Paflagonia
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La Paflagonia è un'antica regione costiera dell'Anatolia, bagnata a nord dal Mar Nero e situata tra la Bitinia ad ovest, il Ponto ad est e la Galazia a sud. Secondo Strabone, il fiume Partenio costituiva il confine occidentale della regione, mentre il fiume Halys (l'odierno Kızılırmak) ne costituiva quello orientale.
Sebbene i Paflagoni non abbiano mai giocato un ruolo importante nella storia, sono stati una delle più antiche nazioni anatoliche (Iliade, II. 850-855). Sono menzionati da Erodoto tra i popoli conquistati da Creso, e si sa che nel 480 a.C. hanno inviato un grosso contingente per l'esercito di Serse I. Senofonte dice che erano governati da un proprio principe, senza alcun legame con i satrapi vicini: la loro libertà era forse dovuta alla natura del loro paese, con le sue alte catene montuose e i valichi difficoltosi. Sembra che tutti questi governanti avessero portato il nome Pilimene per rivendicare una discendenza dal capo tribù il cui nome compare nell'Iliade in qualità di leader dei Paflagoni, alleati di Troia.I Paflagoni erano conosciuti anche per la loro mancanza di moderazione nel bere alcolici
Successivamente, la Paflagonia passò sotto il controllo dei re macedoni, e dopo la morte di Alessandro Magno, fu assegnata ad Eumene, insieme alla Cappadocia ed alla Misia. Continuò comunque ad essere governata da principi indigeni fino a quando fu assorbita dal potere usurpatore del Ponto: i governanti di quella dinastia divennero signori della maggior parte della Paflagonia già durante il regno di Mitridate III (302-266 a.C.), ma la città di Sinope non cadde nel loro controllo fino al regno di Farnace I. Da allora, l'intera provincia fu annessa al Regno del Ponto fino alla caduta di Mitridate VI (65 a.C.).
Pompeo unì le regioni costiere della Paflagonia e la maggior parte del Ponto nella provincia romana della Bitinia, ma lasciò l'interno del paese ai principi locali, fino a che la dinastia si estinse e l'intero paese fu annesso all'Impero Romano. Il nome della Paflagonia fu comunque mantenuto e ricordato dai geografi, anche se i suoi confini non sono stabiliti con certezza da Claudio Tolomeo. La Paflagonia fu poi eretta a provincia autonoma da Diocleziano attorno al 295 d.C.
Al tempo degli Ittiti, la regione fu abitata dall'etnia Kashka. La loro esatta relazione etnica con i Paflagoni è incerta; sembra piuttosto che fossero legati al popolo della regione vicina, la Cappadocia, che apparteneva al ramo anatolico degli Indoeuropei. Dalla testimonianza di Strabone, sembra che la loro lingua fosse caratteristica.
La maggior parte della Paflagonia è montuosa, ma contiene valli fertili e produce in abbondanza nocciole e frutta, in particolare prugne, ciliegie e pere. Le montagne sono rivestite da dense foreste che forniscono grandi quantità di legname. Per questo le sue coste furono occupate da colonizzatori greci fin dai tempi più antichi. L'esempio più illustre è la ricca città di Sinope, fondata intorno al 630 a.C. da Mileto. Amastris (oggi Amasra), qualche chilometro ad est del fiume Partenio, divenne importante durante il governo dei re macedoni; mentre Amisus (l'odierna Samsun), una colonia di Sinope situata poco ad est del fiume Halys (e quindi non strettamente in Paflagonia secondo i confini definiti da Strabone), crebbe fino a divenire una rivale della sua città madre.
Le più importanti città dell'interno erano Gangra - anticamente la capitale dei re Paflagoni, in seguito chiamata Germanicopolis, situata vicino il confine con la Galazia - e Pompeiopolis, nella valle del fiume Amnias, vicino a ricche miniere di un minerale chiamato sandarake da Strabone (arsenico rosso o solfuro di arsenico), ampiamente esportato da Sinope.