Ugo di Bassville
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Ugo di Bassville, nome italianizzato di Nicolas Jean Hugon de Basseville (Abbeville, 7 febbraio 1753 - Roma, 13 gennaio 1793) fu un giornalista e diplomatico francese.
Originariamente destinato dalla sua famiglia al sacerdozio, studiò in seminario ed insegnò Teologia per un breve periodo, prima di abbandonare la tonaca e recarsi a Parigi. Nel 1784 pubblicò un libro intitolato Elementi di Mitologia ed alcuni componimenti poetici, che gli valsero una certa notorietà negli ambienti illuministi.
Nel 1789, abbracciando gli ideali rivoluzionari, divenne direttore del giornale Le Mercure International. Successivamente intraprese la carriera diplomatica, venendo inviato come Segretario alla Legazione di Francia presso il Regno delle Due Sicilie nel 1792.
Mentre era a Napoli, venne incaricato di recarsi a Roma per una missione speciale presso la corte papale, con l'incarico di negoziare la riapertura dei rapporti diplomatici. Giunto a Roma, Bassville diede prova di scarsa diplomazia, ostentando arroganza nei confronti della Curia e disprezzo della religione cattolica. In occasione delle principali cerimonie religiose era solito mescolarsi ai fedeli e, nei momenti di maggior devozione, bestemmiava a gran voce, invitando a devastare le chiese e a consegnarli i sacerdoti affinché, una volta condotti a Parigi, venissero decapitati. Tra l'altro, fece rimuovere il simbolo gigliato della deposta monarchia che sovrastava l'ingresso dell'ambasciata francese, facendolo sostituire da un dipinto raffigurante una figura femminile seminuda simboleggiante la "Dea Libertà", con comprensibile scandalo dei passanti. Si dichiarò inoltre protettore dei Giacobini di Roma, e chiese ripetutamente l'espulsione dallo Stato Pontificio dei nobili francesi che vi si erano rifugiati per sfuggire alla ghigliottina.
In diverse occasioni pubbliche si espresse in termini canzonatori nei confronti del Papa, da lui definito Oca porpora del Campidoglio, e rispose alle rimostranze del Cardinale Zelada, Segretario di Stato, con insulti irripetibili
Le intemperanze verbali del diplomatico transalpino causarono sconcerto ed irritazione nell'opinione pubblica romana ed il 13 gennaio del 1793, mentre transitava in carrozza per via del Corso, Bassville venne assalito a colpi di pietre dalla folla, irritata dalla mancanza di una presa di posizione netta del papa, che si limitava a protestare con il governo parigino; venne trascinato fuori dalla carrozza e malmenato brutalmente.
Colpito da un fendente di rasoio alla gola quando ormai aveva raggiunto i suoi appartamenti, Bassville morì dopo un'agonia durata alcune ore. Il delitto venne preso a pretesto dal governo della Convenzione, che denunciò il fatto come un assassinio del rappresentante della Repubblica eseguito su ordine del Papa.
Nel 1797, con un articolo del vessatorio Trattato di Tolentino, stipulato in seguito alle sconfitte militari pontificie e al saccheggio del Santuario di Loreto, il governo papale si impegnò a pagare un risarcimento alla vedova e agli orfani di Bassville.
Ad Ugo di Bassville è dedicato il poema epico La Bassvilliana di Vincenzo Monti, che trae spunto dal fatto di cronaca per criticare la Francia rivoluzionaria.
[modifica] Fonti
- Vittorio Messori, Pensare la storia, SugarcoEdizioni (2006)