Georgij Malenkov
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Incarico: | Premier dell'Unione Sovietica |
Periodo: | 1953-1955 |
Predecessore: | Iosif Stalin |
Successore: | Nikolaj Bulganin |
Incarico: | Leader dell'Unione Sovietica |
Periodo: | Marzo-Settembre 1953 |
Predecessore: | Iosif Stalin |
Successore: | Nikita Khruščёv |
Date di nascita: | 13 gennaio 1902 |
Luogo di nascita: | Orenburg, Russia |
Data di morte: | 14 gennaio 1988 |
Luogo di morte: | Kazakistan |
Professione: | politico |
Partito politico: | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Georgij Maksimilianovič Malenkov (in russo Гео́ргий Максимилиа́нович Маленко́в) (13 gennaio [8 gennaio per il Vecchio calendario], 1902 - 14 gennaio 1988) fu un politico sovietico, il leader del Partito Comunista e un attivo collaboratore di Stalin. Divenne per breve tempo leader dell'Unione Sovietica (Marzo–Settembre 1953) dopo la morte di Stalin e fu Premier dell'Unione Sovietica dal 1953 al 1955.
Malenkov nacque a Orenburg, Russia, in una famiglia militare di orgine macedone. Entrò nell'Armata Rossa nel 1919 e nel Partito Comunista nell'aprile del 1920. Durante il servizio militare, egli fu anche un commissario politico. Dopo la vittoria dell'Armata Rossa nel 1921, Malenkov studiò a Mosca nella Scuola Tecnica Superiore. Dopo la promozione nel 1925, lavorò nel Partito Comunista e divenne uno dei confidenti di Stalin. Insieme a Lavrentij Beria, Malenkov aiutò Stalin durante la purghe dei tardi anni '30. Malenkov divenne un rivale di Beria.
Nominato candidato per il Politburo, Malenkov vi entrò nel 1946. Sebbene Malenkov inizialmente avesse perso la posizione di favorito a vantaggio di Andrej Aleksandrovič Ždanov e Beria, egli ritornò presto nel favore di Stalin, specialmente per la caduta di Ždanov. Beria si unì a Malenkov, ed entrambi videro tutti gli alleati di Ždanov purgati dal Partito e inviati nei campi di lavoro. Nel 1952, Malenkov divenne membro del Comitato Centrale del PCUS. La morte di Stalin, nel 1953, portò per un breve periodo Malenkov alla più alta carica dell'URSS. Con l'appoggio di Beria divenne Presidente del consiglio dei ministri (o Premier) oltre che Segretario generale del PCUS, ma dovette dimettersi da segretario il 13 marzo, a causa dell'opposizione di altri membri del Praesidium. Nikita Khruščёv assunse l'incarico di Segretario generale in settembre avviando un periodo di duumvirato Malenkov-Khruščёv.
Malenkov mantenne la carica di premier per due anni, nei quali espresse la sua opposizione all'armamento nucleare, dichiarando che una guerra nucleare avrebbe potuto portare alla distruzione globale." Sostenne inoltre la conversione dell'economia verso la produzione di beni di consumo a scapito dell'industria pesante.
Fu costretto a dimettersi nel febbraio 1955, dopo essere finito sotto attacco per la sua vicinanza a Beria (che venne giustiziato come traditore nel dicembre 1953) e per il fallimento delle sue politiche di governo. Malenkov rimase all'interno del successore del Politburo, il Praesidium. Comunque, nel 1957 venne nuovamente costretto a dimettersi a causa del fallito tentativo di deporre Khruščёv, condotto assieme a Nikolaj Bulganin, Vyacheslav Molotov, e Lazar Kaganovich (il cosiddetto Gruppo Anti-Partito). Nel 1961, venne espulso dal Partito Comunista ed esiliato all'interno dell'Unione Sovietica. Divenne il manager di una centrale idroelettrica in Kazakistan fino alla sua morte.
Predecessore: | Capi dell'Unione Sovietica | Successore: | ![]() |
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Iosif Stalin | 1953 | Nikita Khruščёv |
Predecessore: Iosif Stalin |
Premier dell'Unione Sovietica 1953–1955 |
Successore: Nikolaj Bulganin |