Tirteo
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![]() «Τεθνάμαι γὰρ καλὸν ἐνὶ προμάχοισι πεσόντα
ἄνδρ' ἀγαθόν, περὶ ᾗ πατρίδι μαρνάμενον. » |
![]() «Giacere morto è bello, quando un prode lotta
per la sua patria e cade in prima fila » |
(Tirteo, traduzione di Pontani )
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Tirteo, poeta elegiaco greco, è vissuto nel VII secolo a.C., di probabile origine ionica (Mileto), visse soprattutto a Sparta, per la quale combatté durante la seconda guerra messenica (650 circa a.C.). Secondo una leggenda, gli Spartani, messi in crisi dai nemici, su consiglio dell'oracolo di Delfi, chiedettero un capitano agli Ateniesi, i quali mandarono a Sparta un maestro di scuola, zoppo, ma capace d'accendere gli ardori dei soldati con i propri canti e condurli al trionfo in battaglia.
La sua opera va inserita insieme a quella di Callino tra le elegie guerresche. Testi come questi hanno fatto pensare ad alcuni che l'elegia fosse destinata all'esercito, ma si tratta di un'ipotesi senza fondamento, perché l'elegia era destinata alla consorteria politica dell'eteria.
Sono pervenuti a noi solo pochi frammenti della sua opera poetica, l'Esortazione al coraggio, che veniva divisa in cinque libri, di cui solo tre elegie quasi integre.
A Tirteo va riconosciuta l'incredibile innovazione dell'etica della polis, egli infatti per primo introduce nella mentalità dell'uomo greco una vita dopo la morte, anche se in che termini questa vita sia da intendere non è ben specificato.