San Benedetto d'Aniane
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San Benedetto di Aniane (Maguelonne (Francia), 750 circa - Cornelimünster (Aquisgrana, Germania), 12 febbraio 821), al secolo Witiza o Vitizia, monaco, è venerato come santo della Chiesa cattolica che lo festeggia il 12 febbraio.
Nacque intorno al 750 da Agilulfo, un nobile di origine visigotica che governava il territorio di Maguelonne, nel Sud della Francia. Dopo essere stato educato a corte nel palazzo di Pipino il Breve, nel 774 seguì l'esercito di Carlomagno, che venne in Italia per combattere contro i Longobardi. In quello stesso anno, però, decise di ritirarsi dalla vita pubblica e di farsi monaco.
Entrò nel monastero borgognone di San Sequano (Saint-Seine), non lontano da Digione, dove prese il nome di Benedetto. Benedetto studiò nei primi anni di vita monastica le grandi regole del passato convincendosi che il modello benedettino fosse quello più in sintonia con i tempi e con la tradizione dell'Occidente.
Nel suo tentativo di favorire un ritorno alla regola benedettina senza alterazioni, Benedetto non si sentì appoggiato nè dai monaci di Saint-Seine nè dalla politica di Carlomagno nei confronti del monachesimo. Lasciato il monastero di Saint-Seine si trasferì ad Aniane, in Linguadoca, vicino Lodève, fondando così un nuovo monastero su terreni avuti in eredità dalla famiglia. Qui riuscì a portare avanti con più facilità il suo tentativo di riforma: impose ai suoi monaci la regola benedettina senza nessuna mitigazione, insistendo soprattutto nel dare importanza all'ufficio divino e al lavoro e ridimensionando l'applicazione agli studi. Allo scopo, poi, di stabilire chiaramente la superiorità della regola di san Benedetto sulle altre regole monastiche, compila una raccolta di tutte le regole antiche di cui ha conoscenza: si tratta del Codex regularum che contiene ventisette regole. Compone poi una Concordia regularum, un commento alla regola benedettina formato da estratti di altre regole e destinato a mostrare come tutta la tradizione monastica si trovi condensata nell'opera di San Benedetto da Norcia. Nello stesso tempo cercò di mantenere buoni rapporti col potere politico, soprattutto grazie all'amicizia con Ludovico il Pio che, al contrario del padre Carlomagno, sosteneva la necessità di una restaurazione spirituale del monachesimo tradizionale. Grazie alle sue capacità e alla sua influenza riuscì, ancora vivente Carlomagno, a far ritornare alla regola benedettina numerosi monasteri della Linguadoca, della regione del Massiccio Centrale e della Borgogna.
L'opera riformatrice di Benedetto raggiunse dimensioni imponenti dall'814 in poi. Fu chiamato da Ludovico il Pio a dirigere il monastero di Marmoutier, in Alsazia e, in seguito ad erigere il monastero di Inden (ora Kornelimünster), nei pressi di Aquisgrana.
La Dieta di Aquisgrana, convocata nell'816 affinché indicasse il modo migliore per ristabilire nel clero secolare e regolare l'osservanza delle norme tradizionali, sostenne le idee e l'azione di Benedetto. Nell'817 gli abati convocati per appoggiare la Dieta Imperiale promulgarono il 10 luglio il Capitulare Monasticum relativo all'organizzazione monastica. Il Capitulare impose a tutti i monaci l'osservanza della regola benedettina con pochissimi adattamenti relativi alle diverse condizioni climatiche dei vari monasteri; un secondo Capitulare nell'818 si restituiva ai monasteri la libera elezione dell'abate. Dopo queste due Diete Benedetto d'Aniane pubblica una Collectio capitularis nella quale precisa, completa o adatta alla situazione della sua epoca numerosi dettagli della regola.
"Quasi tre secoli dopo la Fondazione di Montecassino, il sistema benedettino, con qualche ritocco marginale, divenne l'unico regime del monachesimo occidentale; ciò conferisce all'azione di Benedetto di Aniane un'importanza eccezionale nella storia monastica" (Pacaut Marcel, Monaci e religiosi nel Medioevo, Il Mulino, Bologna 1989, 92).
Oltre a questa grande attività di riformatore il santo fu teologo e predicatore e si impegnò molto contro l'eresia adozionista che si era diffusa nella Francia occidentale e in Spagna, teorie sostenute dai vescovi Eliprando di Toledo e soprattutto da Felice di Urgel, al tempo veniva indicata anche come felicianesimo, appunto dal nome di questo vescovo. I concili di Ratisbona del 792 di Francoforte del 794 e di Aquisgrana del 799 si chinarono su questo problema. Benedetto venne inviato in Spagna assieme al vescovo di Lione e all'arcivescovo di Narbonne per combattere le idee eretiche.
Benedetto trascorse gli ultimi anni nell'abbazia di Inden. Morì ad Aquisgrana nell'821, fu sepolto ad Inden; i suoi resti andranno poi dispersi.