Boia chi molla
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La frase boia chi molla significa letteralmente: «chi molla è un boia», «chi abbandona (molla) la lotta è un vile assassino (boia)».
Si tratta di un'espressione universalmente riconosciuta come motto fascista; tuttavia secondo alcuni essa sarebbe già circolata sulle barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e durante le Cinque giornate di Milano del 1848.
Durante la Prima guerra mondiale è il motto del corpo degli Arditi; alcuni ufficiali di questo corpo parteciperanno nel 1919 alla fondazione dei Fasci di combattimento. Il motto entra così a far parte dell'armamentario retorico tipico del movimento e poi del regime fascista (tanto che ancora oggi molti credono che sia stato coniato da Benito Mussolini). Nel 1943 il motto viene utilizzato dall'esercito della Repubblica Sociale Italiana, che continua a combattere a fianco della Germania nell'Italia occupata.
L'espressione torna d'attualità durante i Fatti di Reggio del 1970, quando il missino Francesco Franco, esponente della CISNAL, la adopera come motto della rivolta, che a volte è anche ricordata come Rivolta dei Boia chi Molla.
Oggi è adoperata soprattutto dalle frange del tifo calcistico di estrema destra.