Tommaso II di Saluzzo
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Tommaso II del Vasto, marchese di Saluzzo
La sua successione al padre fu aspramente contrastata dallo zio, Manfredo V, che era stato nominato marchese dal padre Manfredo IV e che era stato sconfitto nella successiva lotta per il trono dal fratello Federico.
Federico, però, governò pochissimo e la questione dinastica si riaperse. Manfredo si circondò di un notevole esercito, finanziato dai guelfi di Roberto I di Napoli, e marciò su Saluzzo nel 1341. Tommaso e i ghibellini che lo sostenevano non riuscirono a difendere la città, che cadde il 13 aprile. Il giorno successivo Manfredo V ordinò il sacco, mettendo a ferro e fuoco Saluzzo e devastando anche il castello. Tali avvenimenti bellici furono narrati da Silvio Pellico.
Tommaso si consegnò nelle mani del siniscalco angiono pur di non trattare con lo zio: il marchese venne dunque incarcerato, ma venne liberato dopo un anno in seguito al pagamento di un pensante riscatto.
Infatti, in seguito alla sconfitta di Gamenario dell'esercito angiono, il potere di Roberto I iniziò rapidamente a dissolversi. Privo dei suoi sostenitori e minacciato dai Visconti, Manfredo V decise di riconsegnare il trono al nipote, che per prima cosa decise di allearsi con i Monferrato al fine di minare sempre di più la potenza angiona.
Nel tentativo di recuperare i suoi territori invasi durante la guerra civile, Tommaso II si alleò e si trovò contro in fasi alterne i Savoia e gli Acaia, lasciando in eredità al figlio Federico II un marchesato dal futuro incerto.
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Federico I | 1336 - 1357 | Federico II |