Rolo
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 21 m s.l.m. | ||
Superficie: | 14 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 259 ab./km² | ||
Frazioni: | Ronchi | ||
Comuni contigui: | Carpi (MO), Fabbrico, Moglia (MN), Novi di Modena (MO), Reggiolo | ||
CAP: | 42047 | ||
Pref. tel: | 0522 | ||
Codice ISTAT: | 035035 | ||
Codice catasto: | H500 | ||
Nome abitanti: | rolesi | ||
Santo patrono: | San Zenone | ||
Giorno festivo: | 12 aprile | ||
Sito istituzionale | |||
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Rolo è un comune di 3.631 abitanti della provincia di Reggio Emilia, in confine tra le province di Modena, Reggio Emilia e Mantova.
Indice |
[modifica] Storia
Centro abitato fin dall'antichità per via della sua posizione "emergente" dalla zona paludosa in cui era situato. Ariolas, l'antico nome di Rolo, compare per la prima volta in un diploma longobardo del 772 e sembra tragga origine dalla voce latina areola, "piccola area", riferita probabilmente ad uno spazio coltivato in mezzo a boschi o ad altre terre incolte.
Le prime prove di civiltà passate sono di sicuro le tombe di origine romana trovate in casa "Lodi" e i resti della villa di campagna a pochi passi dall'ex castello. Il territorio rolese durante l'epoca romana, dal punto di vista amministrativo, quasi certamente rientrava nella giurisdizione del municipio di Regium Lepidi.
Nel medioevo, invece, la popolazione tese ad agglomerarsi in nuclei abitativi, più facili da proteggere, in caso di necessità, con l'allestimento di fortificazioni: la presenza di un villaggio (Vico Rolesa) è ricordata da una carta notarile dell'anno 902. In questo periodo, i principali elementi di polarizzazione dell'insediamento e di organizzazione territoriale erano la pieve ed il castello, menzionati tuttavia solo in documenti abbastanza tardi, a partire rispettivamente dal 1070 - anno in cui la chiesa locale di San Zenone figurava fra i possedimenti di Bonifacio di Canossa - e dal 1116. Il castello purtroppo non è più visibile per il semplice motivo che fu abbattuto nel 1953 vista l'impossibilità di restauro dopo la guerra. Durante l'età comunale Rolo rientrava nel contado della città di Reggio e fu teatro di scontri armati fra le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini.
Nei secoli successivi localmente si andò sempre più affermando il dominio di un ramo della nobile famiglia reggiana Sessi, in virtù anche delle estese proprietà fondiarie accumulate da alcuni suoi membri in questo territorio. Tale dinastia vi ampliò ulteriormente il proprio potere quando due suoi componenti, i fratelli Azzo e Giacomo Sessi, nel 1446 ottennero dal vescovo di Reggio il diritto ereditario di nominare gli arcipreti della pieve di Rolo, privilegio che poi la comunità rolese ricevette con testamento dall'ultimo feudatario e che ancor oggi è goduto, pur se ormai solo formalmente, dal Consiglio Comunale.
Rolo si può annoverare fra i più longevi feudi imperiali d'Italia: secondo una memoria scritta che gli stessi Sessi ci hanno lasciato, la prima concessione imperiale risalirebbe a Federico Barbarossa, nella documentazione d'archivio conservatasi si trovano testimonianze delle investiture ad iniziare dal 1496. I signori limitrofi tentarono in diverse epoche di impadronirsi del feudo, senza però mai riuscirvi, grazie soprattutto all'abilità politica dei Sessi e alla protezione accordata loro dall'imperatore, interessato a sfruttare, in occasione di guerre, la posizione di confine di questo minuscolo stato padano.
Nel 1776, anno in cui morì il marchese Gaetano Sessi senza lasciare eredi maschi, il territorio rolese passò sotto il diretto controllo dell'amministrazione imperiale austriaca, durante il regno di Maria Teresa.
Aggregato al Ducato di Mantova, il paese fu inserito nel distretto del Commissariato di Gonzaga. Dopo la breve parentesi napoleonica, entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto, finché nel 1850 fu ceduto al Ducato estense. La parrocchia però continuava a dipendere, dal 1820, dal vescovo di Mantova e fu per questo che, su pressione del governo estense, nel 1853 il papa Pio IX emanò disposizioni per il passaggio della chiesa di Rolo alla diocesi di Carpi, ciò che avvenne effettivamente solo nel 1872.
La chiesa di Rolo è un palinsesto di stili. La pianta del luogo di culto è chiaramente quattrocentesca, i pochi affreschi rimasti sono uno splendido esempio di affresco cinquecentesco emiliano-romagnolo. La ricostruzione settecentesca aggiunge un altare di marmi vari, una sacrestia e dei confessionali interamente costruiti dai mastri intarsiatori rolesi, un bellissimo campanile e panche intarsiate. Nel 1800 si ricostruiscono le due cappelle laterali rese ancora più spettacolari da un finto marmo policromo. Della seconda metà del 1900 sono le vetrate e il rosone (distrutti nella seconda guerra mondiale)
Numerosi patrioti rolesi parteciparono alle guerre d'indipendenza italiana; fra questi tre giovani volontari, i fratelli Pellegrino, Giuseppe ed Anastasio Lupazzi, che persero la vita nel 1849 combattendo per difendere la Repubblica romana.
Nella Resistenza italiana al fascismo e nella lotta per la libertà la comunità di Rolo si è distinta partecipando con il distaccamento "Aldo" della 77^ brigata S.A.P. a numerose azioni di rinforzo e sabotaggio (battaglia di Gonzaga, battaglia di Fabbrico, sabotaggio di Ponte Alto), fino all'estremo tributo di sangue pagato a pochi giorni dalla liberazione nell'eccidio della Righetta (15 aprile 1945), in cui persero la vita 7 partigiani del distaccamento.
Il centro è tipicamente emiliano, una via lunga con un doppio porticato. A fianco della chiesa troviamo le ville delle due più importanti famiglie nobiliari di Rolo: "Villa Resti Ferrari" e "Villa Cerillo". Si consiglia di visitare i giardini di queste due ville, cosa alquanto rara in un paese piccolo come questo.
L'edificio che ospita il comune è di squisita costruzione ottocentesca. In comune è ospitato il "Museo della tarsia rolese", al cui interno troverete "rolini" antichi e artigiani che vi faranno vedere come si costruisce tuttora un tavolo intarsiato
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Economia
[modifica] Produzione di tavoli intarsiati
Da ricordare nell'artigianato locale, la creazione di tavolini intarsiati chiamati "Rolini". Queste piccole opere d'arte sono una tradizione rolese fin dal 1600, alcuni esemplari sono tuttora visibili nei palazzi ducali di Modena, Ferrara e nella reggia di Versailles. La peculiarità di questi tavolini è la completa assenza di chiodi e l'utilizzo di alberi di foresta planiziale emiliano-romagnola (la quercia "farnia", il frassino, il carpine, ecc.).
[modifica] Produzione di vino Lambrusco
Molto importante nell'economia locale è la cantina sociale di Rolo, artefice di uno dei pochi vini Lambrusco certificato con tutti i D.O.C. e D.O.C.G. possibili.
[modifica] Produzione di riso
Data la presenza di un terreno molto paludoso, fin dal 1800 la campagna tra Rolo e Carpi è stata coltivata a riso. Sono ancora in commercio delle qualità di riso denominate in qualità "Rolo". Tuttora una riseria artigianale è in funzione in questo piccolo paese, produce vari tipi di riso con metodi risalenti agli inzi del '900.
[modifica] Produzione di scale
La tradizione locale dell'intarsio si è evoluta nell'ambito industriale portandosi alla produzione di scale di altissima qualità.
[modifica] Produzione di prodotti alimentari biologici
La cultura contadina mista alla voglia di innovamento, ha portato i contadini rolesi a consorziarsi in una cooperativa locale che gestisce il commercio di prodotti biologici coltivati nelle terre del paese.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Vanna Scaltriti dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0522 658011
Email del comune: info@comune.rolo.re.it
[modifica] Curiosità
- Rolo si trova appena prima di Roma nella lista dei comuni italiani stilata in ordine alfabetico. Roma è anche il nome di una piccolissima frazione del comune di Carpi situata ad appena 3 km da Rolo.
- Rolo ha un solo semaforo.
- È il paese natio del trombettista Demo Morselli.
- Rolo è situato in provincia di Reggio Emilia ma la sua diocesi è quella di Carpi (in provincia di Modena)
- Rolo è raggiunto da ferrovia e autostrada ma non ha una uscita propria. La linea ferroviaria Mantova-Modena si ferma a Rolo, ma la fermata si chiama "Rolo Novi Fabbrico". L'autostrada del Brennero ha un'uscita a Rolo che si chiama "Reggiolo Rolo".