Reggicalze
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Il reggicalze è un indumento intimo femminile formato da una cintura (o una fascia), che cinge la vita e si appoggia ai fianchi, e da nastri elastici (in genere quattro) con mollette a cui si fissano le calze.
In certi casi le guaine contenitive oppure i corsetti modellanti possono presentare nastri e gancetti che li fanno diventare collateralmente anche dei reggicalze.
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[modifica] Storia
La leggenda ne attribuisce la paternità a Gustave Eiffel.[1]
Nel 1876 il merciaio Fereol Dedieu ne ideò un prototipo per ragioni medico-sanitarie; infatti, le giarrettiere causavano problemi di circolazione sanguigna ad alcune donne. Il prototipo fu però giudicato inestetico e poco seducente. Quando la moda impose il corsetto dotato di laccetti per sostenere le calze, furono le inglesi ad adottarlo per prime a partire dal 1893.
Intorno al 1910, il grande sarto Paul Poiret creò il reggicalze così come lo conosciamo oggi, in concomitanza alla decadenza del busto e a favore di un intimo più leggero. La locandina del film L'angelo azzurro, in cui si vede Marlene Dietrich indossare un reggicalze in una sublime posa provocante, contribuì ugualmente a lanciare questo indumento intimo.
La Seconda Guerra Mondiale e la conseguente ristrettezza economica posero un freno alla sua diffusione. Dopo la guerra, dagli Stati Uniti iniziarono ad arrivare le calze in nylon. Michel Rochas creò la guepière. La moda stava cambiando e il reggicalze prendeva una cattiva reputazione, diventando un segno di riconoscimento delle prostitute. Durante gli anni Sessanta la minigonna era più pratica indossata con i collant, meno visibili.
La lunga crisi del reggicalze durò fino agli anni Settanta, durante i quali la stilista Chantal Thomas, tra gli altri, reintrodusse la biancheria sexy e sofisticata per le donne eleganti; il reggicalze conservava comunque un'aura peccaminosa. Gli anni Ottanta furono quelli della ripresa del reggicalze. Come a suo tempo L'angelo azzurro, alcuni film furono decisivi a rendere popolare questo accessorio. Si possono citare Luna di fiele in cui Emmanuelle Seigner appare in tacchi a spillo, calze e reggicalze sotto l'impermeabile, o anche Tacchi a spillo in cui gli uomini che si travestono da donne iniziano sempre indossando un reggicalze.
Il reggicalze è, quasi sempre, ornato da pizzi, volant, ricami, fiocchetti e nastrini.
[modifica] Linguistica
In Francia è “porte-jarretelles”, negli Stati Uniti è “garter belt” e in Inghilterra è “suspender belt”.
[modifica] Simbolismo
Fino all'apparizione dei collant, alla fine degli anni Sessanta, la sua funzione era essenzialmente pratica. Dopo di allora, è indossato con un intento di seduzione o di erotismo, simbolo di femminilità. Alle donne che portano il reggicalze è in genere riconosciuto un certo fascino e una certa eleganza, una ricercatezza quasi sofisticata. Accanto alla volontà di seduzione delle donne che lo indossano, il reggicalze è l'oggetto di fantasie anche feticiste di molti uomini.
[modifica] Bibliografia
- Paolo LOMBARDI - Mariarosa SCHIAFFINO (1986), "… ma le calze", Ed. Idealibri
- Cecil SAINT LAURENT (1986), "Intimo. Storia immagini, seduzioni della biancheria intima", Ed. Idealibri
- Giovanni BOTTIROLI (1995), "Il reggicalze", Ed. Gribaudo
- Giorgio CONVERSI - SUSANNA ZUCCHI PIRAS (1997), "Intimo", Ed. Idealibri
- Gilles NERET (1998), "1000 dessous. A History of Lingerie", Ed. Taschen
- Augusto VECCHI (1999), "Storia della biancheria che seduce", Ed. Di Fraia
- Gilles NERET (2001), "Dessous", Ed. Taschen