Discussione:Ragusa (Croazia)
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ok, ho capito Iron Bishop 09:15, Lug 8, 2004 (UTC)
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[modifica] Ragusa
Sto pasticciando su Ragusa (inserendo dati). Ho trovato un rimando alla Ragusa dalmata alla parola Dubrovnik. Visto che chiamiamo Parigi cosi' e non Paris, Pechino non lo scriviamo con ideogrammi, come si e' deciso di usare il nome croato per una citta' italianissima, o meglio veneziana, di storia e in cui una piccola minoranza e' ancora di lingua italiana? E lo stesso succede per Zadar, Rovinj, Pula Rijeka e Koper? e Foscolo non e' piu' nato a Zante? Sen2fi 19:44, Nov 6, 2004 (UTC)
- Foscolo è nato a Zacinto, e Ragusa è un nome latino, non italiano... tanto che la res publica ragusina è praticamente sempre stata indipendente da Venezia. Su Zara, Pola, Fiume nulla da eccepire, ma per me Dubrovnik resta la prima scelta. --.mau. (ca m' disa...) 20:28, Nov 6, 2004 (UTC)
Se usi la lingua croata e scrivi su wiki croata sono d'accordo con te. Se 150 anni di dominio diretto veneziano e la presenza del leone di San Marco sulle monete ragusane fino alla fine della libera repubblica e la presenza di una popolazione di lingua italiana per secoli ti porta ad usare Dubrovnik sono d'accordo con te. Il nome della citta' e' italiano, forse di derivazione latina, anzi tardo latina vista la nascita della citta' nel medio evo. Sul poeta italo greco Ugo hai ragione tu ed ho ragione io contemporaneamente, sul resto penso proprio di no. libero di usare Dubrovnik, ma nella wikipedia in lingua croata. Sen2fi 22:46, Nov 6, 2004 (UTC)
Per quanto sia un sostenitore dell'uso dei nomi italiani delle città, adesso ci sono gli articoli Dubrovnik e Ragusa, altrimenti bisogna avere Ragusa (Croazia) e Ragusa (RG), più Ragusa come disambigua e Dubrovnik come redirect. In oltre adesso sotto ragusa c'è scritto "Per l'omonima città dalmata si veda Dubrovnik", mentre l'inizio dell'articolo Dubrovnik recita "Dubrovnik è il nome in serbocroato della città di Ragusa in Dalmazia" (e non "Ragusa è il nome italiano della città croata di Dubrovnik"). Ma se c'è disogno di evidenziare ulteriormente che si chiama Ragusa....
- --Snowdog 22:08, Nov 7, 2004 (UTC)
Per me non e' un bisogno di evidenziare, ma rispettare le regole di wiki (linguistiche) e le esigenze di chi consulta. Se uno ricerca un posto turistico cerca di sicuro Dubrovnik, se è un giovinetto che cerca le repubbliche marinare italiane cerca Ragusa..... Ragusa fa parte della storia, lingua e letteratura italiana. Fino a pochi anni fa in Yugoslavia era vietato usare il toponimo Ragusa, ora molti Croati ricominciano ad usarlo se parlano di Storia. Con la logica di Dubrovnik dovremmo chiamare Istambulese il periodo bizantino? o no? Sen2fi 23:12, Nov 7, 2004 (UTC)
La soluzione te l'ho data sopra. Se uno cerca Ragusa adesso finisce su quella in Sicilia è li scopre che se cercava quella dalmata deve guardare sotto Dubrovnik. Se la ragusa dalmata fosse stata l'unica del mondo non ci sarebbero problemi. Le regole linguistiche vanno bene ma in questo caso sono state violate per risolvere un problema di omonimia. Non c'è niente di "politico" in questa scelta, quindi lascia perdere divieti jugoslavi e periodi istanbulesi.
- --Snowdog 23:46, Nov 7, 2004 (UTC)
ok, argomento chiuso, dissento ma accetto la spiegazione che dai, ne avrete discusso e deciso. Da parte mia nessuna posizione politica, ma solo storica. La tentazione di chiamare Istanbulesi amici ravennati non la reprimo :)) ciao Sen2fi 07:36, Nov 8, 2004 (UTC)
Foscolo è nato a Zante o a Zacinto, sone due nomi della stessa isola (http://www.italialibri.net/autori/foscolou.html) --Paolopk2 16:07, ott 4, 2005 (CEST)
[modifica] Inserimento di anonimo
Oggetto: *La Voce 17.12.04 - ( *** ) Giovanni Modrich, scrittore zaratino di lingua italiana - Ville, parchi e sentieri della costa ragusea ( 1º parte ) Giovanni Modrich, scrittore zaratino di lingua italiana - Ville, parchi e sentieri della costa ragusea
Giovanni Modrich, scrittore zaratino di lingua italiana che però si professava croato in ogni suo libro (Gli inglesi a Suaskim, 1885; "Nella Bulgaria unita", "Repubblica Argentina", 1890; "Abbazia", 1891; "La Dalmazia", 1892; "I Conti di Bribir", romanzo storico,1894 ed altre opere) ci ha lasciato una dettagliata descrizione di Ragusa e dei suoi territori da lui attraversati in veste di turista all'inizio degli anni Novanta dell'Ottocento.
Lasciando da parte la città entro le mura, seguiamo l'itinerario percorso dallo scrittore più di un secolo addietro lungo le coste ragusee, cominciando dal Canale di Calamotta attraverso il quale il piroscafo entra nel porto di Gravosa. Qui "vi si presenta un panorama incantevole. Quel porto, uno dei più antichi acquisti della piccola repubblica, distante dalla città un paio di chilometri, porge un aspetto così ameno e contorni così deliziosi, da sembrare una baia romantica. Chiuso all'ingresso dallo scoglio Daxa, fiancheggiato a sinistra da alti monti alpestri e a destra dai colli verdeggianti del promontorio Lapad, il porto di Gravosa è un paesaggio ridente".
I giardini dell'area ragusea
Alzando gli occhi al di sopra di "villine e casine e parchi e giardini" sparpagliati sulle colline, il viaggiatore scorge e ammira "le colossali fortificazioni sulle cime dei monti circostanti"costruite nei punti strategici a difesa degli accessi alla città capitale della piccola repubblica marinara.
Da Gravosa, prendendo un calessino, il viaggiatore si porta nella "fioritissima vallata dell'Ombla" vantandone la pace celestiale, il panorama grazioso e le "superbe rose" della valle di Gionchetto (oggi Sumet) odorosissime. Con una barchetta, poi, costeggia estasiato, quelle "rive freschissime". A questo punto il Modrich cede la penna Antonio Kaznacich, "uno degli scrittori più poetici che abbia onorato i fasti letterari di Ragusa moderna". Il quale, dopo aver accennato all'Ombla, il maggiore fiume sul territorio dell'antica repubblica, con un corso di soli cinque chilometri, sfociando quasi ririmpetto all'isoletta di Daxa, descrive i villaggi di San Stefano e Mokoscizza posti sulle sponde del fiume presso lo sbocco, aprendo "la deliziosa scena del paesaggio che si spiega con intonazione sempre più aggradevole fino alla sorgente".
Questa scaturisce da "cavernose montagne" che, "declinando con dolce pendìo, cangiano l'arida nudità delle loro vette in rigogliosa vegetazione presso le falde, coperte da fittissimi boschi d'olivi, tra cui biancheggiano vari gruppi di rustici casolari frammezzo a ridenti giardini, e s'elevano lungo le sponde eleganti casini di campagna, prediletta villeggiatura delle famiglie patrizie di Ragusa"; che imitavano anche in questo i costumi della nobilità veneziana; "le rive dell'Ombla tennero luogo delle delizie estive sul "Brenta".
La rumorosa sorgente dell'ombla
Avanzando verso la sorgente dell'Ombla, la scena cambia all'improvviso: l'alveo del fiume si spande "in vasto e amenissimo seno, da cui crescono palustri canneti". Sulla riva sinistra sta il villaggio di Rozato con un convento e chiesa dei francescani del XIV secolo; sulla destra una magnifica scalinata porta alla villa dei conti Sorgo e, più oltre verso Gionchetto, a quella della famiglia Bizzano fra boschetti di querce e cipressi. "Nel fondo di questo panorama incantevole, a picco di un arido e scosceso burrone, spumeggia la sorgente rumorosa dell'Ombla" formando un bacino vasto e profondo, le cui acque fanno girare le ruote di sei mulini. Con le loro casupole e le rovine di un'antichissima cappella, essi accrescono le bellezze della natura. In realtà l'Ombla è la continuazione del fiume Trebisnizza che, scorrendo dall'Erzegovina, si perde nei sotterranei carsici per riapparire nella copiosa e grandiosa sorgente dell'Ombla. Un fiume che i greci chiamarono Arione, i romani Umbla.
Il Modrich si sofferma a lungo sulla vallata dell'Ombla, che percorre estasiato, dice, ritrovando "la voluttà e la poesia della vita". Tornato poi in calesse a Gravosa, il viaggiatore di fine Ottocento raggiunge successivamente Ragusa, costeggiando il santuario della Madonna delle Grazie e attraversando il sobborgo Pile che dà il nome alla Porta di Città. Saltiamo a piè pari la decrizione della città nella quale il viaggiatore si trattiene a lungo, spostandosi dallo Stradone alle torri e bastioni, dai palazzi alle chiese, dall'una all'altra Fontana di Onofrio, da Palazzo Ducale alla cattedrale fino alla Porta Plocce ed all'omonimo sobborgo fuori le mura.
All'ammirazione per i monumenti e le opere d'arte si mescolano i lamenti dello scrittore per la decadenza economica della città sopraggiunta con l'occupazione austriaca di Ragusa: "Con lo splendore politico di Ragusa ne decadde pure lo splendore economico e commerciale. La nostra marina a vela ebbe le stesse sorti de' nostri commerci: è in completa rovina (.) I nostri cantieri sono muti come tombe". Soltanto cinque piroscafi navigano, per tenere le linee con Trieste, Spalato, Bari, Brindisi e Molfetta e la locale Ragusa-Stagno. Due di questi bastimenti portano ancora nomi italiani: Arrigo ed Epidauro, gli altri tre si chiamano Dubrovnik, Cavtat e Bojana. Fuori Porta Ploce, sulla destra, c'è il mandracchio della Città, il Porto Casson. La strada porta alla vallata di Breno, a Ragusavecchia, alla riviera dei Canali. In mezzo al mare sorge la storica e verdeggiante isoletta di Lacroma, dalle forme di un vermicello. Giacomo Scotti (1. e continua)
- sospetta violazione di Copyright ed errata titolazione (la voce si chiamava Ragusa/Dubrovnik) - Gac 14:10, Gen 5, 2005 (UTC)
May I add, that in the second hald of the XI century, Dubrovnik was a part of the Kingdom of Doclea (a Serbian state) and that it was besieged by the Serbian King Stephen Nemanja in 1181-1184 in an attempt to reclaim it. 147.91.1.45 20:08, ott 24, 2005 (CEST)