Utente:Salli/appunti personalità
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[modifica] de rebus rheginis
![]() «Urbs Rhegina, vetustate maxime pollens, potentia, opibus, militia, et imperio olim carissima, viros genuit pietate, sapientia, peritia militari, fortitudine et liberalibus artibus toto orbe celeberrimos.»
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![]() «Città di Reggio, straordinaria potenza dell'antichità, per la sua grandezza, per le ricchezze, per il governo e molto famosa un tempo per il suo dominio - di pietà/devozione/amore di uomini, sapienza, maestria militare, per virtù e per delle arti tutto/intero i più rinomati circoli .»
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(Giovan Angelo Spagnolio - De Rebus Rheginis, XVIII, I - XV secolo)
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http://www.anassilaos.com/premio%20san%20giorgio.htm
[modifica] a funtana i riggiu
![]() «O riggitani, dopu tanti peni,
facistuvu ‘nt’on largu ‘na funtana chi piscia propriu comu veni veni pi tutt’a notti e ppa iurnata sana… O riggitani, mi si rici chissa: v’ambriacastuvu d’acqua comu e fissa… e facistuvu ‘na cosa strafalaria chi pari ch’è Giufà chi piscia allaria… Ma chi ssu’ ddhi tri peri, ddhi tri anchi ‘i fora ‘ncumarini e d’intra janchi? E ghistuu a Roma! Pigghiastuvu cunsigghiu, ca va putiva fari puru Bbrighhiu! E ora nta’ ‘na iargia, all’archiggiatu, ‘mpenditici nu pappajaddhu ‘mmaestratu, m’aggrira e scanz’a ggenti ‘i ddha striscia: “passati ‘o largu ca’ funtana piscia!”… Ma nci nd’è n’atra ancora ma sintiti: dissi Giufà; “a facistuuu e vva’ tiniti!” E ora resta ‘nu dittu ‘i stu pruriggiu: “fissa cchiù fissa da funtana ‘i Riggiu!”» |
![]() «O reggini, dopo tante pene,
avete fatto nella piazza una fontana che piscia in aria alla rinfusa per tutta la notta e per l'intera giornata... O Reggini, che si dica questa: vi siete ubbriacati con l'acqua come gli stupidi ed avete fatto una cosa sensa senso che sembra Giufà che piscia per aria... Ma cosa sono quei tre piedi, quelle tre gambe, di fuori celestini e dentro bianche? E siete andati a Roma! Avete preso consiglio, che ve la poteva fare pure Brigghio!... E ora in una gabbia sotto le arcate metteteci un papagallo ammaestrato, che gridi e faccia scansare la gente da quella striscia: "Passate al largo che la fontana piscia!"... Ma ce n'è un'altra ancora che la sentiate: ha detto Giufà: l'avete fatta e ve la tenete!" Ed ora resta un detto di questo prodigio: "stupido, più stupido della fontana di Reggio!"» |
(Nicola Giunta - A funtana i Riggiu)
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[modifica] M. ENRICO MONTALBETTI
Sua Eccellenza Monsignore Enrico Montalbetti (Venezia, 1888 - 31 Gennaio 1943, Reggio Calabria) è tra i tanti illustri cittadini che Reggio Calabria ha avuto, fu un uomo davvero speciale, che della città dello Stretto non vanta i natali, ma tanti reggini lo ricordano come esempio di padre dei poveri e degli operai, di consolatore dei carcerati e dei malati e di paladino della verità.
Nato a Venezia viene educato dai genitori ad una fede solida ad a un amore cristiano. Nel 1911 viene ordinato sacerdote e inizia il suo apostolato fra i giovani che ama con affetto materno dirigendoli con sapienza e prudenza nelle vie umane e divine. In seguito, avuta la consacrazione episcopale, rimane ugualmente padre, maestro e pastore.
L'8 Settembre 1938 Mons. Montalbetti fa il suo solenne ingresso a Reggio Calabria. Con zelo instancabile si mette subito al lavoro, recandosi di paese in paese, dal più vicino al più lontano, per prendere visione dei bisogni del suo popolo.
In quattro anni di episcopato si prodiga molto per la costruzione di chiese, canoniche e oratori, anche se la sua prima e maggiore preoccupazione è la cura delle anime.
La sue numerose visite pastorali lasciano ovunque una dolce e profonda impressione. Consapevole che i ceti caldi del Sud sono stati abituati alla rassegnazione, alla rinuncia dinanzi alle secolari ingiustizie imposta la sua evangelizzazione sulla esigenza della verità e sulla fiducia delle concrete possibilità di riscatto del mezzogiorno. Conscio di ciò si rivolge ai giovani, alle mamme e alle maestre puntando alla loro elevazione culturali per cominciare a modificare la realtà.
I suoi prediletti oltre ai giovani sono i poveri e i seminaristi, con i quali si intrattiene molto e di cui cura personalmente i bisogni del corpo e dell'anima.
I reggini godono però poco delle virtù di questo pastore, poiché il 31 Gennaio 1943 la scheggia di una bomba apre a Mons. Montalbetti le porte del paradiso.
Il suo modo di interpretare la vita ci fa capire che essere umili non significa non avere dignità, ma che è una gioia immensa vivere nella vita, nella franchezza e nell’onestà.
[modifica] Curiosità
- Una via e due scuole (una elementare e una media) di Reggio Calabria sono intitilate a Monsignor Enrico Montalbetti
ma, sicuramente l’onore migliore che possiamo redergli è seguire con ferma volontà il suo esempio di servizio per gli ultimi.