Giuseppe Jovinelli
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Giuseppe Jovinelli, detto Don Peppe (Caiazzo, Napoli, 22 marzo 1866 - Roma, 20 dicembre 1924) fu un impresario teatrale e talent scout, oltre che presidente della società che diresse teatri di varietà e sale cinematografiche nella capitale italiana tra cui il Teatro Ambra Jovinelli.
Giuseppe Jovinelli, il cui vero cognome era Iovinella, mutato in Iovinelli forse per un errore di trascrizione dell'anagrafe dove fu registrata la nascita, giunse a Roma poco più che ventenne in cerca di fortuna. Si stabilì presumibilmente nel quartiere Esquilino, dove in seguito a degli scontri con la piccola malavita locale riuscì a ripulire la zona dai loschi individui che la popolavano guadagnandosi stima e rispetto degli abitanti.
Nel 1891 sposò Anna Caputo, napoletana d'origine, con la quale aprì un luna park itinerante con pianta stabile a Napoli e dalla quale ebbe una figlia di nome Teresinella. Dopo solo un anno il matrimonio fallì ma i due restarono legalmente sposati, non essendo ancora stato istituito il divorzio. Poco dopo si trasferì in pianta stabile a Roma insieme alla nuova compagna, Concetta Calabrese, con la quale non si sposò mai ma dalla quale ebbe sette figli, tra cui Graziano, futuro gestore del Teatro Ambra Jovinelli.
Don Peppe acquistò dei terreni in varie zone di Roma in cui costruì i teatri di sua gestione: gli scomparsi Teatro Margherita e Teatro Umberto I, poco più che baracconi in legno, ed il Teatro Jovinelli, gioiello architettonico in stile liberty, tuttora unico teatro in tale stile della capitale. Con il nuovo status sociale che aveva raggiunto, grazie alla scalata sociale dovuta al successo imprenditoriale, Don Peppe mutò il proprio cognome da Iovinelli a Jovinelli.
E' a Giuseppe Jovinelli che è legato l'ingresso di Totò nel mondo dello spettacolo. Sebbene le dinamiche non siano ben chiare, è proprio al teatro Jovinelli che Totò debuttò, imitando le macchiette del famoso Gustavo De Marco, che militò tra gli attori di Don Peppe per lungo tempo. Totò non fu l'unico grande artista scritturato dall'impresario: in tempi diversi si esibirono per lui Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, Gennaro Pasquariello, Armando Gill, Alfredo Bambi, Zara I e molti altri.
Le attività di Don Peppe non si limitarono comunque alla sola imprenditoria teatrale: a suo modo fu attivo in campo sociale, organizzando più volte l'anno pranzi e cene di beneficenza per aiutare i bisognosi e gli orfani. Finanziò più volte degenti e ciechi, categoria alla quale era molto legato avendo sofferto in gioventù di una temporanea perdita della vista.
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