Carl Lutz
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Carl Robert Lutz (Walzenhausen, 30 marzo 1895 - Berna, 12 febbraio 1975) fu un diplomatico svizzero.
Carl Lutz si recò nel 1935 insieme con sua moglie Gertrud Lutz-Fankhauser (più tardi vicepresidente dell'UNICEF) in Palestina, dove restarono fino al 1941. Qui Lutz lavorò al consolato svizzero ed fu testimone dei drammatici tumulti fra i palestinesi e gli ebrei fuggiti della Germania e da altre parti d'Europa (anche dall'Italia).
Lutz lavorò in seguito nei consolati svizzeri a Washington (D.C.), Philadelphia, St.Louis, Jaffa e Berlino, prima di essere spostato, nel 1942, come viceconsole a Budapest.
È in Ungheria che egli divenne famoso a causa del suo impegno a favore degli ebrei ungheresi durante la seconda guerra mondiale, grazie al suo aiuto furono salvati dalla morte nei campi di concentramento nazionalsocialisti circa 60'000 uomini, la metà di tutti i sopravvissuti fra gli ebrei ungheresi.
Lutz raggiunse questo risultato sfruttando la sua posizione come direttore della sezione "interessi stranieri" dell'ambasciata svizzera, con la distribuzione di lettere di protezione a ebrei pronti a emigrare in Palestina. Queste lettere proteggevano gli ebrei, perché le SS di Adolf Eichmann le accettavano grazie al lavoro diplomatico di Lutz in Palestina (1935-1941) a favore dei tedeschi contro gli inglesi.
Il famoso diplomatico svedese Raoul Wallenberg, che arrivò nel 1944 a Budapest, poté rendersi conto del prezioso operato dello svizzero. Mentre il ruolo di Wallenberg fu dopo la II Guerra mondiale reso subito noto, quello di Lutz è stato a lungo trascurato. Addirittura, dopo la guerra, lo Svizzera ammonì Lutz per non avere rispettato le proprie competenze.
Yad Vashem ha onorato Carl Lutz e la sua prima moglie nel 1965 con il titolo di "Gerechter unter den Völkern" (Giusto fra i popoli).
Lutz è sepolto nel cimitero di Bremgarten a Berna.