Montepulciano d'Abruzzo rosso
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Montepulciano d'Abruzzo | |
Istituito con decreto del | 24/05/1968 |
Gazzetta Ufficiale del | 15/07/1968, n 178 |
Resa (uva/ettaro) | 140 q |
Resa massima dell'uva | 70,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 11,0% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 11,5% |
Estratto secco netto minimo | 18,0‰ |
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Il Montepulciano d'Abruzzo rosso è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Chieti, L'Aquila, Pescara e Teramo.
Indice |
[modifica] Caratteristiche organolettiche
- colore: rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee, in giovane età. Con l'invecchiamento, in genere oltre i cinque anni. tende a sfumature amaranto e mattone.
- odore: vinoso, intenso, immediatamente riconducibile alla ciliegia, poi frutti rossi more e liquerizia con l'invecchiamento.
- sapore: asciutto, spigoloso da giovane, morbido con l'età, sapido, giustamente tannico.
[modifica] Cenni storici
L'uva Montepulciano è presente in Abruzzo da tempo immemore, ma solamente dal diciassettesimo secolo si inizia a chiamare quest'uva con il nome attuale.
L'origine dell'uva sembra essere comune alle altre tipologie a bacca nera del meridione, tutte chiaramente derivanti dalla Grecia. Nei secoli rimarrà l'apprezzamento che ne ebbe il condottiero cartaginese Annibale, che tenne sotto scacco Roma per molti anni, rinvigorendo uomini e cavalli con il vino prodotto nel territorio degli Aprutzi. Da più di due secoli va avanti la disputa sulla paternita del nome "montepulciano", conteso tra gli abruzzesi e i viticoltori di Montepulciano (SI). La confusione fu dovuta alla similitudine di alcune caratteristiche ampelografiche, e la capacità di produrre vini simili, anche se il montepulciano primutico (primaticcio o anche precoce) risultò essere il prugnolo gentile, clone del sangiovese grosso, quando invece l'uva degli Abruzzi era tardiva rispetto a quella toscana, dava vini decisamente più strutturati, longevi e carichi di profumi e colore. La confusione venne a crearsi nella Baronia di Carapelle, tenuta de'Medici in Abruzzo, areale nel quale vennero importate le prime tecniche viticole ed enologiche evolute dalla Toscana in Abruzzo. Il punto di partenza del Montepulciano attualmente coltivato in Abruzzo, dopo l'avvento della Fillossera (philloxera vastatrix), fu la zona di Torre de Passeri, nell'apertura della Valle Peligna verso l'Adriatico. Da diversi archivi risulta anche che alcuni cloni scampati alla devastazione della fine dell'800, vennero reperiti nella Marsica, in vigne ad altezze alle quali la Fillossera non sopravvive, situate probabilmente a Gioia dei Marsi, Aielli o San Pelino-Paterno. Attualmente le nuove tecniche viticole ed enologiche consentono di coltivare il Montepulciano ovunque, ma l'areale ottimale nel quale sembra acclimatarsi in maniera ideale è la Valle Peligna, tanto che ne cantò anche il poeta latino Ovidio "terra ferax Ceresis multoque feracor uvis" terra fertile cara a Cerere(dea del grano) e molto più fertile per l'uva". Dalla vendemmia 2003 alla sottozona "Colline Teramane" è stata concessa la DOCG. Con opportune modifiche al disciplinare di produzione nel 2005, ad altre aree, è stata concessa anche la menzione "Riserva"; alcune IGT sono passate a sottozone DOC, e probabilmente a breve verranno richieste altre DOCG per determinate sottozone.
[modifica] Abbinamenti consigliati
Il Montepulciano giovane sopporta grigliate di carne suina e ovina. I vini più vecchi sono comunque preferibili con carni rosse, pezzature nobili di bovino o ovino. Ottimo il confronto con formaggi pecorini a stagionatura crescente di pari passo con l'invecchiamenteo del vino.
[modifica] Produzione
Provincia, stagione, volume in ettolitri
- nessun dato disponibile