Fulvio Balisti
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Fulvio Balisti (Ponti sul Mincio, provincia di Mantova 19 agosto 1890 - ivi 9 luglio 1959) è stato un uomo politico italiano.
Partecipò volontariamente alla Prima guerra mondiale, in cui venne ferito e successivamente decorato con quattro medaglie al valore. Nel 1919 insieme a Gabriele D'Annunzio occupa la città di Fiume ed un anno dopo si iscrive al Partito Nazionale Fascista, senza tuttavia ricoprire alcuna carica pubblica durante la dittatura mussoliniana perché deluso dalla crescente burocratizzazione e statalizzazione. Nel 1940 assume il comando del I Battaglione Speciale Giovani Fascisti destinato a sud di Tobruk, in Africa Settentrionale, dove va a combattere. Ferito a Battaglia_di_Bir_el_Gobi nel dicembre del 1941 e consegnato agli inglesi, viene rimpatriato grazie ad uno scambio di prigionieri mutilati.
Dopo l'armistizio di Cassibile aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, credendo di ritrovarvi gli ideali "socialisti" del primo fascismo. Nella RSI ebbe numerosi incarichi: fu delegato per i Fasci Repubblicani della Lombardia e commissario federale a Brescia, collaboratore del foglio Brescia Repubblicana e vicino alle posizioni autonomistiche di Junio Valerio Borghese, comandante della X MAS.
Nel gennaio del 1944 alcune agenzie pubblicarono la notizia della sua nomina a segretario del Partito Fascista Repubblicano al posto di Alessandro Pavolini: l'avvicendamento al vertice, voluto dallo stesso Benito Mussolini, tuttavia non si realizzò a causa delle vibranti proteste dei pavoliani. Pochi mesi dopo verrà sottratto da ogni incarico per aver appoggiato uno sciopero degli operai di una fabbrica.
Sottrattosi all'epurazione, nel secondo dopoguerra si ritira a vita privata nella sua casa natale, significativamente ribattezzata "Piccola Caprera", che lasciò in eredità ai volontari combattenti di Bir el Gobi(Rgt.GG.FF.). Trascorre gli ultimi anni della sua vita in pressoché totale isolamento, assorto nella stesura delle sue memorie, contenute nei libri I volontari, Giovani Fascisti a Bir-el-Gobi e Pagine d'Africa.