Angelo Brunetti
Da Wikipedia.
Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 - Ca' Tiepolo, Porto Tolle (RO), 10 agosto 1849) fu un patriota italiano che appoggiò la Repubblica Romana e alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia.
Il soprannome ciceruacchio è una corruzione dell'originale ciruacchiotto, cioè grassottello, datogli da bambino.
[modifica] Biografia
Nato a Roma da un maniscalco nel rione di Campo Marzio, di mestiere carrettiere, gestì una taverna nei pressi di Porta del Popolo. Di carattere brillante e molto socievole, era beneamato dal popolo romano. Grazie alla sua innata capacità dialettica che non poté mai coltivare con l'istruzione (parlava solo ed unicamente in dialetto romanesco), divenne presto un rappresentante informale dei sentimenti popolari. Questa sua caratteristica emerse appieno con l'avvento al soglio pontificio di Papa Pio IX nel 1846. Egli si fece portavoce dell'ansia popolare per il ritardo delle tanto attese e promesse riforme annunciate dal nuovo pontefice. Nel Luglio del 1846, in una manifestazione di popolo, ringraziò pubblicamente il Papa per aver concesso la libertà ai prigionieri politici, donando alla popolazione alcune botticelle di vino ed accendendo un grande fuoco vicino Porta del Popolo. Nella primavera e durante l'estate del 1847, Brunetti fu il diretto organizzatore di manifestazioni popolari al fine di incitare il Papa a continuare nel suo piano di riforme politiche all'interno dello Stato Pontificio.
Dopo la caduta della Repubblica Romana, nel 1849, fuggì da Roma con l'intento di raggiungere Venezia, che resisteva agli Austriaci, insieme a Garibaldi e ad alcuni fedelissimi. Attraversati gli Appennini, raggiunse Cesenatico dove, requisiti alcuni bragozzi, si imbarcò. In prossimità del delta del Po fu intercettato da una vedetta austriaca e costretto con gli altri all'approdo. Ciceruacchio e i suoi compagni chiesero l'aiuto di alcuni abitanti del posto per raggiungere Venezia ma questi li denunciarono alle autorità. Brunetti fu così arrestato dagli Austriaci e fucilato a mezzanotte del 10 agosto 1849, insieme col figlio Lorenzo di tredici anni, al prete Stefano Ramorino, Lorenzo Parodi di Genova, Luigi Bossi di Terni, Francesco Laudadio di Narni, Paolo Baccigalupi e Gaetano Fraternali, entrambi di Roma.
[modifica] Bibliografia
- Domenico Demarco. Una rivoluzione sociale: la repubblica Romana del 1849.
- Maria Luisa Trebiliani. Brunetti Angelo. Dizionario biografico italiano. pagine 569-571.
- Raffaello Giovagnoli. Ciceruacchio e Don Pirlone.