Pescatori di corallo italiani
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Intorno a Bona (attuale Annaba) in Algeria tra il 1850 ed il 1880 si insediò una attiva comunità di pescatori di corallo. Questi provenivano dalla Toscana, dal golfo di Napoli e da altre località delle coste della penisola italiana. Fino al 1860 la cosa non preoccupava i francesi che avevano da poco tempo conquistato l'Algeria, in quanto anche se numerosi questi marinai provenivano dai vari regni preunitari. Dal punto di vista statistico con l'Unità d'Italia i sudditi italiani superano il numero di francesi presenti sul suolo africano. Da quel momento in poi la Francia inizia una politica volta a limitare la presenza italiana nella colonia. L'atto più eclatante fu il decreto che trasformava in francesi tutti i figli degli italiani nati in Algeria.
In particolare la pesca del corallo, particolarmente lucrosa, era quasi un monopolio italiano.
La guerra commerciale tra Francia ed Italia ebbe il punto più alto nel 1881.
Il console italiano a Bona, ex console Toscano, cosciente dell'importanza del lavoro di questi pescatori per l'economia nazionale, fu combattuto apertamente dal console italiano ad Algeri, ex console di Napoli, favorendo così la politica francese.