Commedia
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Una commedia è un componimento teatrale o un'opera cinematografica dalle tematiche leggere o atto a suscitare il riso, perlopiù a lieto fine. Il termine ha assunto nei secoli varie sfumature di significato, spesso allontanandosi di molto dal carattere della comicità. La commedia, nella sua forma scritta, ha origine in Grecia nel VI secolo a.C.
La parola greca κωμῳδία, composta di κῶμος, corteo festivo e ᾠδή, canto, indica come questa forma di drammaturgia sia lo sviluppo in una forma compiuta delle antiche feste propiziatorie in onore delle divinità elleniche, con probabile riferimento ai culti dionisiaci. Peraltro, anche i primi ludi scenici romani furono istituiti, secondo Tito Livio, per scongiurare una pestilenza invocando il favore degli dèi.
Per i padri della lingua italiana, il vocabolo indicava un componimento poetico che comportasse un lieto fine, e il cui stile fosse 'medio': doveva collocarsi a metà strada fra la tragedia e l'elegia. Dante intitolò comedìa il suo poema considerando invece l’Eneide di Virgilio una tragedìa.
Nel Cinquecento la commedia classica viene riscoperta, e il significato si riavvicina a quello originario greco e latino, ristretto all'ambito teatrale.
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[modifica] La commedia greca
La commedia assunse una struttura autonoma durante le feste e le fallofòrie dionisiache. La prima gara teatrale fra autori comici si svolse ad Atene nel 486 a.C. In altre città si erano sviluppate forme di spettacolo burlesche come le farse di Megara, composte di danze e scherzi, e simili spettacoli si svolgevano alla corte del tiranno Gerone in Sicilia, di cui non ci sono pervenuti i testi.
Secondo Aristotele (Poetica), la commedia siracusana fu precedente a quella attica, attribuendo ai siciliani Formide ed Epicarmo i primi testi teatrali comici. Di Epicarmo ci restano pochi frammenti di un'opera comica (mimo).
[modifica] Periodi della commedia greca
A differenza della tragedia greca, che iniziò il suo declino negli anni immediatamente successivi alla morte di Euripide, il genere comico continuò successivamente a mantenere per molto tempo la propria vitalità, sopravvivendo fino alla metà del III sec a.C., adattandosi ai cambiamenti politici, culturali e sociali. I commentatori antichi distinserò perciò tre fasi della commedia greca:
1) commedia antica (archàia), nel periodo che va dalle origini fino al IV sec. a.C.;
2) commedia di mezzo, fino all'inizio dell'Ellenismo (323 a.C.);
3) commedia nuova, che coincide con l'età ellenistica.
Dopo quest'ultima fase il genere comico non scomparve, ma si 'trasferì' a Roma, all'interno della cultura latina, con i commediografi latini di palliatae.
[modifica] Commedia attica antica
Il suo maggiore rappresentante è Aristofane, l'unico commediografo di questo periodo della commedia attica di cui ci siano pervenuti testi completi. Utilizzò elementi fantastici e introdusse la satira politica fino all'attacco personale, secondo il principio dell'onomastí komodéin (deridere una persona con il suo nome).
[modifica] Commedia di mezzo
[modifica] Commedia attica nuova
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Per approfondire, vedi la voce Commedia Nuova. |
L'ultima fase della commedia attica dopo la commedia antica e la commedia di mezzo, la commedia nuova, coincide con l'età ellenistica, in cui il cittadino è ridotto al rango di suddito, ininfluente dal punto di vista politico. I temi della commedia si adattano alla nuova realtà, spostandosi dall'analisi dei problemi politici all'universo dell'individuo. I personaggi non riproducono che dei "tipi" secondo uno schema poi divenuto classico e adattato dalla commedia romana e, più tardi, dalla commedia dell'arte: i giovani innamorati, il vecchio scorbutico, lo schiavo astuto, il crapulone.
Il maggior esponente della commedia nuova pervenutoci è Menandro(IV-III secolo a. C).
[modifica] teatro comico romano
[modifica] commedia elegiaca
[modifica] commedia in volgare
- la Cassaria dell’Ariosto
[modifica] commedia dell’arte
[modifica] commedia contemporanea
- commedia d’intreccio
- commedia di carattere
- commedia musicale