Maffeo Vegio
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Maffeo Vegio (Lodi, 1407 – Roma, 1458) è stato un poeta italiano, che scrisse in latino, considerato tra i migliori poeti latini del XV secolo.
Figlio di Bellorio Vegio e di Caterina de Lanterii, entrambi di nobile famiglia, fu inviato agli studi di grammatica all'Università di Pavia e successivamente a Cremona. Il ricordo di quegli anni è nel suo trattato De educatione liberorum. Sono questi gli anni in cui nasce il suo amore per la poesia virgiliana.
All'età di quindici anni è a Milano dove studia retorica, studio che prosegue poi a Roma. Ma ben presto affianca agli studi di dialettica e di legge la sua vocazione poetica. Tra la cinquantina di opere che scrisse, quella più nota è la continuazione dell'Eneide, nota come il Supplementum Aeneidos o anche come Aeneidos Liber XIII. Completata nel 1428, l'opera, in esametri latini, inizia da dove termina l'Eneide, e descrive il matrimonio di Enea con Lavinia e la sua deificazione ultima. Il testo fu molto apprezzato dai contemporanei, tanto che fu spesso incluso nelle edizioni dell'Eneide pubblicate nel XV e XVI secolo. Sempre ispirato dalla poesia virgiliana, compone Rusticalia, carme ispirato alla vita campestre.
Vegio scrisse anche l'epica Mors Astyanactis (1430), sulla morte del figlio del troiano Ettore Astianatte, e un'epica in quattro libri Vellus Auream (il Vello d'oro - 1431). Nel 1436-7 completò la sua epica sulla vita di Sant'Antonio di Padova, la Antoniade.
Animato da un profondo sentimento religioso si votò al sacerdozio entrando nell'ordine dei monaci agostiniani, esercitando il suo ministero con devota umiltà: fu fatto canonico della Basilica di San Pietro nel 1443, carica che mantenne fino alla sua morte. Fu sepolto nella chiesa di Sant'Agostino.