Giorgio Ascarelli
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Giorgio Ascarelli (Napoli, 18 maggio 1894 - 12 marzo 1930) famoso esponente dell'ebraismo partenopeo, fu un imprenditore napoletano di grande successo dell'inizio del XX secolo. Era figlio di Salomone Ascarelli, ex vice sindaco di Napoli per la zona Mercato e titolare di una grande industria di tessuti, fondata nel 1879. Come il padre fu membro della loggia massonica napoletana di rito scozzese, detta "Loggia Madre". Fu protagonista del rinascimento ebraico napoletano che andò via via scemando in coincidenza con le Leggi Razziali del 1938. Come industriale si trovò ad amministrare un fatturato considerevole, che incrementò ulteriormente grazie alle sue innate capacità imprenditoriali. la sua Manifattura di Villadosia allungava propaggini fino in Lombardia, a Busto Arsizio. Fu anche amante dell'arte e studioso autodidatta di pittura. Appassionato di sport, fu tra i fondatori del Real Circolo Canottieri Italia nella rinnovata sede sulla Banchina Santa Lucia e, soprattutto, nel 1926, il promotore principale della fondazione del Napoli Calcio, allora noto come A.C. Napoli, che riunì in una sola compagine tutte le squadre esistenti in quel momento in città. Grazie ai suoi sforzi economici ed alle sue idee di mercato, la nuova formazione divenne in breve tempo competitiva a livello nazionale. Al termine della stagione 1928/29 riuscì a convincere la FIGC ad allargare a 18 partecipanti (anzichè a 16) il primo campionato a giorne unico, facendovi rientrare anche la sua squadra, dimostrandosi influente dirigente sportivo anche a livello federale. Nel 1929 commissionò, completamente a sue spese, la costruzione di un nuovo campo sportivo, di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi della Ferrovia. Lo stadio, inaugurato il 23 febbraio 1930 col nome di "Vesuvio", gli sarebbe stato successivamente dedicato a furor di popolo, in conseguenza della sua scomparsa, avvenuta appena 17 giorni dopo. In seguito l'impianto, ribattezzato "Partenopeo", avrebbe ospitato due partite dei mondiali del 1934 (tra cui la finalina), prima di finire distrutto dai bombardamenti abbattutisi su di esso durante la II guerra mondiale. Il suo nome sopravvive comunque e continua ancor oggi a identificare il rione di case sorte attorno la zona in cui sorgeva lo stadio (Rione Ascarelli, appunto).