Giulio Rapetti
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
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«La mia anima si spande come musica d'estate»
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(Da L'emozione non ha voce, 1999)
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Giulio Rapetti (conosciuto anche con il nome d'arte di Mogol, Milano, 17 agosto 1936) è considerato un genio assoluto della parola, nonché il più celebre paroliere italiano; ha collaborato con i più grandi cantanti italiani, tra cui Mina e Celentano, e soprattutto con Lucio Battisti.
Il padre, Mariano Rapetti, era un importante dirigente della casa discografica Ricordi, a sua volta paroliere di successo degli anni Cinquanta, noto con il nome di Calibi.
Il giovane Giulio, anch'egli impiegato nella Ricordi come addetto alla pubblicizzazione delle edizioni, iniziò l'attività di "paroliere", come allora venivano appellati gli autori di testi delle canzoni, contro la volontà del padre.
I suoi primi successi furono: Al di là, canzone che, interpretata da Luciano Tajoli e Betty Curtis, nel 1961 vinse il Festival di Sanremo e Una lacrima sul viso, con cui Bobby Solo ottenne un clamoroso successo nel 1964.
Anche se fu firmata per il deposito alla Siae da lui, Il cielo in una stanza è in realtà opera di Gino Paoli, che non era ancora iscritto al momento della pubblicazione della canzone, interpretata da Mina, che ne fece un evergreen.
Oltre a scrivere ex novo testi in italiano per moltissimi cantanti, Mogol era anche fortemente impegnato, in anni in cui ancora in Italia vi era scarsa dimestichezza con la lingua inglese, nella traduzione dall'originale di moltissimi successi d'oltreoceano, tra cui soprattutto colonne sonore di film, ma anche brani di Bob Dylan.
Nel 1965 avvenne l'incontro chiave di Mogol con Lucio Battisti, giovane chitarrista laziale del complesso I campioni e autore musicale. Mogol contribuì coi suoi testi all'iniziale successo di Battisti come autore, sfociato in clamorosi successi quali 29 settembre, affidata alla Equipe 84, e lo stimolò anche ad impegnarsi come produttore, come avvenne con la canzone Sognando la California, versione italiana (ovviamente tradotta da Mogol) di California Dreaming degli americani Mamas and Papas, e con Senza luce, versione italiana della mitica A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum, entrambe portate dai Dik Dik ad un enorme successo di vendite.
Nel 1966, Mogol, che dovette a tale scopo superare le resistenze della casa discografica Ricordi, convinse Lucio Battisti a cantare da sé le sue canzoni: l'intuizione del "paroliere" milanese sarà tra le più felici della storia della musica italiana, poiché Battisti, dopo inizi incerti, a partire dal 1969 esploderà anche come cantante, divenendo uno degli artisti di maggior successo in assoluto del panorama musicale italiano. Nello stesso anno lascia l'etichetta discografica per fondarne una insieme a Battisti, la Numero Uno, che raccolse sotto la sua egida molti celebri cantautori italiani.
Notevoli, oltre alla sterminata produzione battistiana le canzoni che i due affidarono con immancabile successo a cantanti italiani tra i più famosi quali Bruno Lauzi, Patty Pravo e, soprattutto, Mina.
Nel 1980 Mogol ruppe il duraturo sodalizio artistico con Lucio Battisti, e proseguì con successo la propria attività di autore di testi col celebre cantautore Riccardo Cocciante, scrivendo con lui i testi per i brani di alcuni album di ottima fattura e di notevole successo, primo della serie Cervo a Primavera. Altrettanto fruttuosa si è rivelata la collaborazione con Gianni Bella, con il quale ha scritto alcune tra le più belle canzoni di sempre come "Nell'aria", "Il Patto", "L'ultima poesia" e la straordinaria "Senza un briciolo di testa" (terza a Sanremo 1986), portate al successo dalle splendide interpretazioni di Marcella Bella.
Ultimamente, diradatasi e indirizzatasi verso altri orizzonti la produzione artistica di Cocciante, col quale pareva essersi realizzato (anche se non con lo stesso successo, né con la stessa intensità di rapporti personali) un sodalizio paragonabile a quello con Battisti, Mogol è, a partire da Io non so parlar d'amore (pubblicato nel 1999) in poi, stabilmente l'autore dei testi delle canzoni di un altro grande artista della musica italiana, Adriano Celentano, per cui scrive le musiche Gianni Bella col quale continua tutt'ora lo staordinario sodalizio artistico. Anche la collaborazione tra Mogol e Celentano sfocerà in enormi successi di vendite.
Tra i frutti di più alto livello di questa collaborazione vi è la delicata canzone L'arcobaleno, inclusa nel CD Io non so parlar d'amore, che è ritenuta apertamente dedicata a Lucio Battisti, allora scomparso da poco, come sembra attestare anche la commossa interpretazione di Celentano, che di Battisti fu buon amico.
Mogol è anche noto per aver dato vita alla Nazionale italiana cantanti, che disputa incontri a scopo benefico in tutta Italia, e per la realizzazione nelle campagne dell'Umbria, a Toscolano, del CET, una modernissima scuola per autori, musicisti e cantanti. Si tratta di una struttura oggi importante, perché è invalsa la consuetudine per cui i giovani cantanti ammessi al Festival di Sanremo usano far precedere l'esibizione sul palco del Teatro Ariston da una sorta di "ritiro" di natura squisitamente artistica presso la struttura di Mogol, il quale a testimonianza del suo grande amore per la musica e del suo affetto per gli artisti più giovani, avrebbe finora speso gran parte dei sicuramente ingenti guadagni accumulati nel corso della sua carriera per il mantenimento del CET.
Al Festival di Sanremo 2005 ha contribuito al rilancio di Marcella (suo il testo e musiche di Gianni), dopo oltre 10 anni di assenza dalla competizione, con Uomo bastardo suscitando non poche polemiche. Mogol ha anche fondato la NIC, Nazionale Italiana Cantanti
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