Rita Bernardini
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Rita Bernardini nata a Roma il 27 dicembre 1952, è una donna politica italiana.
[modifica] Biografia
Giovanissima si avvicina ai radicali di Marco Pannella, nel 1975, poco dopo la vittoria referendaria dei "NO" che consentì al Paese di mantenere la legge approvata tre anni prima dal Parlamento e assestò un duro colpo al fronte clericale. In quel periodo il Partito Radicale aveva già incardinato nel Paese la battaglia "contro l'aborto clandestino e di massa" per la depenalizzazione del reato di aborto ed è in questo clima di grande mobilitazione e attività che Rita si "forma le ossa", lavorando serratamente alle campagne referendarie del 1977 e 1981.
Nel 1976 costituisce il FRI (Fronte Radicale Invalidi) per l'affermazione e la tutela dei diritti delle persone portatrici di handicap, conducendo una campagna particolare rispetto al superamento delle barriere architettoniche, tanto che nel 1977, a fronte del divieto di manifestare imposto dall'allora ministro degli Affari Interni Francesco Cossiga, organizza disobbedienze civili assieme agli invalidi in carrozzella costruendo scivoli in cemento davanti agli uffici pubblici o aperti al pubblico.
Nel 1981 inizia a collaborare con l'agenzia di Stampa Notizie Radicali e nel contesto della campagna del Partito Radicale contro lo sterminio per fame nel mondo, fonda l'agenzia settimanale "Azione Sopravvivenza". Fa il suo ingresso a Radio Radicale nel gennaio del 1983 e vi collabora, anche come vicedirettrice, fino alla fine del 1991, quando assume il coordinamento della raccolta delle firme per nove referendum. Dopo essere stata presidente del Consiglio generale del CoRA, dà vita al Movimento dei Club Pannella-Riformatori di cui diventa segretaria nazionale coordinando la campagna dei 20 referendum del 1995.
Negli anni successivi il suo impegno preminente è quello sul versante dei diritti civili e politici, attraverso l'organizzazione di innumerevoli azioni di disobbedienza civile, scioperi della fame, sit-in, presidi nonviolenti e walk-around. In occasione della campagna referendaria del 1995, porta avanti uno sciopero della fame di 38 giorni contro l'ostruzionismo dei mezzi d'informazione che si conclude con la manifestazione dei 'nudi' al Teatro Flaiano e anima alcune distribuzioni di hashish, nel 1995 e nel 1997.
Nel 1998 organizza il più numeroso sciopero della fame che si sia mai tenuto in Italia "per la libertà, la legalità dell'informazione e per la vita di Radio Radicale" cui hanno preso parte oltre 10.000 persone. Nel 1999 coordina la raccolta delle firme per i 20 referendum promossi dalla Lista Bonino.
Nel settembre del 2002 è tra i fondatori dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica e in qualità di Segretario porta avanti la lotta per consentire alla scienza di non soggiacere ai dogmi della Chiesa di Roma, ma di progredire e debellare una serie di patologie che affliggono la vita di milioni di persone in Italia. Dopo aver lasciato a Marco Cappato, attualmente al suo secondo mandato da parlamentare europeo, la guida dell’Associazione Coscioni, gli anni che vanno dal 2003 al 2006 la vedono impegnata nel difficile ruolo di tesoriera di Radicali Italiani, in un momento di grande difficoltà per tutta l'area radicale. Il Congresso del novembre 2006 la elegge a larghissima maggioranza Segretaria del movimento, ed è la terza donna nella storia del Partito Radicale a ricoprire un simile incarico, in un Paese il cui sistema dei partiti ha imposto una classe politica rigorosamente di sesso maschile, almeno rispetto ai ruoli di responsabilità.