Tofet
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Il tofet (o tophet) è un santuario fenicio-punico a cielo aperto, consistente in un'area consacrata dove venivano deposti e sepolti ritualmente i resti combusti dei sacrifici e dalle sepolture infantili.
Una zona ristretta dell'area era in genere occupata dalle installazioni per il culto (sacelli e altari). Molti cinerari erano accompagnati da stele con iscrizioni. Si trova di solito in un'area periferica della città, nei pressi della necropoli.
Tofet sono stati rinvenuti a Cartagine, a Hadrumetum (oggi Sousse) in Tunisia), ed in altre città puniche dell'Africa settentrionale. In Italia sono presenti a Mozia e a Gibilmanna, in Sicilia, e a Tharros, a Sulcis (oggi Sant'Antioco), sul Monte Sirai, a Nora e a Bitia, in Sardegna.
[modifica] Il sacrificio dei bambini
Viene citato nella Bibbia (2 Re 23:10; Geremia 7:31), come luogo dove i fanciulli erano "passati per il fuoco" in onore del dio Moloch. A sacrifici umani alludono anche alcune fonti classiche e la pratica sembrava confermata dal ritrovamento in queste aeree di numerosissime urne in terraoocotta con i resti di bambini e neonati, mescolati a volte con ossa di piccoli animali. Le iscrizioni si riferiscono al rito denominato molk, relativo al culto di Tanit e di Baal.
Recentemente tuttavia alcuni studiosi tendono a considerare che si trattasse piuttosto di aree di sepoltura separate (spesso infatti sono in prossimità delle necropoli), destinate alle tombe infantili. Anche in altre culture le sepolture dei bambini tendono ad essere separate da quelle degli adulti. Inoltre Tanit e Baal sembrano avere caratteristiche di divinità benevole. Le analisi dei resti ossei sembrerebbero confermare questa interpretazione.
La citazione biblica di un "passaggio nel fuoco" potrebbe riferirsi ad un rito, incruento, di iniziazione degli adolescenti, piuttosto che a sacrifici umani, mentre le fonti classiche, spesso minori, potrebbero essere riferite alla propaganda romana contro la nemica Cartagine.
Anche Erodoto, però, trattando dello scontro decisivo di Imera Himera del 480 a.C. dove Gelone di Siracusa, grazie all'alleanza con Terone di Agrigento, riuscì a riportare una storica vittoria sui cartaginesi in cui Amilcare venne ucciso, le sue navi bruciate e i suoi uomini catturati venduti come schiavi, afferma che Cartagine dovette pagare un pesante indennizzo e che nel trattato stipulato, Gelone inserì che essi dovevano rinunciare ai sacrifici umani e soprattutto all'immolazione dei figli primogeniti nei Tofet.
Una ricostruzione di fantasia del sacrificio di bambini nel tofet, si trova nel romanzo Salammbô di Gustave Flaubert, ambientato a Cartagine.
[modifica] Bibliografia
- Antonia Ciasca, "Archeologia del tofet", 2002