Zirudella
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Una zirudella (a volte anche cirudella), in dialetto bolognese zirudèla o zerudèla, è un caratteristico componimento umoristico dialettale tipico della provincia di Bologna (e parzialmente diffuso anche nel ferrarese e nel modenese). Lo spirito delle zirudelle è affine agli stornelli, ma la struttura tipica è ben caratterizzata da versi ottonari con rima baciata, suddivisi in quartine, che iniziavano con la parola zirudèla e si concludevano con espressioni ripetitive come tòc e dâi la zirudèla oppure tíc e tac la zirudèla, spesso con accompagnamento musicale.
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[modifica] Etimologia
Secondo il musicologo Francesco Balilla Pratella la zirudella sarebbe una variazione dei motivi popolari circolari (ovvero con ritornelli ripetuti alla fine di ogni strofa) suonati con l'organistrum e poi la ghironda (ad esempio i rondelli ed i rondò). Il termine sarebbe dunque derivato da ghironda (o gironda) e tramutato nel tempo mediante alcune varianti come ad esempio girondella, cirondella, zirondella, zirodella, e infine zirudèla [1]. La definizione di Gaspare Ungarelli a tal riguardo è piuttosto chiara:
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«Componimento particolare del dialetto bolognese, che un tempo si faceva esclusivamente per rallegrare le cerimonie nuziali presso le famiglie dei campagnoli; e, per quanto ne riferisce la tradizione, veniva recitato o cantato dai narcisi, che si accompagnavano colla ghironda, antico strumento musicale ancora in uso nel secolo decorso. Epperò dai diminutivi ghirondella o girondella è venuto il nome di un componimento che, come la ghironda, rigira sopra sé stesso, ripetendo alla fine di ogni strofa la prima parola.»
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(Vocabolario del dialetto bolognese [2])
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Altri (Carpani [1]) ipotizzano più fantasiosamente una etimologia legata alla ruota della gironda, apostrofata familiarmente Zè Rudella (Zia Rotella), il cui tipico suono meccanico si ricollegherebbe ai "toc" o ai "tic" delle tipiche frasi ripetitive a chiusura delle quartine.
[modifica] Storia
Le zirudelle erano inizialmente tramandate oralmente, spesso composte da autori poco istruiti, a volte analfabeti, ma dotati di grande arguzia e senso dell'umorismo.
Le prime tracce di antiche zirudelle in forma scritta risalgono al XVIII secolo, una delle quali addirittura composta dall'erudito cardinale Giuseppe Mezzofanti (1774 - 1849):
![]() «Zè Rodèla fé pladùr
Cuntadin, Garzón, Arzdùr, Siè pur Felsina più bella Tic, e dai la Zè Rudèla. Su, Cerghétt e Campanèr, La starmìda andè a sunèr Dei pur fort int la mzanèla Tic, e dai la Zè Rudèla. Che i curài e gl'ingranà Siè più belli e più sgurà, Mudàv ben anc la stanèla Tic, e dai la Zè Rudèla. E s'ai manca i sunadùr Tulì fora al maccaclùr E piciàl int la padèla Tic, e dai la Zè Rudèla. Ed insòmma tutt ancù S'ha da far a chi po' più Che Mezfant l'è muntà in sèla Tic, e dai la Zè Rudèla.» |
![]() «Zirudella, fate chiasso
Contadini, Garzoni, Reggitori, Sia pur Felsina la più bella Tic e dai la Zirudella. Sù, chierichetti e campanari, A stormo andate a suonare, Dateci pur forte sulla mezzanella Tic, e dai la Zirudella. Che i coralli ed i granati Siano belli e lucidi, Cambiatevi anche la gonna Tic, e dai la Zirudella. E se mancano i suonatori Tirate fuori lo schiaccianocciole E battetelo sulla padella Tic, e dai la Zirudella. Ed insomma, tutti oggi Dobbiam fare il più possibile Perché Mezzofanti è montato in sella Tic, e dai la Zirudella. » |
A partire dal XIX secolo le zirudelle hanno modfificato la loro funzione originaria, perdendo a volte l'accompagnamento musicale, e divenendo parte del repertorio di cantastorie e imbonitori di piazza, che regolarmente animavano i mercati di paese. Spesso il loro contenuto era ispirato a fatti e notizie reali.
Una fra le zirudelle più note è Al fatâz di Zardén Margarétta ("Il fattaccio dei giardini Margherita", noto anche come La Flèvia, "La Flavia") [3]. Si tratta di una zirudella di ignoto autore, dal contenuto decisamente osceno e diffusa per anni in maniera semiclandestina e goliardica per le osterie di Bologna, ispirato ad un presunto caso di stupro, avvenuto nel 1924 ai danni di tale Flavia Saguatti e seguito con dovizia di particolari dal Resto del Carlino fino al processo per oltraggio al pudore. Per alcuni l'anonimo autore sarebbe il giornalista Cesare Pezzoli [1], forse lo stesso artefice della zirudella Ricàt ("Ricatto") [4], un poemetto in forma di zirudella ancora più osceno del precedente.
[modifica] Noti "zirondellai"
- Giuseppe Ragni
- (San Lazzaro di Savena, 1867 - Bologna, 1919) [5] era un venditore ambulate. Scrisse centinaia di zirudelle che usava vendere al pubblico che assisteva divertito alle sue declamazioni. Anche il suo apprendista Oreste Biavati fu un ottimo zirondellaio.
- Marino Piazza
- (Bazzano, 1909 - Bologna 1993) [6] venditore e cantastorie ambulante, accompagnava i suoi spettacoli con ocarina e clarinetto. Aveva il vezzo di anteporre il cognome al nome in modo da ottenere la rima "Piazza Marino, poeta e contadino". La sua fama di imbonitore "in rima" gli valse anche la scherzosa qualifica popolare di incanta bess (incanta bisce). Ebbe anche importanti riconoscimenti come l'elezione nel 1970 a "Cantastorie d’Italia" [7].
Oggi, nell'ambito della riscoperta e della valorizzazione delle tradizioni dialettali, eistono alcuni concorsi di zirondelle [8]. Noti zirondellai sono Luigi Lepri (Gigén Lîvra), Mario Mandreoli (Pastràn), e tanti altri, fra cui il cantautore dialettale Fausto Carpani.
[modifica] Note
- ↑ 1,0 1,1 1,2 1,3 bulgnais.com: "Un antico componimento popolare: la zirudella", di Fausto Carpani
- ↑ Gaspare Ungarelli, Vocabolario del dialetto bolognese, Zamorani e Albertazzi, Bologna (1901)
- ↑ "Anonimi petroniani del terzo millennio", Al fatâz di Zardén Margarétta. (La Flèvia). Con CD Audio, Alberto Perdisa Editore (2006), ISBN 8883723740
- ↑ "Anonimo petroniano", a cura di Luigi Lepri, Ricàt (Il ricatto). Con audiocassetta, Maccari (1998), ISBN 8875320829
- ↑ chieracostui.com: Giuseppe Ragni
- ↑ Giuliano Piazza, Piazza Marino: Poeta Contadino, Calderini (1995), ISBN 8870198820
- ↑ itineraribologna.it: La Zirudella
- ↑ Ad esempio il concorso di poesia dialettale Ucarîna d ôr (Ocarina d'oro) organizzata dal Comune di Budrio ha una sezione apposita per le zirudelle