Gianmarco Bellini
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Gianmarco Bellini, ufficiale dell'Aeronautica Militare Italiana.
Alla vigilia della Prima Guerra del Golfo il governo italiano inviò nel Golfo Persico otto caccia-bombardieri Tornado.
Il 16 gennaio 1991 le forze della coalizione iniziarono dei bombardamenti a tappeto sulle posizioni delle forze armate irachene sia sul territorio dell'Iraq che su quello del Kuwait.
Il 18 gennaio il Maggiore Gianmarco Bellini (pilota) ed il Capitano Maurizio Cocciolone (navigatore), a bordo del loro Tornado decollarono con una squadriglia internazionale di 10 velivoli. Bellini e Cocciolone furono gli unici capaci di portare a termine il rifornimento in volo, mentre gli altri 9 aerei della squadriglia fallirono e dovettero rientrare alla base. Il profilo di missione prevedeva che questa venisse compiuta anche con un solo velivolo, pertanto Bellini e Cocciolone proseguirono da soli.
Il loro aereo fu colpito dalla contraerea irachena, e dovettero lanciarsi con il seggiolino eiettabile. Vennero catturati dalle truppe irachene, ma all'inizio il loro fato rimase ignoto.
Il 20 gennaio la TV irachena mostrò un gruppo di prigionieri di guerra della coalizione, fra cui Cocciolone. Il suo volto tumefatto suggeriva un trattamento brutale e le parole da lui pronunciate sembravano dettate dai suoi carcerieri. Nessuna notizia di Bellini venne data in questa occasione, facendo temere il peggio. I due vennero tenuti separati per tutto il tempo della prigionia.
Il 3 marzo entrambi gli ufficiali furono rilasciati.
Bellini e Cocciolone furono gli unici prigionieri di guerra italiani di tutto il conflitto.
Bellini fu in seguito nominato comandante della base aerea di Ghedi.