Gheminga
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Gheminga è il nome di due esperienze di scrittura creativa, critica e giornalismo partecipativo tra la fine del Novecento e gli inizi del Duemila.
Indice |
[modifica] Primo Periodo
[modifica] Storia
Gheminga, Bollettario quadrimestrale di letteratura, fondata e diretta a Brindisi nel 1988 da Nadia Cavalera, con l'obiettivo precipuo di focalizzare la realtà letteraria brindisina fino a quel tempo quasi del tutto ignorata, anche dai periodici di aree limitrofe. Di qui, per analogia, la scelta del nome di una stella da tempo ma invano ricercata, perché se ne avvertivano gli influssi, dall'Istituto di Fisica Cosmica di Milano, che, una volta individuata, giusto nel gennaio 1988, a memoria delle attese del passato, e per bocca dello scienziato Giovanni Bignami così l'aveva battezzata: Gheminga, la stella che "non c’è" in dialetto meneghino. Di qui anche la scelta grafica, assolutamente innovativa nel panorama della pubblicistica del tempo, di riprodurre la forma di uno snello e oblungo bollettario che, a precisa testimonianza, presentasse nella matrice le note biobibliografiche e critiche dell'autore, e nella figlia il testo creativo o critico.
[modifica] Collaboratori
Colmando un'evidente lacuna, Gheminga ha rappresentato la prima rivista esclusivamente letteraria della città di Brindisi. Intorno al suo progetto di rivalutazione del sommerso, gli autori più significativi del territorio: Ettore Polito, Gianmarco Gallinari, Sergio Sbrollini, Gerardo Trisolino, Mimmo Tardio, Bruna Micelli, Cesare Corrado, Pino Indini, Adriana Notte, lo stesso noto poeta dialettale, di Ceglie Messapica, Pietro Gatti, alla sua prima e unica esperienza redazionale.
Perché meglio dal confronto risultasse l'"ecceità" brindisina (come scrive la Cavalera nell'editoriale del n. 0) la rivista si è aperta ad ampie collaborazioni. Ha ospitato infatti gli inediti di altri autori pugliesi (Lino Angiuli, Maria Marcone, Anna Santoliquido, Antonio Verri, Ercole Ugo D'Andrea, Enzo Miglietta, Carlo Alberto Augieri, Francesco Lala, Enzo Panareo, Michele Pierri, Giovanni Amodio, Auro Nicola Franco, Enzo Jacovino, Angelo Lippo), e di ambito nazionale (Alda Merini, Mariella Bettarini, Gilda Musa, Luciano Nanni, Maria Grazia Zamparini, Gabriella Maleti, Gianni Toti, Carla Bertola, Amelia Rosselli ed altri). La rivista, durata un anno (con 4 fascicoli, compreso il numero 0), si è interrotta per il trasferimento della Cavalera a Modena, dove, non potendo più contare su una collaborazione fattiva a Brindisi, ha subito la metamorfosi in "Bollettario", che della "matrice" Gheminga conserverà la forma grafica in dimensioni però maggiori. Sarà Edoardo Sanguineti, coinvolto dalla Cavalera nell'orbita della rivista, a scegliere come nome della nuova testata quello che era stato il sottotitolo di Gheminga.
[modifica] Secondo Periodo
Nel 2001 riparte sul web grazie all'impegno di un gruppo di giovani universitari modenesi intenzionati a realizzare un luogo dove vi fosse libertà di espressione nel segno della prima esperienza, mutando però i suoi obiettivi e cercando di muoversi verso il giornalismo partecipativo, tra le prime in Italia.
Ad oggi Gheminga è un progetto aperto.
Autorizzazione del Tribunale di Brindisi n°1 del 24.02.1988