Il processo (romanzo)
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Il processo | |
Titolo originale | Der Prozess |
Autore: | Franz Kafka |
Anno (1a pubblicazione) : | 1925 |
Genere: | Romanzo |
EDIZIONE RECENSITA | |
Anno: | 2002 |
Editore: | Feltrinelli |
Traduzione: | Anita Raja |
Collana: | Universale Economica Feltrinelli |
Pagine: | 238 |
ISBN | 8807821095 |
Progetto Letteratura |
Il processo è un romanzo, scritto da Franz Kafka e pubblicato per la prima volta, incompiuto, nel 1925. È un storia surreale che narra la vicenda processuale di Josef K. dal suo inspiegabile arresto.
Il romanzo si compone di 10 capitoli, scritti principalmente fra l'agosto del 1914 e il gennaio dell'anno successivo, ma riveduti a più riprese da Kafka fino al 1917. Sebbene l'opera sia incompiuta, l'ordine dei capitoli è indicato da Kafka, e sono presenti sia il capitolo iniziale che quello finale.
Il manoscritto giunse nel 1920 nelle mani di Max Brod, amico di Kafka, che giunse a considerarlo la più grande opera dello scrittore. Brod esaminò il manoscritto, eseguendo alcune piccole modifiche per compensarne le lacune, e giunse a far pubblicare il romanzo nel 1925. Come scrisse Bruno Schulz nella prefazione dell'edizione del 1936[1]:
In questo romanzo più ancora che nelle altre sue opere, Kafka usa uno stile che serve lo scopo di rendere la narrazione spersonalizzante e angosciosa. I personaggi sono spesso indicati con sigle; dello stesso protagonista non viene mai detto il nome. La trama presenta diverse contraddizioni, che non sono però da attribuirsi all'incompiutezza dell'opera: in effetti, esse sono introdotte ad arte per mettere in dubbio qualsiasi punto di riferimento certo per il lettore e trascinarlo così in una condizione quasi onirica.
Indice |
[modifica] La trama
Il protagonista è uno stimato uomo d'affari che lavora per un'importante banca di Praga. Quando riceve la prima convocazione per il processo pensa ad un errore e decide di intervenire subito per risolvere lo spiacevole malinteso. Il protagonista cerca di combattere la macchina processuale del suo stato con la logica e con quel pragmatismo che gli deriva dal suo lavoro presso la banca.
Ma il signor K. si trova contro un muro di gomma che rifiuta la logica e pretende di dettare i tempi e la metodologia dello svolgimento del processo. Durante il processo K. non riesce a scoprire il proprio capo di imputazione, ma si trova costretto ad assumere uno stimato avvocato che lo difenda.
L'avvocato pur essendogli stato caldamente raccomandato si comporta come il tribunale, procede con delle azioni e dei passi che K. non è in grado di verificare né comprendere in pieno. L'avvocato lo rassicura sull'impegno profuso per il suo caso e sulla dedizione che riserva alla sua causa, ma K. si trova a vivere nella dimora dell'avvocato delle vicende surreali e dopo un periodo di riflessione decide di licenziare l'avvocato e di ignorare le richieste del tribunale. Questa sua rinuncia alla difesa lo porta alla sua condanna. Infatti Josef K. viene prelevato dagli agenti del tribunale e portato in una cava, dove viene ucciso con una coltellata per ordine del tribunale.
Il signor K. muore in conseguenza di una condanna inflittagli da un tribunale che non ha mai voluto informarlo delle accuse a suo carico e che non gli ha mai consentito di attuare una vera difesa per il suo presunto crimine, qualunque esso sia stato. La sua uccisione viene effettuata da due agenti che svolgono il loro incarico come fosse una faccenda quotidiana e banale e il protagonista prima di morire, pensando alla sua squallida morte, esclama Come un cane!.
[modifica] Primo capitolo
Josef K., procuratore di una grande banca di Praga, la mattina del suo trentesimo compleanno riceve la visita di due uomini sconosciuti che gli comunicano che è in arresto. Gli viene anche comunicato che è iniziato a suo carico un processo. A Josef K. non viene fornita alcuna indicazione circa il crimine per cui sta venendo processato. Questa situazione viene introdotta fin dal celebre incipit:
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«Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato»
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Nonostante l'arresto, Josef K. viene quindi a sapere che per il momento gli viene consentito di continuare con la propria vita normale e lavorare in banca come sempre.
[modifica] Secondo capitolo
Josef K, di rientro dalla banca, parla con la sua affittuaria, la signora Grubach. La signora lo rassicura circa l'arresto.
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«Lei non deve prendersela troppo a cuore. Che cosa non capita nel mondo!»
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Poi Josef parla con la vicina, signorina Burstner.
[modifica] Terzo capitolo
Nel terzo capitolo Josef K. si reca alla prima udienza del processo. Si ritrova in un quartiere di periferia, abitato da povere famiglie. Gli edifici sono tutti uguali, e Josef K. fatica a trovare l'aula, situata al quinto piano di un edificio apparentemente qualsiasi. Quando riesce a trovarla, incontra il giudice istruttore, che lo sta aspettando. Josef K. si difende in maniera accorata di di fronte a una sala gremita, arrivando ad attaccare il malfunzionamento della burocrazia giudiziaria.
[modifica] Quarto capitolo
La domenica seguente Josef K. torna al tribunale, ma non vi è alcuna udienza. Parlando della moglie dell'usciere, Josef K. si mostra baldanzoso, asserendo di non prendere seriamente né il processo né la minaccia di una eventuale condanna.
[modifica] Quinto capitolo
Mentre si trova in banca, Josef K. sente dei lamenti provenienti da un ripostiglio. Scopre che (nel ripostiglio!) un picchiatore sta per malmenare gli ufficiali che la mattina dell'arresto lo avevano tenuto sotto sorveglianza. Josef K. si sente in colpa, ma non riesce a dissuadere il picchiatore. Lo stesso accade la sera successiva.
[modifica] Sesto capitolo
Josef K. riceve la visita dello zio, che ha saputo del processo. Durante un lungo colloquio, lo zio lo invita a rivolgersi a un "avvocato dei poveri" di nome Huld. Josef K. segue il consiglio dello zio e nello studio di Huld conosce l'assistente dall'avvocato, una certa Leni, che lo prende in simpatia.
[modifica] Settimo capitolo
Josef K. torna dal proprio avvocato, che lo ragguaglia sul funzionamento del tribunale. Da Huld Josef K. viene anche a sapere che lui stesso dovrà scrivere una memoria personale da presentare al tribunale. Parlando con Huld, Josef K. inizia a preoccuparsi seriamente.
Un giorno, in banca, riceve la visita di un industriale che gli offre l'aiuto di un amico pittore, un certo "Titorelli". Josef K. va a trovare il pittore, che abita in un solaio di un edificio del tribunale. Quando Josef K. dichiara di essere innocente, il pittore risponde che quando il tribunale viene avviato, difficilmente recede dalle accuse mosse all'imputato.
[modifica] Ottavo capitolo
Josef K. torna da Huld per rinunciare ufficialmente al suo aiuto. Incontra Leni e un commerciante di nome Block, che gli descrive la propria esperienza in fatto di processi, dicendo che gli imputati tendono a diventare superstiziosi e isolarsi dal resto del mondo.
[modifica] Nono capitolo
Josef K. si reca presso il duomo per fare da cicerone a un cliente italiano. Il cliente però non arriva. Josef K. se ne sta per andare quando un sacerdote dal pulpito lo chiama per nome. Il sacerdote dice di essere il cappellano del carcere e di sapere tutto del suo processo. Le parole del cappellano, che espone una parabola sulla giustizia, sembrano avere lo scopo di preparare Josef K. al peggio.
[modifica] Decimo capitolo
Josef K. è alla vigilia del suo trentunesimo compleanno. Due signori si presentano a casa sua e lo portano via. Josef K. capisce che sono gli esecutori della sentenza a cui il tribunale è in qualche modo arrivato. I due lo prendono sottobraccio e lo portano a una casa vicino a una cava di pietra. Adagiano Josef K. e uno dei due estrae un coltello da macellaio. Mentre dà l'ultimo sguardo alla vita, Josef K. vede un uomo che si sporge da una finestra. Viene accoltellato al cuore e sente per ultime le parole del suo carnefice:
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«"Come un cane!" disse, fu come se la vergogna dovesse sopravvivergli»
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[modifica] Eredità
Il processo ha esercitato una profonda influenza sulla storia della letteratura e sulla cultura in genere. L'uso dell'aggettivo kafkiano con riferimenti a situazioni assurde, paradossali e angoscianti, entrato nell'uso comune, deve intendersi riferito soprattutto a quest'opera (anche se, in gradi minori, sensazioni analoghe si provano leggendo diverse opere di Kafka). La descrizione del tribunale e di un sistema giudiziario distopico, in cui la burocrazia è tanto impietosa quanto cieca e imprevedibile, sono stati ripresi in molte opere successive (per esempio, nel film Brazil di Terry Gilliam).
[modifica] Voci correlate
- Il Processo, film di Orson Welles del 1962
[modifica] Collegamenti esterni
- Il Processo, riduzione radiofonica di Radio 3 Rai (Il Terzo Anello - Ad alta voce): 23 puntate, formato .ram
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