresh flesh" è il bestiale richiamo allo stato di natura che non è altro che quello di città quand'è degradato: metà hardcore e metà noise.
[modifica] Album successivi
Nel 1985 uscirà il seguito More Beer, nel 1995 Have another Beer e nel 2001 American Beer; tuttavia questi album non avranno l'innovatività e l'originalità riconosciuta al disco d'esordio.
[modifica] Formazione
- Lee Ving - Voce, Chitarra (1977-oggi)
- Spit Stix - Chitarra (1977-1986)
- Lorenzo Buhne - Basso (1982-1986)
- Philo Cramer - Chitarra (1977-1986)
- Derf Scratch - Basso (1977-1982)
- Michael "Flea" Balzary - Basso (1982-1984)
[modifica] Discografia
- The Record (1982)
- More Beer (1985)
- Live...For the Record (1991)
- Have Another Beer with Fear (1995)
- American Beer (2000)