Lingua volgare
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Nel Medioevo in Europa occidentale, con l'espressione lingua volgare si indicava la lingua parlata dal popolo (in latino vulgus), che con il passare dei secoli si era distaccata notevolmente dal latino classico e si era differenziata geograficamente. Dal "volgare" parlato nei diversi paesi si sono evolute le attuali lingue romanze (italiano, francese, spagnolo...) e i loro numerosi dialetti.
La lingua volgare non ha una data di nascita precisa, tuttavia dal secolo VIII in poi si possono trovare numerosi documenti che comprovano la necessità, per chi volesse essere compreso al di fuori della cerchia dei chierici, di adoperare, anche per iscritto, la lingua volgare.
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[modifica] Le origini
L'inizio del processo di disgregazione del latino classico si può collocare tra il III e il IV secolo d.C.. In questa fase si parla piuttosto di latino volgare: vi sono modificazioni lessicali e grammaticali (ad esempio la caduta di alcune desinenze) ma la sintassi e la struttura delle frasi sono ancora latine.
Dall'VIII secolo si hanno le prime testimonianze di una lingua che si differenzia nettamente dal latino: i primi scritti in volgare italiano pervenuti fino a noi sono l'Indovinello veronese, scritto verso l'anno 800 (che una parte degli studiosi considera però ancora un esempio di latino volgare) e i Placiti cassinesi, del 960 circa. Dell'842 è invece il Giuramento di Strasburgo, in volgare francese e tedesco. Nell'XI secolo il volgare italiano (con notevoli differenziazioni nelle varie regioni) risulta in uso corrente in documenti di carattere giuridico, ecclesiastico e mercantile.
[modifica] Nascita della lingua italiana
Per quanto riguarda la presenza consapevole di una lingua letteraria in grado di produrre testi maturi dobbiamo invece attendere il XIII secolo, con la figura di Francesco d'Assisi (1181-1226) e con la scuola poetica siciliana. Nel XIV secolo si affermano i grandi scrittori fiorentini in lingua volgare: Dante (1265-1321), Petrarca (1304-1374) e Boccaccio (1313-1375). Grazie alla loro influenza la nuova lingua italiana nasce e si codifica basandosi principalmente sul volgare toscano.
Nel primo Quattrocento si assiste però ad una crisi del volgare, a causa di un giudizio negativo da parte dell’élite intellettuale sulle qualità retorico-stilistiche di questa lingua; contemporaneamente si nota un rinascere dell'interesse per i classici, che ben pochi erano ancora in grado di comprendere agevolmente. Anche i laici si dedicano alla ricerca ed allo studio dei grandi autori latini e a poco a poco emergono dalle biblioteche testi da tempo dimenticati. Mentre a Firenze non è possibile evitare un confronto con la grande tradizione trecentesca in volgare, gli umanisti non fiorentini sono accomunati da un atteggiamento di svalutazione o disprezzo nei confronti di questa lingua.
Di fatto con l'Umanesimo le due tradizioni continuano a convivere: nella seconda metà del secolo il letterato umanista non è quasi mai esclusivamente latino, bensì bilingue, e contribuisce all'espansione del volgare; talvolta si ha persino la compresenza delle due lingue in uno stesso testo. Nel XV secolo si affermano quindi due tipi di produzione letteraria: da un lato si ha la produzione in latino, espressione di un ritorno all'antico tramite l'imitazione dei generi classici, e quindi rivolta ad un pubblico di specialisti; dall'altro lato si ha la produzione in volgare, destinata ad una fruizione più ampia e all'espressione di generi popolari, ma non per questo rivolta esclusivamente ad un pubblico sprovvisto di mezzi intellettuali.
[modifica] Declino del latino
Nella seconda metà del secolo si avrà un'intensificazione della circolazione dei testi in volgare, nonostante ancora alla metà del Cinquecento la produzione in questa lingua sia ancora nettamente inferiore a quella in latino: questo fenomeno è facilitato anche dall'affermarsi dell'arte della stampa a caratteri mobili.
Il latino sopravviverà come lingua franca per i letterati e gli scienziati fino al 1800 circa (grandi come Newton, Eulero, Gauss pubblicarono tutti le proprie opere in latino); quindi verrà soppiantato in questo ruolo dal francese e, in epoca più recente, dall'inglese.
[modifica] Voci correlate
- Poesia trobadorica
- Placiti cassinesi
- Indovinello veronese
- Ritmo Bellunese
- Glossario di Monza
- Catacomba di Commodilla
- Postilla Amiatina
- Testimonianze di Travale
[modifica] Collegamenti esterni
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