Automotrice ALe 883
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'Automotrice ALe 883 è una automotrice leggera elettrica costruita da Fiat-Marelli e da Breda per le Ferrovie dello Stato Italiane 1942 e il 1946. Si tratta di un convoglio composto nella versione standard di tre veicoli, due testate ALe 883 e una rimorchiata Le 883. [modifica] StoriaLa storia delle 883 comincia nel 1937, e deriva direttamente dal vanto delle ferrovie italiane di allora, l'ETR 200, il primo elettrotreno rapido. Nell'ambito della campagna di rinnovo e di eccellenza lanciata dal Partito Fascista, che aveva portato le ferrovie italiane a primeggiare in Europa con i record dell'ETR 200, era necessario realizzare una nuova serie di veicoli da destinare al normale traffico intercittadino a medio-corto raggio. Venne mantenuta la medesima cassa del "fratello maggiore" rapido, così come la stessa composizione: due testate motrici alle estremità e una rimorchiata in centro. L'idea era semplice, permettere al gestore del servizio di incrementare il numero di rimorchiate in caso di necessità: tuttavia non vennero mai costruite delle rimorchiate di scorta, per cui questo concetto non fu mai messo in pratica se non utilizzando carrozze sottratte ad altre composizioni, addirittura di famiglie diverse. Le testate erano quelle famose a testa di vipera dell'elettrotreno, tra le prime studiate in galleria del vento con un rigoroso approccio aerodinamico. L'ordine venne affidato a Fiat, che concesse la costruzione di 8 veicoli su venti alla Breda di Pistoia. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale sia Fiat Ferroviaria che Marelli si trovarono impegnate nello sforzo bellico, per cui la consegna dei primi veicoli slittò fino al 1942. Tra il 1942 e il 1943 Fiat riuscì a consegnare la parte di ordine di sua competenza, 12 treni. Breda, impegnata con tutte le sue forze nella produzione di veicoli bellici, riuscì a terminare gli 8 convogli a lei assegnati solo tre anni più tardi, a guerra finita. I primi veicoli consegnati fecero una brutta fine: messi in servizio tra Firenze, Bologna e Arezzo, soffrirono pesantemente dei bombardamenti e degli eventi militari, tanto che sei motrici e due rimorchi vennero totalmente distrutti dalle bombe (ALe 773.018, 021, 023, 036, 040; Le 773.011, 014), mentre tre motrici (ALe 773.022-025-030) e due rimorchi (Le.015, 018) sparirono nel nulla, probabilmente smantellati per recuperarne i metalli, distrutti senza molto clamore o requisiti come prede belliche. Un'unità, la 006, venne danneggiata nel 1946 da un incendio, tanto da non essere riparabile e venire smantellata, e un'altra (la 008) fece la stessa fine solo due anni più tardi. Con la fine dei combattimenti, l'Italia cominciò il lungo cammino verso la ricostruzione: le ferrovie erano martoriate, il parco rotabili aveva subito perdite gravissime. Le linee ferroviarie andavano ricostruite, ma l'acciaio scarseggiava per cui era una scelta obbligata ricorrere a riparazioni di fortuna, con binari ad armamento leggero. Da questo punto di vista le automotrici, col loro peso per asse contenuto e la loro flessibilità operativa risultavano la scelta ideale. Dal progetto delle ALe 883 vennero derivate le ALe 840, sostanzialmente identiche nella concezione ma caratterizzate da testate differenti, molto bombate alle estremità, e da carrelli motori di nuova concezione, più prestanti. Le ALe 883 superstiti furono smistate tra la dorsale tirrenica Roma-Reggio Calabria e sulla Milano-Domodossola, mentre due unità vennero assegnate alla Aosta-Prè-Saint-Didier. Un esemplare venne affiancato agli elettrotreni sulla Roma-Milano, dove servì fino agli anni '50, allestito in modo differente, con velluti rossi invece che verdi. Nel 1953, con l'elettrificazione a 3 kV delle linee Colico-Chiavenna e Monza-Lecco-Sondrio i tredici complessi ALe 883 rimanenti vennero assegnate ai depositi di Lecco e Milano Greco, per poi venire concentrate solo su Lecco. Servirono in tutta la Lombardia, collegando Milano a Sondrio e Bergamo. Arrivarono anche a Salsomaggiore Terme, mentre tramite due servizi speciali raggiungevano Merano (Freccia Atesina) e Tirano (Freccia del Bernina) Il gruppo si ridusse negli anni Sessanta, quando a causa di alcune demolizioni i veicoli rimanenti vennero messi in servizio in composizioni miste con casse derivanti da ALe 540 o ALe 840, in convogli assai atipici. Il gruppo ormai era troppo ridotto per giustificarne il mantenimento in servizio, per cui venne concentrato sul solo deposito di Lecco, dove continuava a prestare servizio di collegamento con Colico. Inoltre, un esemplare venne usato come navetta per il personale tra Milano Smistamento e Milano Greco. Nei primi anni novanta, a causa dell'esecuzione dei lavori di costruzione della stazione di Busto Arsizio, le Ferrovie Nord Milano noleggiarono alcuni veicoli per effettuare il collegamento tra Novara e Vanzaghello, rimasti in servizio fino al 26 luglio 1995. Nello stesso periodo la torinese SATTI noleggiò e mise in servizio alcuni mezzi del gruppo sulla Torino-Ceres, riconsegnando i veicoli nel 1994. Due soli esemplari del gruppo non sono stati demoliti, la ALe 883.007 (una motrice data in concessione a Ferrovie Nord) e la Le 883.001 (un rimorchio ex-SATTI, restaurato ): entrambi i veicoli, acquisiti dal gruppo "ALe 883" di Tirano sono stati riparati e restaurati, il primo dal Dopolavoro Ferroviario di Cremona e dal personale dell'Officina del Deposito Locomotive (con arredi rossi del servizio rapido), il secondo dall'Officina del Deposito di Lecco. Sono oggi conservati a Cremona, come e fanno parte dell'Elenco dei Rotabili Storici di FS. [modifica] TecnicaLe ALe 883 erano dotati di 4 motori 62R.100, versione potenziata di quelli dell'ETR 200 (che però ne montava sei), e potevano garantire una velocità di punta di 110 km/h. La cassa era una derivazione diretta di quella dell'elettrotreno, con cui condivideva anche il musetto aerodinamico: era tuttavia dipinto in castano-isabella, invece che col grigio tipico degli elettrotreni. Le porte di salita sono le tradizionali porte a libro a 4 ante. [modifica] Collegamenti esterni
Il mondo dei trasporti (Guarda anche il Portale Trasporti).
|