Nikolai Przewalski
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L'età d'oro dell'esplorazione dell'Asia centrale fu dominata dalla figura di Nikolai Mikhailovich Przewalski. Nato a Smolensk il 12 aprile 1839, fin da ragazzo dimostrò una grande passione per i viaggi. Il padre era un ufficiale dell'esercito e il giovane Nikolai, anche per le forti pressioni cui era sottoposto, si convinse ad abbracciare la carriera militare con la prospettiva delle numerose opportunità di viaggiare che questa gli avrebbe offerto, anche se non amò mai la vita da graduato.
Per dimostrare sia alla Società Geografica Russa sia ai suoi uffuciali anziani che sarebbe potuto diventare un buon esploratore, li persuase a sponsorizzare la sua prima spedizione (1867-69) nella regione del fiume Ussuri, nelle estreme regioni orientali della Russia. L'esito della missione impressionò tutti, la Società acconsentì a finanziare i viaggi successivi di Przewalski e anche l'esercito gli concesse le licenze di cui aveva bisogno con l'unica clausola che al ritorno da ogni spedizione egli facesse un rapporto dettagliato all'esercito prima di contattare la Società Geografica.
Il patto faustiano di Przewalski gli valse la libertà di viaggiare a condizione, però, di diventare, nello stesso tempo, un agente dell'esercito. Non si sposò mai, proseguendo invece la sua carriera militare fino al grado di generale di divisione e diventando il più famoso di tutti gli esploratori zaristi. Il suo interesse si concentrò prevalentemente sull'Asia centrale, dove fu protagonista di quattro importanti spedizioni in 15 anni:
- Mongolia, Cina e Tibet (1870-73)
- Tian Shan, Lop Nor, deserto di Taklamakan e Xinjiang settentrionale (1876-77)
- Mongolia, Cina e Tibet (1879-80)
- Mongolia, Cina, Tibet, deserto di Taklamakan e Tian Shan (1883-85)
Le spedizioni partite dalla Mongolia avevano lo scopo di trovare un passaggio per raggiungere il Tibet. Przewalski riuscì infine a raggiungere Lhasa e venne anche ricevuto dal Dalai Lama di allora. Nel corso della missione non diretta in Tibet, scoprì il piccolo cavallo della steppa che oggi porta il nome dell'esploratore, il cavallo di Przewalski.
Nel corso dell'ultima spedizione raggiunse Karakol attraverso il passo Bedel. Nel 1888 si trovava a Bishkek (l'allora Pishpek) per la preparazione di una nuova missione, che nelle sue intenzioni sarebbe stata la più grande tra tutte quelle fino ad allora compiute. Durante una battuta di caccia alla tigre nei pressi del fiume Chuy, bevve imprudentemente l'acqua del fiume, contrasse il tifo e venne trasportato al lago Issyk-Kul perché si potesse riposare e curare. Da qui scrisse allo zar, chiedendo di essere sepolto accanto al lago nei suoi abiti da esploratore. Morì presso l'ospedale militare il 20 ottobre 1888.
