Vito D'Amato
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Vito D'Amato Gallipoli, Lecce il 27 luglio 1944 è un ex calciatore italiano che giocava nel ruolo di ala-centravanti.
[modifica] Cenni biografici
Arriva a Roma da bambino al seguito del padre che opera come portiere in uno stabile nella zona di Porta Metronia. È quindi da considerare a tutti gli effetti "Romano de' Roma". Nella capitale ha vissuto le sue annate migliori, non riuscendo in seguito a mantenere le promesse dei sui esordi romani. Cresce calcisticamente nella Lazio, facendo tutta la trafila settore giovanile biancocelesti. Le sue doti ed il suo elevato rendimento, spingono l'allora allenatore Umberto Mannocci a concedergli fiducia ed a lanciarlo in prima squadra, in un pariodo in cui la Lazio ha disperatamente bisogno di scovare nuovi talenti fatti in casa. Debutta serie A, ad appena ventanni, il 20 dicembre 1964 allo stadio Marassi di Genova, in occasione dell'incontro Sampdoria-Lazio 0 a 0. Nell'occasione Vito non tradisce le aspettative del suo allenatore e i giornali dell'epoca ne esaltano la prestazione pronosticandogli un radioso futuro. Nel corso della stessa stagione 1964-65 riesce a disputare 16 partite relizzando anche 3 gol. D'Amato ha tutte le qualità del grande attaccante: scatto rabbioso e bruciante, opportunismo in area, tiro in corsa secco e preciso. Le due stagioni successive lo vedono titolare con un totale di 63 presenze ed un bottino di 10 gol. Uno dei momenti di massima gloria di Vito D'Amato è legato all'incontro del 10 ottobre 1965, quando con un suo gol la Lazio supera per 1 a 0 gli odiati cugini della Roma in un derby che veda i giallorossi come squadra ospitante. Il 20 marzo 1966 viene schierato in Nazionale B ad Esch S. Alzette contro il Lussemburgo, in quella che rimane la sua unica esperienza con la maglia azzurra. Il 18 dicembre 1966 è ancora con un suo gol che i biancocelesti, allenati nella circostanza da Maino Neri, riescono a superare all'Olimpico, sempre per 1 a 0, la grande Inter del mago Herrera. La sfortunata retrocessione della Lazio maturata al termine della stagione 1966-67, spingono però il presidente Lenzini a cedere il gioiello biancoceleste proprio all'Inter. Qui inizia incredibilmente il declino di D'Amato. Un anno con i nerazzurri con appena 13 presenze ed una rete, poi il ritorno nella capitale, non con la Lazio, ma con la maglia della Roma. Stagione senza infamia ne lode (19 presenze e due gol) ben lontana dagli scoppiettanti esordi laziali. A venticinque anni, quella che si definisce come l'età della maturazione e dell'esplosione di un calciatore, D'Amato appare un talento bruciato, un atleta esaurito. Va al Cesena in serie B, poi a novembre al Verona dove rimane rimane due stagioni prima di chiudere con il grande calcio nuovamente in B con il Catania.
[modifica] Statistiche
Il suo bilancio con la Lazio è di 85 partite complessive (79 in campionato, 6 in Coppa Italia) e 13 gol (12,1).
