Mario Soldati
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Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 - Tellaro, 19 giugno 1999), è stato un importante romanziere, sceneggiatore e regista cinematografico italiano.
[modifica] Biografia
Laureato in Lettere all'Università di Torino con Lionello Venturi, in seguito ottiene la specializzazione a Roma presso l’Istituto superiore di Storia dell’Arte. Ebbe una fortunata carriera letteraria, iniziata nel 1925, anche se la notorietà arrivò solo dieci anni più tardi, con il diario del suo soggiorno negli Stati Uniti come docente alla Columbia University, America primo amore, cui fece seguito l'aggiudicazione di molti prestigiosi premi letterari.
Intellettuale versatile e dai molti interessi, si prestò a esperienze diverse. Diresse trenta film fra gli anni '30 e '50, tra cui Eugenia Grandet (1947) tratto dal romanzo di Balzac, con Alida Valli tra gli interpreti, e La provinciale (1953), forse il suo film migliore, con Gina Lollobrigida come interprete principale. Recitò in Napoli milionaria accanto a Peppino De Filippo, progettò e condusse programmi televisivi, anche con Mike Bongiorno. Come giornalista, è stato collaboratore di testate quali: "Il Mondo" , "Il Corriere della Sera", "La Stampa", "Il Giorno".
Dal 1980 al 1997 è stato Presidente del "Centro Pannunzio" di Torino di cui insieme ad Arrigo Olivetti e Pier Franco Quaglieni è stato uno dei fondatori nel 1968: nel 1997 ne divenne Presidente onorario.
Nel 1986 ricevette la cittadinanza onoraria dal Comune di Lerici, nella cui frazione di Tellaro aveva preso da tempo dimora per restarvi fino alla morte; analogo riconoscimento ricevette nel 1991 dalla Città di Torino, città natale.
Il Presidente della Repubblica nel 1994 lo insignì motu proprio della massima onorificenza dello Stato italiano, il Cavalierato di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica.
[modifica] Il profilo artistico
[modifica] Lo scrittore
[modifica] Il regista
Nonostante abbia girato 30 film, allestendo cast comprensivi dei più grandi attori della sua epoca, il fatto di essere uno scrittore di talento e di successo ha rischiato spesso di far passare Soldati come un regista mancato o come uno scrittore frustrato dall'incapacità di trasferire nelle pellicole un uguale talento artistico. In realtà il regista fu (e sostenne egli stesso di essere) una cosa diversa dallo scrittore, innanzitutto poiché interpretò in modo assolutamente diverso il "ruolo" delle due figure e dei relativi campi d'azione: "il cinema non è come lo scrivere, appartiene meno a chi la fa ed i registi sono meno individuali, più collettivi, sono più a contatto con il popolo". Soldati pertanto alternò l'attività di scrittore, vissuta come prolungamento romantico di un esercizio privato e soggettivo dello spirito, a quella di regista, avvertita come collettiva ed esercitata nel necessario compromesso con la dimensione commerciale e in costante "ascolto" dei gusti del pubblico: come egli stesso disse, "il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria; l'artista che fa del cinema deve per forza venire a patti con questa industria", diversamente dall'editoria poiché "il costo della produzione cinematografica è troppo più alto del costo della produzione editoriale" e non permette all'artista in proprio non solo la diffusione ma nemmeno "la stesura dell'opera stessa nelle sue concrete qualità artistiche". Tale consapevolezza e i suoi conseguenti atteggiamenti pongono Soldati in piena consonanza con le rivoluzioni in atto nell'industria culturale italiana fra gli anni '30 e il boom economico, facendolo diventare il primo grande media-man della cultura italiana.
Il filo che tiene unita tutta la produzione cinematografica di Soldati, così varia e multiforme, consiste proprio nella messa a punto di una pratica creativa plasmata (e sempre adattata e verificata) sulle logiche dell'industria culturale e dell'impatto col pubblico. Il primo filone è caratterizzato da opere come Piccolo mondo antico, Malombra e Daniele Cortis, tratte tutte dai romanzi di Antonio Fogazzaro, di cui è travasato nelle pellicole soprattutto lo spirito scapigliato, romantico e romanzesco, insomma melodrammatico e popolare. Il secondo filone, con Botta e risposta, È l'amor che mi rovina e O.K. Nerone, testimonia della nuova logica di coabitazione tra popolare ed élite, tra alto e basso che tra il '45 e i primi anni '50 caratterizza l'industria cultutale.
Gli ultimi film, infine, sono per lo più opere originali e di gruppo, alla ricerca di nuove formule per tenere il cinema in equilibrio tra cultura di massa e difesa di una qualità tradizionale. Le varie fasi della cinematografia di Soldati hanno sempre in comune il contatto ravvicinato con il popolo, e, sia pure con tanti stili diversi, uno per ogni film, il costante impegno nel modellare il suo classicismo di fondo sulle esigenze del prodotto da offrire, senza mai però rinunciare ad un minimo di continuità poetica. Questi furono i requisiti di quel cinema "medio" oggi scomparso, che nel caso di Soldati poneva al centro sempre "il gusto e i significati nostrani" che egli ricercava con sensibilità e curiosità antropologica.
Le sue opere più riuscite - che ancora oggi possono essere ammirate con piacere - sono: Piccolo mondo antico, Malombra, Le miserie del signor Travet, Eugenia Grandet, La provinciale, La donna del fiume e Policarpo, ufficiale di scrittura.
[modifica] Opere letterarie principali
Di seguito si elencano, in ordine cronologico, i suoi scritti più importanti:
- Pilato (tragedia in tre atti), Torino, Sei, 1925;
- Salmace (sei novelle), Novara, “La Libra”, 1929; ripubblicato con una nota di C. Garboli, Milano, Adelphi;
- America primo amore, Firenze, Bemporad, 1935, poi: Roma, Einaudi, 1945; Milano, Garzanti, 1956; Milano, Mondadori, 1959 e 1976; Milano, Emme Edizioni, 1975;
- (Con lo pseudonimo di Franco Pallavera) Ventiquattro ore in uno studio cinematografico, Milano, Cortina, 1935, poi: Palermo, Sellerio, 1985;
- La verità sul caso Motta, Milano, Rizzoli, 1941, poi: Milano, Mondadori, 1967 e 1973;
- L’amico gesuita (racconti), Milano, Rizzoli, 1943, poi: Milano, Mondadori 1979;
- Fuga in Italia, Milano, Longanesi, 1947, poi: Milano, Edizioni Scolastiche Mondadori, 1969;
- A cena col commendatore, Milano, Longanesi, 1950, poi: Milano, Mondadori, 1961 e 1977;
- L’accalappiacani, Roma, Atlante, 1953;
- Le lettere da Capri, Milano, Garzanti, 1954, poi: Milano, Mondadori, 1961, 1976 e successive edizioni;
- La confessione, Milano, Garzanti 1955, poi: Milano, Mondadori, 1959 e 1980 e Milano, Adelphi, 1991; *I racconti, Milano, Garzanti, 1957;
- Il vero Silvestri, ivi, 1957, poi: Milano, Mondadori, 1959 e 1971;
- La messa dei villeggianti, ivi, 1959, poi: 1982;
- I racconti 1927-1947, ivi, 1960 (riedizione dei Racconti, Milano, Garzanti, 1957);
- Canzonette e viaggio televisivo (poesie), Milano, Mondadori, 1962;
- Storie di spettri, ivi, 1962;
- Le due città, Milano, Garzanti, 1964, poi: ivi, 1985;
- La busta arancione, Milano, Mondadori, 1966, poi: ivi, 1984;
- I racconti del maresciallo, ivi, 1967; Fuori, ivi, 1968;
- Vino al vino. Viaggio alla ricerca dei vini genuini, ivi, 1969, poi: ivi, 1981;
- I disperati del benessere (viaggio in Svezia), ivi, 1970;
- Il meglio, Milano, Longanesi, 1970;
- L’attore, Milano, Mondadori 1970, poi: ivi, 1975, quindi Milano-Novara, Mondadori-De Agostini, 1986;
- 55 novelle per l’inverno, Milano, Mondadori, 1971;
- Vino al vino 2, ivi, 1971, poi: Milano, Mondadori, 1981; Da spettatore, ivi, 1973;
- Un prato di papaveri, ivi, 1973;
- Il polipo e i pirati (fiaba illustrata), Milano, Emme Edizioni, s.d. [ma 1974];
- Lo smeraldo, Milano, Mondadori, 1974, poi: ivi, 1985;
- Lo specchio inclinato, ivi, 1975;
- Vino al vino 3, ivi, 1975, poi: ivi, 1981;
- La sposa americana, ivi, 1977, poi: ivi, 1980;
- Lettere a Mario Soldati, ivi, 1979;
- Addio diletta Amelia, ivi, 1979;
- 44 novelle per l’estate, ivi, 1979;
- La carta del cielo (antologia per la scuola media a cura di N. Ginzburg), Torino, Einaudi 1980;
- L’incendio, Milano, Mondadori, 1981;
- La casa del perché, ivi, 1982;
- Lo scopone, in collaborazione con Maurizio Corgnati, ivi, 1982;
- Nuovi racconti del maresciallo, Milano, Rizzoli, 1984;
- L’architetto, ivi, 1985;
- L’avventura in Valtellina, Bari, Laterza, 1986;
- Ah! Il Mundial!, Milano, Rizzoli, 1986;
- El Paseo de Gracia, ivi, 1987;
- Regione regina (raccolta di scritti già editi dedicati alla Liguria), Bari, Laterza, 1987;
- Rami secchi (ritratti e ricordi), Milano, Rizzoli, 1989. ;Dell’opera omnia si segnala:
- Opere. I: Racconti autobiografici, a cura di C. Garboli, Milano, Rizzoli, 1991;
- Tentazioni, prefazione di C. Garboli, Novara, Interlinea, 1996.
[modifica] Filmografia
Di seguito si elencano, in ordine cronologico, i film che diresse per il cinema:
- La principessa Tarakanova (1938)
- La signora di Montecarlo (1938)
- Due milioni per un sorriso (1939)
- Dora Nelson (1939)
- Tutto per la donna (1940)
- Piccolo mondo antico (1941)
- Tragica notte (1942)
- Malombra (1942)
- Chi è Dio (1945)
- Quartieri alti (1945)
- Le miserie del signor Travet (1946)
- Eugenia Grandet (1947)
- Daniele Cortis (1947)
- Fuga in Francia (1948)
- Quel bandito sono io (1950)
- Botta e risposta (1950)
- Donne e briganti (1951)
- È l'amor che mi rovina (1951)
- O.K. Nerone (1951)
- Il sogno di Zorro (1952)
- Le avventure di Mandrin (1952)
- I tre corsari (1952)
- Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1952)
- La provinciale (1953)
- Il ventaglino (1954)
- La mano dello straniero (1954)
- La donna del fiume (1955)
- Era di venerdì 17 (1957)
- Italia piccola (1957)
- Policarpo, ufficiale di scrittura (1959)