Michelle Bachelet
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Verónica Michelle Bachelet Jeria (nata il 29 settembre 1951) è una politica socialista cilena ed il primo presidente donna del suo paese, in carica dall'11 marzo 2006. Ha vinto al ballottaggio le elezioni presidenziali del Cile opposta all'imprenditore Sebastián Piñera, con il 53% dei voti. La Bachelet è stata anche ministro della sanità e ministro della difesa per il presidente uscente, Ricardo Lagos.
Bachelet è madre separata di tre figli e parla spagnolo, inglese, tedesco, portoghese, francese ed un po' di russo.
Indice |
[modifica] Biografia
Michelle Bachelet è nata a Santiago del Cile da Ángela Jeria, antropologa, e Alberto Bachelet, generale dell'aviazione. Diplomata nel 1969 al Liceo Nº 1 Javiera Carrera, una scuola femminile. Nel 1970 entra nella facoltà di medicina dell'Università del Cile.
Durante il governo di Salvador Allende, il padre della Bachelet dirigeva l'ufficio per la distribuzione delle derrate alimentari e a seguito del golpe cileno dell'11 settembre 1973 fu imprigionato presso l'accademia aeronautica sotto accusa di tradimento.
A seguito delle torture subite, morì nel 1974 per arresto cardiaco nella prigione di Santiago. Anche l'allora fidanzato della Bachelet, Jaime López, fu detenuto e torturato ed entrò nel novero dei desaparecido.
Il 10 gennaio 1975 anche Michelle e sua madre furono arrestate e vennero detenute e torturate a Villa Grimaldi, noto centro di detenzione di Santiago, per 21 giorni [1]. Grazie ad alcune conoscenze familiari le due donne vennero esiliate e raggiunsero in Australia il fratello maggiore del padre di Michelle, Alberto. La Bachelet e sua madre si spostarono quindi in Germania Est, dove Michelle imparò il tedesco presso l'Herder Institut di Lipsia e continuò gli studi medici presso l'Università Humboldt di Berlino.

Nel 1979 Michelle torna in Cile dove conclude gli studi e si laurea (nel 1982) presso l'Università del Cile come medico chirurgo. Tra il 1983 ed il 1986 si specializza in pediatria e sanità pubblica presso l'ospedale pediatrico "Roberto del Río". In questo periodo torna all'attività politica, impegnandosi sul fronte del ripristino della democrazia. Tra il 1985 ed il 1987 ha una relazione con Alex Vojkovic, un portavoce del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR), un gruppo di lotta armata tra i cui piani rientrava anche un attentato contro il generale Augusto Pinochet nel 1986. Collabora inoltre con alcune organizzazioni non governative come il PIDEE (che presiede tra il 1986 e il 1990) che aiuta i figli dei torturati e degli scomparsi.
Col ritorno al regime democratico, la Bachelet lavora per il ministero della sanità, come consulente della Pan-American Health Organization e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tra il 1994 e il 1997 la Bachelet lavora come consigliere per la sottosegreteria del Ministero della Sanità. Spinta dall'interesse per le relazioni tra società civile e apparati militari, inizia a studiare presso l'Accademia Nazionale di Studi Politici e Strategici (Anepe), uscendone a pieni voti e ottenendo di proseguire i suoi studi negli Stati Uniti, all'Inter-American Defense College di Washington con una borsa di studio. Nel 1998 torna in Cile per lavorare presso il Ministero della Difesa come consigliere del ministro e consegue un master in "scienza militare" presso l'Accademia Militare dell'esercito cileno.
[modifica] Vita politica
Come studente universitario, la Bachelet era membro della "Gioventù Socialista". Si iscrive al Partito Socialista Cileno negli anni Settanta. Nel 1995 diventa membro del comitato centrale del partito e dal 1998 al 2000 è un membro attivo della sua commissione politica. Nel 1996 è candidata sindaco per il Partito Socialista a Las Condes, un sobborgo di Santiago, ottenendo solo il 2,35% dei voti.
La Bachelet viene nominata Ministro della Sanità dal Presidente Ricardo Lagos l'11 marzo 2000 ed il 7 gennaio del 2002 viene nominata Ministro della Difesa, diventando la prima donna che abbia mai ricoperto una simile carica in un paese latinoamericano.
Sul finire del 2004, in seguito ad un aumento della sua popolarità nei sondaggi, le viene chiesto di essere il candidato del Partito Socialista per le elezioni presidenziali [2]; il primo ottobre del 2004 la Bachelet si dimette dai suoi incarichi governativi per affrontare la campagna elettorale. Per ufficializzarne la candidatura si tengono elezioni primarie, tuttavia la sua rivale Cristiano-Democratica Soledad Alvear si ritira a due mesi dal voto per via del mancato sostegno del proprio partito e degli scarsi riscontri nei sondaggi.
Nelle elezioni del 2005 la Bachelet fronteggia il candidato di centro-destra Sebastián Piñera (di "Rinnovamento Nazionale"), il candidato della destra Joaquín Lavín ("Unione Democratica Indipendente") e quello di estrema sinistra Tomás Hirsch ("Juntos Podemos Más", "Uniti possiamo di più"). Al primo turno ottiene il 46% dei voti, Piñera il 25%, Lavín il 23% e Hirsch il 5%.
Il 15 gennaio vince al ballottaggio contro Piñera e diventa la prima donna capo di stato del Cile e la settima in America meridionale, dopo Janet Jagan in Guyana, María Estela Martínez de Perón in Argentina, Lidia Gueiler Tejada in Bolivia e Rosalía Arteaga in Ecuador, Violeta Chamorro in Nicaragua e Mireya Moscoso a Panama. È comunque la terza donna latinoamericana (dopo la Jagan e la Chamorro) ad essere eletta democraticamente, tutte le altre precedentemente elencate salirono al potere alla morte del proprio marito.
Predecessore: | Presidente del Cile | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Ricardo Lagos Escobar | 2006 - | presente | I |
[modifica] Altri progetti
- Commons
Commons contiene file multimediali su Michelle Bachelet
Articolo su Wikinotizie: Cile elezioni presidenziali 2006
[modifica] Collegamenti esterni
- (ES) Sito di Michelle Bachelet (porta ora al sito della Presidenza della Repubblica)
- (EN) Un reportage della BBC (BBC News)
- (EN) Le inattese difficoltà della donna che vuole diventare presidente (The Economist)