Scuola storica del diritto
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La scuola storica del diritto è stata una scuola di pensiero giuridico nata all'inizio dell'800, profondamente influenzata dal romanticismo.
Criticò fortemente il giusnaturalismo, ritenendolo astratto in quanto il diritto naturale sembrava volersi discostare da una visione storicistica affermando la validità universale di princìpi eterni ed immutabili.
Si pose in posizione altrettanto critica nei confronti del positivismo giuridico che aveva esaltato le codificazioni, mettendo soprattutto in discussione il principio secondo il quale tutte le norme giuridiche debbono riposare sull'espressa volontà del legislatore.
Lo storicismo giuridico ritiene che il diritto positivo possa trovare le sue fonti di produzione nelle consuetudini, nella dottrina scientifica del diritto e nella giurisprudenza e pertanto essere liberamente accettato dal popolo.
I suoi maggiori esponenti sono Gustav Hugo e Friedrich Carl von Savigny entrambe tedeschi che criticano le codificazioni (principalmente il Code Napoléon del 1804) affermando che:
- L'uomo e la sua ragione cambiano, quindi cambia anche il diritto che non è altro che una sovrastruttura, pertanto la pretesa di sistemare la questione giuridica codificando il diritto (rendendolo immutabile o quasi) ri rivelerebbe pretestuoso e controproducente.
- Bisogna far rivivere l'antico diritto germanico in quanto il diritto giusto è solo quello consuetudinario.
La codificazione in Germania avvenne solo nel 1900 con il Bürgerliches Gesetzbuch.
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