Supermodel
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Una supermodel (termine tradotto spesso in italiano come supermodella) è generalmente una modella particolarmente celebre e con cachet molto alti. Dagli anni novanta si parla anche di supermodelli, per identificare i modelli maschi di grande successo. Almeno inizialmente i supermodel (maschili e femminili) lavorano esclusivamente per firme dell'Alta moda. Spesso hanno un'immagine sufficientemente forte da trasformarli in testimonial d'eccezione di alcune multinazionali della bellezza.
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[modifica] Caratteristiche dei supermodel
Il termine supermodel (come le sue derivazioni italiane) è nato sui media, e non costituisce uno standard culturale ben preciso, anzi, si può dire che il concetto di supermodel sia cambiato nel tempo. In ogni caso tutte le supermodelle e i supermodelli hanno contratti pubblicitari e con firme di alta moda. Altro tratto distintivo è il cachet stellare: un supermodel guadagna generalmente tra i 30.000 e i 50.000 dollari al giorno.
Molto spesso i supermodel sono etichettati dai media anche come sex symbol.
[modifica] Supermodelle
[modifica] Origini del termine
Il termine supermodel, tradotto subito in italiano come supermodella si diffonde nella cultura popolare negli anni ottanta e novanta. Secondo il testo Model: The Ugly Business of Beautiful Women di Michael Gross la parola sarebbe stata usata per la prima volta negli anni quaranta, da un agente chiamato Clyde Matthew Dessner, che scrisse una sorta di manuale della moda. A quell'epoca erano considerate supermodelle Cathee Dahmen, Dorian Leigh, Dovima e Anita Colby. Ma la primissima supermodella sembra essere stata Lisa Fonssagrives.
Tra gli anni trenta e cinquanta, infatti, Fonssagrives ha conquistato le copertine di riviste prestigiose come Town & Country, Life, Vogue, la prima edizione di Vanity Fair e Time. Proprio la relazione tra Vogue e la Fonssagrives ha accresciuto la reputazione della testata nel mondo della moda.
Nel 1968 il periodico Glamour stila una nuova lista di cinquanta supermodelle, tra le quali spiccano Twiggy, Cheryl Tiegs, Veruschka e Jean Shrimpton.
[modifica] L'era delle supermodelle
Negli anni settanta alcune modelle si distinguono dalle altre per una celebrità maggiore, il pubblico era in grado di riconoscerle subito tra le tante. Tra queste Jane Dickinson, Cheryl Tiegs e Christie Brinkley. Solo negli anni Ottanta, però, le supermodel dominano l'immaginario collettivo, costituendo il canone di bellezza per eccellenza dell'epoca: la donna irraggiungibile, perfetta, dal fisico statuario. Tra queste erano sicuramente supermodelle Claudia Schiffer, Paulina Porizkova e Cindy Crawford. Gli anni novanta saranno anche detti l'era delle supermodelle, e il mondo dei media è dominato da questa ristretta cerchia di donne perfette. Tra queste figurano indubbiamente Linda Evangelista, Naomi Campbell e Christy Turlington. Beverly Peele, chiamata inizialmente "Baby Naomi" ha conquistato 250 copertine, ed è stata la prima modella di colore ad apparire sulla copertina di Mademoiselle Magazine, nel 1989. Sempre nello stesso periodo diventa supermodella anche Kate Moss, caratterizzata tuttavia da un fisico molto più esile rispetto alle sue college.
[modifica] La fine di un'epoca
Dalla seconda metà degli anni novanta la popolarità delle supermodelle si è oscurata. Ciò ad esempio comporta il ricorso delle multinazionali della bellezza a nuove testimonial, più "raggiungibili", come le attrici e le cantanti pop. In quest'epoca vengono considerate supermodelle molte modelle, tra le quali Laetitia Casta, Gisele Bundchen, Heidi Klum, Karolína Kurková, Tyra Banks, Adriana Lima, Liya Kebede, Natalia Vodianova e Alessandra Ambrosio. Negli anni 2000 alcune testate hanno considerato la bellezza acerba di Gemma Ward come erede, e negazione, dell'era delle supermodelle.
[modifica] Supermodelli
Intorno agli anni novanta è entrato in voga il termine supermodello, riferito a modelli maschili particolarmente riconoscibili al pubblico. Tra questi ci si riferisce spesso col termine supermodello a Marcus Schenkenberg, Tyson Beckford, Mark Vanderloo, Alex Lundqvist, Axel Hermann, Michael Bergin e Will Chalker.