Giudizi
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Il giudizio corrisponde per Kant all'unione di un predicato ed un soggetto tramite una copula, distingue quindi:
- giudizi analitici (sempre a priori)
- giudizi sintetici a posteriori (o empirici)
- giudizi sintetici a priori (o scientifici)
[modifica] Giudizi analitici
I giudizi analitici sono ovvi e non derivano dall'esperienza (sono appunto a priori), ad esempio:
- "I corpi sono estesi". Il predicato qui attribuito al soggetto "corpi" non dice nulla in più di ciò che già si sa, l'estensione è già implicita nella definizione di "corpo", e non occorre esperienza per formulare questa proposizione. Questo tipo di giudizio perciò non permette di progredire.
[modifica] Giudizi sintetici a posteriori
I giudizi sintetici a posteriori invece, dicono qualcosa in più di ciò che già si sa, ma derivano solamente dall'esperienza personale, non sono perciò utilizzabili in ambito scientifico, ad esempio:
- "Una rosa è bella". La determinazione "bella" non è implicita nel soggetto, ma è una determinazione in un certo senso inaffidabile, perché defice di oggettività.
[modifica] Giudizi sintetici a priori
I giudizi sintetici a priori sono invece quelli in grado di garantire il progresso alla scienza. Essi predicano qualcosa che non è implicito nella definizione del soggetto, ma attribuiscono questo predicato basandosi su di un calcolo oggettivo, che non deriva dall'esperienza personale, ed è per questo perfettamente attendibile. I giudizi matematici sono, secondo Kant, un esempio di questo caso particolare:
- "7+5=12 ". Questo giudizio è sintetico, perché non si rileva il numero 12 nel 7 o nel 5, perciò arrivare al risultato, significa progredire. Questa operazione è però oggettiva e non empirica, perciò detta "a priori".
Una futura metafisica, secondo Kant dovrà perciò essere basata su giudizi sintetici a priori, gli unici che permettono l'avanzamento scientifico.
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