Suite (musica)
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In musica, la suite (in francese successione) è un insieme di brani, strumentali o orchestrali, correlati e pensati per essere suonati in sequenza. I pezzi che compongono una suite vengono chiamati tempi (o movimenti) e nella musica barocca sono tutti nella stessa tonalità. La suite porta anche il nome di ordre, partita o sonata, sebbene quest'ultimo non sia propriamente un sinonimo: nella sonata i singoli movimenti prendono il nome dall'indicazione di tempo iniziale (Adagio, Andante, Allegro, etc.), mentre nella suite hanno nomi di danze. La struttura è però identica.
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[modifica] Struttura formale
I movimenti obbligatori che compongono la suite sono, in ordine:
E' presente quindi una alternanza tra tempi moderati o lenti (allemanda, sarabanda) e tempi mossi o rapidi (corrente, giga).
Spesso, questa sequenza standard viene arricchita con ulteriori danze, tra cui
che solitamente vengono inserite tra la sarabanda e la giga.
Mentre
sono solitamente poste in chiusura.
Possono essere presenti anche movimenti non derivanti da danze, come
oltre a veri e propri movimenti "all'italiana": allegro,andante, largo, ecc.
[modifica] Struttura formale dei singoli movimenti
La forma di ogni singolo movimento è tendenzialmente bipartita monotematica:
- nella prima parte (espositiva) dalla tonalità d'impianto si modula ad un tono vicino (generalmente la dominante se il brano è un modo maggiore, il relativo maggiore se è in modo minore);
- nella seconda parte (di ripresa) vengono elaborati elementi tematici della prima sezione, ma non mancano periodi completamente nuovi, in sostituzione o in aggiunta a quelli già sentiti. Il percorso armonico è inverso rispetto alla prima parte (dal tono vicino a quello d'impianto).
[modifica] Storia
Dobbiamo la testimonianza più antica dell'uso del termine suite a Estienne du Tertre, che pubblica delle Suyttes de bransles nel 1557, costituite però da semplici coppie di danze. La prima opera che rientra propriamente nella tipologia sopra descritta è invece Newe Padouan, Intrada, Dantz, und Galliarda (1611) del compositore e organista tedesco Paul Peuerl (1570-1625). In essa le quattro danze del titolo vengono ripetute in dieci suites.
La suite "standard" (allemanda-corrente-sarabanda-giga) si sviluppa durante il XVII secolo in Francia, e il primo esempio è dato da Johann Jakob Froberger, che compone in questa forma.
Nell'età barocca la suite conosce un successo straordinario, tanto che Händel ne scrive 22 per clavicembalo, mentre J.S.Bach (volendo assimilare a questo genere anche partite e sonate) ne compone per violino, violoncello, flauto, liuto, organo, clavicembalo, per formazioni cameristiche varie e per orchestra. Le composizioni più tarde di François Couperin spesso si discostano interamente delle danze standard e consistono di pezzi con peculiarità proprie e nomi originali.
Dalla metà circa del XVIII secolo, in concomitanza con la fine della musica barocca e l'affermarsi dello stile galante, il genere comincia sentire i segni del tempo, e i compositori tendenzialmente gli preferiscono la sinfonia ed il concerto.
A partire dall' Ottocento, il significato del termine suite si amplia, andando a definire: (a) una selezione strumentale da un brano più ampio (opera, balletto e, più tardi, musical e colonne sonore); (b) una sequenza di pezzi brevi aventi un tema in comune (come ad esempio le suites di Grieg, Sibelius, Čajkovskij); (c) un pezzo che si rifa esplicitamente a temi barocchi (come ad esempio la Suite per Pianoforte di Schönberg).
L'espressione suite viene anche utilizzata nella musica leggera moderna, in particolare nell' art rock e generi correlati, per indicare un brano musicale, strumentale o cantato, strutturato in più parti correlate, che per la sua complessità esce dai canoni della canzone.
[modifica] Curiosità
La parola suite ha, in inglese, suono simile a sweet (dolce); di qui il gioco di parole che dà titolo al brano Bitter Suite dei Marillion (dall'album Misplaced Childhood), letteralmente "suite amara", ma con lo stesso suono di "dolce-amaro".