Villa di Quarto
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La Villa di Quarto a Firenze, si trova nella zona collinare ai piedi del Monte Morello. Quarto è uno dei toponimi che ricalcano le pietre miliari romane, tra i quali il più famoso in questa zona è Sesto Fiorentino, sede di un comune di 45.000 abitanti.
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[modifica] Storia
La villa risale al XV secolo e dopo vari passaggi di proprietà nel 1713 divenne della famiglia Pasquali, che incaricò Alfonso Parigi, già architetto dell'ampliamento di Boboli, di ristrutturarla.
Nel XIX secolo appartenne a Gerolamo Bonaparte, ex re di Westfalia, il quale la lasciò in eredità alla figlia Matilde, sposa del principe russo Anatolij Demidoff. Fu in questo periodo che la villa assunse la struttura definitiva che si ammira anche oggi. Dopo ulteriori passaggi di proprietà nel 1908 venne acquistata dai baroni Ritter de Zahony, che ne curarono un restauro complessivo.
Tra gli ospiti illustri si ricordano lo storico e statista francese Adolph Thiers e lo scrittore americano Mark Twain, la cui moglie spirò proprio in questa villa.
[modifica] La villa
L'edificio ha un impianto assai semplice, con tre piani nella parte a monte, mentre dal lato sul giardino si apre una loggia ottocentesca con tre archi su colonne binate, in sostituzione di un più antico loggiato settecentesco.
[modifica] Il giardino
Il giardino è cinto da un muro sormontato da statue settecentesche. Si presenta come un giardino geometrico all'italiana, anche se il disegno complicato delle aiuole di bosso si definisce alla francese, con una vasca circolare al centro. Sul lato sud è chiuso da una bella limonaia, con due corpi rialzati che anticamente ospitavanmo gli alloggi della servitù.
Piùoltre si estende il parco ottocentesco, composto da una macchia di verde di grande suggestione che fa da sfondo all'edificio principale. É un tipico parco romantico all'inglese, con un grande prato circondato da un vialetto, con un tempietto che ha come scenografia alcune piante resinose e querce, un laghetto e diverse statue che lo pounteggiano.
Le specie arboree sono numerose: acero montano, ippocastano, corbezzolo, cipresso dell'Arizona, cipresso comune, ginkgo biloba, siepi di alloro, varie specie di pini, platani, lecci, farnia, quercia rossa, sequoia, olmo e viburno tino.
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito della Regione Toscana da cui è tratta la versione una parte del testo dell'articolo in GFDL (vedi autorizzazione).
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