Mostellaria
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La Mostellaria è una commedia del grande commediografo latino Plauto, ed è inserita nel ciclo della beffa. E' sicuramente una delle più note commedie plautine, ed esemplifica la tipologia fondamentale dell'intreccio comico di Plauto, cioè l'inganno e la beffa come motori degli eventi
Indice |
[modifica] Personaggi principali
- Teopropide, vecchio padrone di casa
- Filolachete, figlio perdigiorno di Teopropide
- Tranione, schiavo astuto ed ingannatore
- Grumione, altro schiavo, ma di campagna
- Callidamate, migliore amico di Filolachete
- Filemazia, flautista e prostituta, amante di Filolachete
- Fanisco, schiavo di Callidamate
- Pinacio, schiavo di Callidamate
- Delfia, prostituta "amica" di Calidamate
- Simone, vicino di casa di Teopropide
[modifica] Trama
Dopo tre anni di assenza per affari, un ricco mercante ateniese, Teopropide ( nome che significa Figlio di indovino) torna improvvisamente a casa.
L'improvviso arrivo viene notato dallo schiavo Tranione (Trappola), che inventa un piano per impedire che il capofamiglia entri in casa, dato che era stata trasformata dal figlio Filolachete (Amico nella Sorte) in una specie di taverna pubblica e di bordello.
[modifica] Il piano di Tranione
Lo schiavo, dopo aver fermato il vecchio Teopropide che stava per entrare in casa, dove si stava svolgendo una festa a base di donne e alcool, racconta che la dimora era stata infestata dal fantasma di un uomo ucciso molti anni prima dal precedente padrone.
Il vecchio crede nelle parole del suo servo, ma proprio mentre era in procinto di andarsene, arriva un usuraio, che aveva prestato a Filolachete il denaro per poter riscattare la propria amante Filemazia, una sgualdrina che animava le feste in casa.
[modifica] L'altra menzogna di Tranione
Tranione si sente perduto, ma recupera l'animo e inventa una nuova bugia, facendo credere a Teopropide che i soldi erano stati usati per comprare una nuova casa, dato che quella vecchia era ormai irrecuperabile.
Così il vecchio Teopropide resta ancora all'oscuro dei bagordi che stanno avvenendo nella sua dimora, e del fatto che il suo patrimonio è stato quasi del tutto sperperato.
[modifica] La scoperta dell'inganno
Dopo che Tranione si era allontanato, Teopropide incontra due tizi che cercano di entrare nella sua casa. Essi sono Fanisco e Pinacio, schiavi del migliore amico di Filolachete, Callidamate, che in quel momento è in casa occupato a festeggiare.
Dopo un rapido interrogatorio il vecchio capisce l'inganno, ed è in preda ad una rabbia furibonda contro il figlio e lo schiavo, dalla quale riuscirà a distoglierlo solo l'intervento di Callidamate.
Alla fine Filolachete e Tranione verranno perdonati da Teopropide.
[modifica] Curiosità
- In questa commedia è ben presente la caratteristica del teatro plautino dei nomi parlanti. Infatti tutti i nomi dei personaggi sono collegati alla storia, ad esempio il nome "Teopropide" significa "Figlio di Indovino", in contrapposizione alla lentezza con cui il vecchio comprende l'inganno orditogli.
- La narrazione è piena di battute a doppio senso ed oscene, che spesso non vengono rese nella traduzione in italiano
- In molti punti della commedia è presente il termine pergraecari (gozzovigliare alla greca), che rappresenta il modo con cui molti romani vedevano i greci, cioè come fannulloni perdigiorno
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