Piscinola
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Piscinola è un quartiere di Napoli situato nella periferia nord della città, che comprende all'incirca 20.000 abitanti.
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[modifica] L’etimologia
L’etimologia di Piscinola certamente deriva dal termine “piscinula”, ossia "piscina" o "vasca", in riferimento forse ad una struttura idraulica, che era presente nell’antichità, in vicinanze del primitivo insediamento abitativo. Nonostante il chiarissimo riferimento all'acqua, del tutto oscure sono l'ubicazione e le funzioni di tale vasca. Tre sono le ipotesi: forse serbatoio di raccolta delle acque per un sistema di irrigazione dei campi, o di una cisterna ad uso degli abitanti, o di parte di un sistema di bonifica. A quanto pare le vasche erano due; c'era una vasca più piccola e antica, chiamata “piscinella”, sita presso le masserie delle cupe Filanda, Teverola e Perillo; da cui forse derivò l’etimologia della località chiamata tuttora "Piscinella“; ed un’altra vasca, posta più a Sud e più grande della prima, sicuramente di costruzione successiva. Risulta verosimile pensare che, vista la ridotta capacità di stoccaggio della vasca primitiva, nascesse la necessità nei primi abitanti di costruire una seconda struttura più grande, per far fronte all’accresciuto bisogno derivante dall’aumento demografico, ma anche da un nuovo insediamento sul territorio, che in relazione alla nuova opera probabilmente ne assunse la denominazione e fu chiamato, appunto, Piscinola.
[modifica] Le origini
La zona a Nord di Napoli, un tempo assai fertile, fu certamente abitata da Sanniti, Osci, Opici, Etruschi, come testimoniano i numerosi reperti archeologici, rinvenuti all'inizio di questo secolo, ma probabilmente i primi abitanti di Piscinola furono i veterani romani, reduci dalle guerre puniche. A quell'epoca, verso il 326 a.C. Roma estese il suo dominio a Sud e colonizzò la Terra di Lavoro assegnando, appunto, l'ager publicum (vale a dire un appezzamento di terreno pubblico) ai veterani, sia per coltivarlo, che per difenderlo con le armi in caso di sommosse da parte delle popolazioni locali, di recente conquista. La colonizzazione fu lenta e solo verso il 100 a.C. si svilupparono i primi insediamenti stabili: "pagus” e le "villae”; a questo periodo risalgono la maggior parte dei reperti archeologici rinvenuti sotto le antiche masserie Filanda e Splendore o vicino alle masserie Fiore ed Epitaffio, di quest'ultimo secolo. Il ritrovamento di vasi, anfore, armi e numerosi oggetti di vita quotidiana, dimostrano la preesistenza nei luoghi di ville patrizie vere e proprie e non solo di insediamenti rurali. La prima notizia storica di Piscinola risale al VI secolo d.C., quando Belisario, in guerra con i Goti, strinse l’assedio attorno città di Napoli. Alla fine, penetrato in città dall'acquedotto presso S. Giovanni a Carbonara, sterminò la popolazione, vecchi, donne e bambini compresi; senza pietà ridusse la città come un campo di grano mietuto. Quindi si recò a Roma, dove Papa Silverio lo rimproverò aspramente per la strage. Pentitosi, torno a Napoli l'anno successivo, il 536 d.C. e vedendo lo stato di abbandono della città, decise di ripopolarla. Perciò trasferì a Napoli gli abitanti dei casali circostanti (allora chiamati ville o vichi). Fra questi la villa più popolosa era Piscinola. I primi documenti nei quali si menziona il toponimo di Piscinola sono gli atti notarili che trattano la cessione di vari appezzamenti di terre. In alcuni di essi si citano anche le chiese “Estaurite” del SS. Salvatore e di S. Sossio. Il documento più antico risale al 250 d.C..
[modifica] La storia
Piscinola, cossicchè, ha una storia lunga più di duemila anni, come attestano anche le numerose e serie ricerche storiografiche condotte dai vari ricercatori negli archivi storici cittadini. Essa fu colonia romana, come attestano i resti delle molteplici case signorili e degli accampamenti militari trovati recentemente. Dopo le guerre Puniche, Piscinola si trasformò “in Casale”, secondo la politica messa in atto dai romani sui territori conquistati. Il casale era una zona abitata dai “casati”: ossia dai contadini legati alla terra da uno speciale vincolo di residenza. Tale status rimase attivo anche dopo la caduta dell'Impero Romano, anche se con forme diverse da quelle originarie. Fu nominata “Casale Regio”, sotto i vicerè spagnoli, e, infine, divenne decurionato francese del distretto di Casoria, nel 1806, sotto la dominazione francese. Dopo la restaurazione Borbonica, divenne Comune autonomo e vi rimase così fino a dopo l’unità d’Italia, quando fu annessa alComune di Napoli.
Piscinola vanta anche la specificità di una civiltà fiera della propria dignità e delle proprie tradizioni rurali, pertanto, restia a qualsiasi tentativo di subordinazione ed ibridizzazione da parte della invadente tendenza accenttartrice cittadina. Già nel medioevo, intorno all’anno 1000, mentre l’Italia meridionale si andava strutturando come regno fortemente centralizzato, così come fu organizzato dai Normanni, Piscinola esprimeva una spiccata tendenza autonomistica e si proclamava “Estaurita”: termine greco (da "Stauros": ossia luogo dove viene esposta la croce) di origine laico-ecclesiastico, che esprimeva una capacità di amministrarsi autonomamente. Il governo era guidato da due o tre membri estauritari, eletti di anno in anno da un’assemblea “popolare” che veniva radunata al suono delle campane nella piazza principale del luogo, secondo un sistema politico-amministrativo molto più vicino al modello comunale, che si andava affermando in quel periodo nell’Italia centro-settentrionale, che non a quello monarchico, tipico delle regioni meridionali. Successivamente, nei periodi di dominazione angioina, aragonese e borbonica, Piscinola continuò a difendere la propria autonomia, preferendo essere dichiarata Casale “Demaniale Regio”, piuttosto che “feudale”, questo per non soccombere ai dispotismi baronali dell’epoca che imponevano salatissime tasse stabilite in base ai "fuochi", ossia in base ai nuclei familiari. L’autonomia fu difesa stenuamente ancora nel 1637, contro la decisione del vicerè spagnolo di vendere il Casale al principe di Cardito. Così, pure, tra il 1805 e il 1820, contro il progetto scellerato di urbanizzazione dei Casali da parte del dispotismo francese. Questo progetto aveva lo scopo di ricavare maggiori tributi dai territori limitrofi alla capitale. Fino al secolo scorso, Piscinola fu indomita ai reiterati tentativi di subordinazione della Città di Napoli, fino all'anno 1865, quando contro il volere dei cittadini, fu urbanizzata e annessa come frazione al vasto quartiere di San Carlo all'Arena. Da allora, inesorabilmente, Piscinola ha perduto la propria specificità, non solo politica, ma anche etica e civica. Tuttavia, ancora oggi, persistono alcune caratteristiche architettoniche e antropologiche tipiche del suo passato glorioso, nonostante i tentativi delle infelici trasformazioni urbanistiche perpetuate al suo territorio dalle amministrazioni cittadine che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni.
[modifica] La Virtus Piscinola nella storia del Basket italiano
La storia della nostra squadra ebbe inizio nell’autunno del 1943, con l’arrivo degli americani. Prendendo spunto dalle accese dispute di pallacanestro che si svolgevano tra i soldati americani, la sera in Piazza Tafuri, don Salvatore Nappa e don Domenico Severino organizzarono al numero 71 di Via V. Emanuele, detto “‘O cape ‘e coppe” dove c'erà la sede dell’Azione Cattolica “S. Giovanni Bosco”, un campo in terra battuta ed i primi allenamenti con i giovani dell'azione Cattolica. Gli allenamenti erano svolti utilizzando un pallone di cuoio ricevuto in dono proprio dai soldati americani. Il primo incontro ufficiale della squadra fu disputato nell'anno 1947 con la squadra dell’ILVA di Bagnoli e fu diretto dall’arbitro federale Ugo Hutter, allora uno dei migliori fischietti napoletani. Da allora, si andò avanti con alterne vicende, fino a metà anni ‘50, quando per abbattere la scaramanzia fu deciso di cambiare nome alla squadra, che fu chiamata “Fulgor”. Nel 1956 la “Fulgor” fu iscritta al campionato CSI Seniores e fu trovata finalmente una sede stabile, attrezzando un campo di Via Acquarola, in pieno centro di Piscinola. Il campo fu battezzato: “Palestra AIACE”. Questo momento storico segnò l’inizio di una serie di gloriosi e insperati successi per la squadra piscinolese, s’iniziò infatti con l’aggiudicazione della “coppa Chiarolanza”, avvenuta nel 1956 e con il cambio della denominazione sociale in: Virtus. Circa l’origine del nome, pare che don Severino, per far fronte alla cronica mancanza di attrezzature e dotazioni, scrisse alla storica Virtus Bologna, la quale di buon grado inviò sei magliette nere con una vistosa “V” sul petto. Fu questo un bel pretesto per favorire il cambio della denominazione sociale; infatti, pare che a Don Mimì il nome Fulgor non piaceva molto. Con il nome di “Virtus” incominciò l’epoca più gloriosa della pallacanestro a Piscinola che, con alterne vicende, dura fino ai nostri giorni. Infatti, nel 1956 si aggiudicò il campionato provinciale del CSI e nel 1958 si laureò campione campana di Prima Divisione FIP. Nel 1959 vinse il campionato Promozione dopo un drammatico spareggio con il Marigliano a Maddaloni. E nel 1960 disputò il campionato di serie B regionale. Nel 1963 Gerardo della Corte lasciò il posto di allenatore a Peppe Vastarella, che condusse la squadra ad ambiti successi. Poi nel breve giro di due anni sotto le presidenze di Giuliano e Sica venne l’ammissione alla serie C nazionale. In quegli anni la ”Virtus Piscinola” e la “Partenope” erano le uniche compagini napoletane a difendere l’onore della pallacanestro partenopea. Nel settembre del 1967, avversata dalla sfortuna e dai cronici motivi economici la società ammainò la bandiera e per tre anni restò fuori dalle competizioni di alto livello. L’esordio della rifondata squadra avvenne nel mese di agosto del 1970, nel corso dei festeggiamenti in onore del SS. Salvatore (Protettore di Piscinola). La società fu chiamata Basket Club Piscinola. La sede fu il palazzo Chiarolanza. Altre infuocate gare ed epiche vittorie si succedettero sullo storico campo di Via Aquarola, con immancabili diverbi con le decisioni arbitrali, fino a strappare la vittoria al temuto Maddaloni e ad accedere finalmente al campionato di serie D nell’anno 1979. Il sogno degli anni sessanta si realizzava. In serie D, si ricorda la storica battaglia con il Battipaglia, allora capolista del torneo, e che per il solo favore arbitrale, la squadra Virtus Piscinola capitolò per 71 a 72; tuttavia, dall’incontro la squadra piscinolese uscì incoronata come degna contendente della capolista. Nel 1982 la società cambiò sede e denominazione. Venne ridenominata di nuovo Virtus Piscinola e si costituì in Polisportiva. Gli anni ottanta registrarono anche l’iniqua regola introdotta dal CONI di obbligare a disputare le partite di serie D solo in campi coperti e così i giocatori della Virtus ed i loro supporters furono costretti a giocare le partite interne, ospiti di altri campi, come quello di Secondigliano. A nulla valse la struttura realizzata in Via Dietro la Vigna subito dopo il terremoto dell’80. Non fu mai adoperata e subito vandalizzata. Il resto è storia degli ultimi decenni, la squadra è sempre stata presente ai campionati agonistici regionali e dell’Italia meridionale, alternando momenti di gloria con annate di ripresa e riflessione. Per i meriti sportivi e per la sua longevità, la Virtus Piscinola, nel Novembre 1997, è stata insignita dal C.O.N.I. della Stella di Bronzo al merito sportivo. Attualmente la Virtus partecipa al Campionato nazionale di C2 e a tutti i Campionati e Trofei organizzati dalla Federazione Italiano Pallacanestro, e organizza annualmente corsi di Minibasket aperti ai bambini e bambine dai cinque ai dieci anni, con costi di partecipazione molto bassi, tenuti da Istruttori qualificati presso il Centro Nazionale Minibasket. La Virtus Piscinola oggi rappresenta un importante punto di riferimento, soprattutto pedagogico, per le nuove generazioni del quartiere. Al compianto Don Domenico Severino, cofondatore della Virtus Piscinola, il Comune di Napoli ha recentemente intitolato la Biblioteca comunale esistente nel lotto 14B.
[modifica] Mario Musella e gli Showmen
Piscinola, non è celebre solo per la sua storia bimillenaria, per le perdute tradizioni rurali e per il basket, ma anche per il contributo dato alla musica italiana moderna. Infatti, non tutti sanno che essa ha dato i natali a Mario Musella, vale a dire a colui che è stato tra i fondatori del complesso musicale gli “Showmen” e ne è stato la “voce” principale. Nacque a Piscinola il 1 Aprile del 1945, da padre americano. Nel '68 con la canzone "Un’ora sola ti vorrei", gli “Showmen” vinsero l'edizione del Cantagiro, è segnò il loro trampolino di lancio nel panorama della musica leggera italiana di quel tempo. Altri successi furono: "Non si può leggere nel cuore" (scritta da Franco Califano), "Gloria, ricchezza e te“ (scritta da Claudio Baglioni), "Sto cercando", "Mi sei entrata nel cuore” e anche “Marzo/Catarì", celebre canzone scritta da Salvatore Di Giacomo e musicata in chiave blues-rock e "Tu sei bella come sei" presentata al festival di San Remo. Mario Musella morì prematuramente nel 1979, a soli 34 anni, lasciando un vuoto incolmabile nella storia della canzone italiana e tra i suoi fans. Il Comune di Napoli, nell'anno 2004, ha intitolato il parco urbano di Piscinola (la ex Villa Vittoria) a Mario Musella.
[modifica] L'attualità
Numerosissimi sono i centri culturali e del tempo libero presenti sul territorio, nei quali la popolazione piscinolese coltiva gli interessi più variegati. Tra cui è doveroso segnalare il TAN che si occupa di formazione teatrale per le giovani leve. In alcuni di questi centri, i giovani promuovono lo sviluppo e la diffusione delle proprie usanze e delle proprie tradizioni. Registriamo negli ultimi anni, d’altronde come su tutto il territorio napoletano, un aumento della malavita organizzata e non, che fa scendere di non poco la qualità della vita del quartiere. Nonostante tutto, c’è la convinzione da parte dei suoi abitanti, come dimostra la stessa storia di Piscinola, che questo periodo negativo sarà solo un breve periodo di transizione nella sua storia bimillenaria.
[modifica] Il lotto 14B
Il complesso, che sorge a Sud di Piscinola, in località ”Madonna delle Grazie" è denominato ”Centro Polifunzionale, lotto 14B" ed è stato inaugurato alla fine degli anni '80. Questo è una struttura finalizzata all'istruzione, allo sport, al teatro ed al tempo libero; è dotato di una biblioteca, di un teatro coperto, di campi di tennis, di campi di basket e di calcio, nonché di una piscina coperta. La struttura è citata nelle principali riviste specializzate per l'originale architettura. In una parte dei locali hanno sede gli studi televisivi della Rai, d'importanza primaria per il nostro quartiere, solitamente noto alle cronache come "degradato"; dove, invece, da alcuni anni è registrata la “fiction” "la squadra", che riscuote un notevole successo su scala nazionale. Nell'auditorium, denominato T A N “Teatro Area Nord", oltre alla stagione teatrale di “cartellone”, la "liberascena ensamble" ha una scuola di recitazione frequentata dai giovani del quartiere diretto da R. Carpentieri.
[modifica] La struttura politica-amministrativa attuale
Con gli adiacenti quartieri di Marianella, Chiaiano e Scampia, Piscinola costituisce, a partire dal 2005, la VIII Municipalità del Comune di Napoli.
[modifica] I confini
Confina a Nord col comune di Mugnano di Napoli, ad Est coi quartieri Scampìa e Miano, a Sud con Marianella e ad Ovest col quartiere Chiaiano.
[modifica] I trasporti
Il territorio della VIII municipalità, di cui Piscinola appartiene, comprende 3 fermate della metropolitana Linea1 (MetroNapoli) e una stazione della Alifana (attuale MetroCampania Nord-Est). Inoltre, sono presenti diversi terminal bus, tra cui quello più importante è sito in Via Zuccarini, alle spalle della stazione di Piscinola (MN linea 1) e quella di Scampia (Alifana), comprendente, oltre allo stazionamento di 5-6 linee su gomma dell'azienda municipale AMN (R5, 180, 183, ecc.), anche una fermata della linea filobus dell'azienta ACTP, diretta sulla direttrice Napoli-Aversa-Teverola.